Cambiamenti climatici, tutti gli stakeholder devono collaborare

Si è tenuto presso l'Università di Bologna il seminario “Cambiamenti climatici e siccità” organizzato dall’Università in collaborazione con Consorzio di Bonifica della Romagna. Presentati i progetti Coopid e Sherpa

Se si vuol garantire un futuro alla nostra agricoltura i cambiamenti climatici devono essere affrontati con serietà e determinazione. Nello specifico la siccità dello scorso anno ha fatto scattare un campanello d’allarme che non può essere trascurato e, in vista dell’inizio della nuova stagione irrigua, non possiamo farci trovare impreparati.

Proprio in questa ottica si è svolto ieri (20 febbraio) un evento sui cambiamenti climatici presso la facoltà di Agraria dell’Università di Bologna. L’iniziativa, organizzata dal Dipartimento Distal dell’Università assieme al Consorzio di Bonifica della Romagna ha voluto promuovere la discussione e stimolare il dialogo tra ricerca, consorzi di bonifica e agricoltori.

Le basi per il futuro

Il seminario, che ha riunito allo stesso tavolo gli stakeholders interessati alla governance dell’acqua, è stata l’occasione per presentare i progetti di ricerca “Sherpa” e “Coopid”, coordinati da Davide Viaggi, Nunzia Gabriella Fasolino ed Emilia Pellegrini, tutti dell’Università di Bologna.

«A fronte del cambiamento climatico e in particolare delle sue manifestazioni legate a fenomeni di siccità intensa (come quella del 2022, e tutt’ora in corso) – ha detto Viaggi – è indispensabile intervenire rapidamente. Per essere efficaci sono sicuramente importanti interventi infrastrutturali. Questi però devono essere affrontati attraverso un raccordo con la governance complessiva dell’acqua, anche sfruttando le opportunità di collaborazione tra i diversi settori e i diversi attori, per garantirne sia la fattibilità politica, sia la fattibilità economica. In tal senso, la collaborazione di chi si occupa di innovazione e ricerca, come l’università, e chi opera sul territorio, come i consorzi di bonifica, è fondamentale».

Per la Bonifica è intervenuta il direttore generale Lucia Capodagli che ha ricordato come Il modello proposto dalla Bonifica della Romagna si sia rivelato valido «per cui oggi siamo stati qui coinvolti in questo tavolo di confronto. Oltre la governance lavoriamo sui progetti infrastrutturali: nuovi impianti irrigui, telecontrollo ecc., che si traducono in 48 milioni di investimenti finanziati. Stiamo inoltre lavorando sul piano delle energie rinnovabili perché i costi energetici ricadono pesantemente sul nostro lavoro».

I progetti presentati

Il GTI acqua, gruppo di ricerca dell’Università, ha messo a fuoco gli effetti dei cambiamenti climatici non solo dal punto di vista della siccità ma anche, come l’agricoltura sta reagendo. Il gruppo lavora anche nello sviluppo di interscambi di conoscenze per migliorare la qualità delle ricerche.

il progetto Coopid coinvolge 11 paesi europei ed è finalizzato al coinvolgimento dei produttori agricoli alla bioeconomia. La logica presentata e proposta dalla Fasolino è un invito alle aziende ad operare con questi nuovi modelli di recupero e di attivazione di bioeconomie. Fondamentale sul tema del riuso delle acque è quello della limitazione di sostanze fertilizzanti che non ne favoriscono il riuso.

Il progetto Sherpa crea piattaforme di discussione e interazione per il disegno di politiche agricole in Europa nel superamento dei problemi climatici. L’acqua è il filo conduttore di questo tema. I dati elaborati e prodotti da Sherpa sono fruibili su piattaforma Distal.

Interventi sul territorio

Nella tavola rotonda seguita agli interventi introduttivi è intervenuto il presidente di Romagna Acque Tonino Bernabè che ha fornito un dato significativo: l’Italia recupera solo l’11% dell’acqua piovana per cui vede questa pratica ancora tutta da sviluppare prima ancora dei desalinizzatori.

Per il Cer è intervenuto con Roberto Genovesi che si è soffermato sul piano siccità iniziato già dalla scorsa settimana. Il Cer è la prima fonte d’acqua per i territori ell’Emilia-Romagna e il suo ruolo è indispensabile per la food valley romagnola. Genovesi ha sollevato che il punto critico del piano è la mancanza di un “dominus” per regimentare queste attività. Sul piano della ricerca il Cer sta studiando operativamente il recupero di risorse attraverso l’automazione, l’eliminazione dei tempi morti per la gestione delle paratoie e sul piano della conoscenza ha attivato azioni per mappare le colture sul territorio

Il Gruppo Hera ha affrontato il tema delle multiutility evidenziando che in Italia sono dimensionalmente troppo piccole e hanno meno forza, rispetto a quelle europee come ha ricordato Fabrizio Mazzacurati direttore ingegneria Gruppo Hera.

Bisogna lavorare assieme

Stefano Francia, presidente del Consorzio di Bonifica della Romagna

Stefano Francia, presidente del Consorzio di Bonifica della Romagna, ha chiuso i lavoro invitando a guardare il passato per crescere, come pure guardare alla ricerca per avere indicazioni sui prossimi passi necessari a realizzare il futuro.

«È necessaria la creazione di tavoli di confronto sulle nuove sfide che ci attendono – ha detto Francia -. Il nostro obiettivo come bonifica è mantenere il territorio, senza questo non possiamo garantire le economie né la vivibilità».

«Gli ettari in meno nella produzione causate da siccità pesano non solo dal punto di vista delle produzioni ma anche di tutte le attività connesse – ha concluso Francia -. Sono convinto che l’incontro di oggi abbia raggiunto il suo obiettivo: portarci a riflettere su questo tema e identificare i possibili percorsi di lavoro comune, oltre ad esplorare le plausibili soluzioni di intervento».

Cambiamenti climatici, tutti gli stakeholder devono collaborare - Ultima modifica: 2023-02-21T12:11:31+01:00 da Alessandro Maresca

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