Acqua, fine anno con risorse limitate

L’osservatorio Anbi sulle risorse idriche evidenzia il persistere di carenze, soprattutto nel Centro-Nord. Il presidente Anbi Francesco Vincenzi afferma che “l’insufficienza d’invasi ci costringe a essere impopolari dovendo augurarci pioggia nell’interesse dei territori”

Senza voler essere allarmistici, è un dato di fatto che l’anno si chiude con una disponibilità di acqua limitata, soprattutto al Centro Nord. Il dato emerge dal report settimanale dell’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche.

Toscana

La situazione dei fiumi toscani desta una crescente preoccupazione. Nonostante l’arrivo dell’inverno, non riescono infatti a scostarsi dal deficit idrico che li sta caratterizzando dalla scorsa estate, fino ad avere portate più che dimezzate rispetto a quanto registrato un anno fa. Esemplare è l’Arno, sotto i cui ponti transitano ora 29,70 mc/sec di acqua, mentre l’anno scorso erano 204,7 (addirittura 244,2 nel 2019) e la media mensile è pari a 86,03 mc/sec  (fonte: Centro Funzionale Regione Toscana).

Emilia-Romagna

Un’analoga preoccupante situazione la ritroviamo in Emilia Romagna, dove si evidenzia la portata ridimensionata del fiume Savio, mentre il Secchia (portata attuale mc/sec 1,6) scende, pur con un autunno abbastanza piovoso, al di sotto del minimo storico mensile (2,1 mc/sec), segnando il secondo peggior risultato negli ultimi 15 anni (record negativo nel 2018). Non va meglio per gli altri fiumi (Reno, Enza, Trebbia), tutti abbondantemente sotto la media di dicembre (fonte: Arpae).

Veneto

Anche i fiumi veneti  (unica eccezione, il Piave) segnano un’anomala tendenza al ribasso nelle portate (l’Adige è vicino al record negativo del  2015), mentre è stazionario l’Adda in Lombardia.

Piemonte e Valle d’Aosta

Va un po’ meglio in Piemonte, dove i livelli fluviali sono stabili od in leggera crescita anche per il Tanaro, che mantiene però una portata praticamente dimezzata rispetto allo scorso anno (34,4 mc/sec contro i 64 del 2020). Migliora la situazione in Valle d’Aosta, dove la Dora Baltea continua a segnare portate record (36,6 metri cubi al secondo contro una media mensile pari a mc/sec  8).

Grandi laghi e bacino del Po

Ad eccezione del Garda, sono tutti sotto media i grandi laghi del Nord che, al netto delle regolazioni programmate dagli enti gestori, segnano livelli lontani da quelli di un anno fa (il Lario è al 15,9% del riempimento).

Da questo quadro di diffuso deficit idrico non poteva evidentemente esimersi il fiume Po, il cui trend decresce uniformemente lungo tutta l’asta (portata a Pontelagoscuro: mc/sec 947,2; erano mc/sec 1457,94 nel 2020 e la media storica è pari a mc/sec 1506).

Marche

Calano pure i fiumi marchigiani, seppur  presentino una condizione decisamente migliore dei mesi scorsi, in linea con le performance stagionali del recente quadriennio (fonte: Protezione Civile Marche). A beneficiare cospicuamente della  positiva condizione idrologica  sono gli invasi, le cui disponibilità si avvicinano a quelle del periodo (oggi trattengono circa 39 milioni di metri cubi d’acqua).

Lazio e Campania

Nel Lazio, i fiumi Liri e Sacco scendono ai livelli più bassi del recente  quinquennio e un calo di 2 cm si registra anche nel lago di Bracciano.

In Campania, i livelli idrometrici dei fiumi Volturno, Garigliano, Sarno e Sele risultano in consistente, ulteriore decrescita, a causa del defluire delle  piene  e dell’assenza di precipitazioni rilevanti.  Risultano, invece,  in rialzo i volumi dei bacini del Cilento ed il lago di Conza.

Basilicata e Puglia

Infine, al Sud, i grandi serbatoi di Basilicata e Puglia, pur incrementando i volumi idrici trattenuti rispettivamente di 3 milioni e  9  milioni di metri cubi, vedono ridursi  il pur ampio surplus sul 2020 in conseguenza di precipitazioni autunnali, inferiori a quelle dell’anno passato.

Risorsa da programmare

Francesco Vincenzi

«In sintonia con il periodo delle Feste, possiamo dire che, anno dopo anno, la disponibilità d’acqua è diventata un regalo ambito per il futuro del Paese – commenta Francesco Vincenzi, presidente Anbi. – Dobbiamo trascorrere un Natale sereno, consci però che, permanendo le attuali condizioni, bisognerà attivare nelle prime settimane del nuovo anno i tavoli di concertazione per programmare la gestione di una risorsa idrica che, anche quando arriverà, saremo in grado di trattenere solo in percentuale insufficiente alle esigenze, derivanti dall’emergenza climatica».

Piano invasi e piano laghetti

Massimo Gargano

«Pur in calo, le disponibilità idriche meridionali restano confortanti a ulteriore dimostrazione dell’importanza dei bacini di raccolta pluriennali, altresì mancanti al CentroNord  con l’unica eccezione del piacentino – conclude Massimo Gargano, direttore generale di Anbi –. Per questo, dati alla mano, continuiamo a insistere sulla necessità di un nuovo Piano Nazionale Invasi medio-piccoli, che chiediamo dal 2017 e oggi integriamo con il Piano Laghetti, proposto insieme a Coldiretti».

Acqua, fine anno con risorse limitate - Ultima modifica: 2021-12-23T13:35:37+01:00 da Alessandro Maresca

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