Siccità e alluvioni, il paradosso italiano

siccità e alluvioni
La diga di Maccheronis in provincia di Nuoro
Arrivano le piogge e l’aridità aumenta il rischio idrogeologico. Secca record per l’Arno in Toscana e miglior performance degli ultimi 4 anni per la diga di sant'Anna in Calabria. In Sicilia 100 milioni di mc di acqua in meno e Sardegna affogata dai temporali

Nonostante le recenti piogge sono ancora sotto media la gran parte dei corsi d’acqua. In calo anche i livelli dei grandi laghi settentrionali, con il solo Garda sopra la media storica.

Si tratta di una situazione favorevole, considerati il riposo delle campagne e le ondate di maltempo previste in questi giorni. Ed è per questo, come ricorda Francesco Vincenzi, presidente Anbi, gli enti di bonifica e irrigazione hanno già provveduto allo svasamento della gran parte dei 180mila chilometri di alvei in gestione al fine di svolgere le annuali manutenzioni in vista delle possibili e attese precipitazioni autunno-vernine.

Fiumi del centro-nord sotto la media

Sono largamente sotto media sono tutti i principali fiumi dell’Emilia Romagna (Savio, Secchia, Reno, Taro, Trebbia), così come restano praticamente dimezzate le portate del fiume Po. Pur con soli 2,38 milioni di metri cubi invasati restano invece nella media i bacini piacentini di Molato e Mignano.

Rimangono stabili, seppur in leggerissima ripresa, le portate dei fiumi piemontesi (Maira, Pesio, Tanaro, Stura di Lanzo, Sesia), mentre calano quelle del fiume Adda in Lombardia.

Restano nella media le altezze idrometriche dei corsi d’acqua veneti (Adige, Bacchiglione, Livenza, Brenta) con il solo Piave a segnare performance in crescita a seguito dell’andamento pluviometrico sulle fasce montane.

Sorprendente è l’andamento siccitoso dei fiumi toscani (l’Arno segna 9,65 metri cubi al secondo contro una media storica del periodo pari a mc/sec 92,17! Serchio: mc/sec 11,9 contro una media di mc/sec 81,59; Sieve: mc/sec 2,28 ma la media è mc/sec 10.86; Ombrone: mc/sec 4,74 contro una media di mc/sec 36,76).

Nel Lazio, il fiume Tevere è leggermente sotto media mentre più marcato, secondo i dati del Centro Funzionale Multirischi di Regione Campania, è il deficit idrico dei fiumi Liri-Garigliano e Sacco, così come del lago di Bracciano.

Un po’ meglio a sud (non in Sicilia)

In calo anche i fiumi campani (Garigliano, Volturno, Sele), mentre il bacino di Piano della Rocca sul fiume Alento ha raggiunto il 30% della capacità e l’invaso di Conza sul fiume Ofanto, pur in crescita, aumenta il deficit sullo scorso anno, ora pari a 8,6 milioni di metri cubi.

Seppur in una situazione di marcato rischio idrogeologico, migliorano le condizioni delle riserve idriche nei bacini di Puglia (risalite a 53,97 milioni di metri, ma con un deficit di Mmc. 66,74 sullo scorso anno) e Basilicata (Mmc 158,21; nel 2019: Mmc. 203,06 cioè – 44,85 milioni di metri cubi).

In Calabria (dati del centro funzionale multirischi di Arpacal) alla diga di sant’Anna sul fiume Tacina sono invasati 5,9 milioni di metri cubi d’acqua, miglior perfomance del recente quadriennio, mentre alla diga di Monte Marello sul fiume Angitola sono trattenuti 7,37 milioni di metri cubi inferiori, però, sia al 2017 che al 2018.

Permane critica la condizione dei bacini della Sicilia dove, rispetto all’anno scorso, sono presenti quasi 100 milioni di metri cubi d’acqua in meno: 299,13 milioni di metri cubi contro i 396,28 del 2019.

Drammatica alluvione in Sardegna

Si tratta dell’ennesima conferma del paradosso italiano, dove convivono siccità e rischio idrogeologico, accentuati dalla crisi climatica, cui si può rispondere solo aumentando la capacità di resilienza dei territori, come ci spiega Massimo Gargano, direttore generale di Anbi. Ne è testimonianza anche l’eccezionale quantità di pioggia, che ha provocato la drammatica alluvione di Bitti (Nu) in Sardegna dove in un giorno sono caduti 328 millimetri d’acqua, mentre nell’intero mese di novembre 2019 ne erano caduti 137,6 e nello stesso mese del 2018 erano stati 79,2.

Sul nuorese si è abbattuta un’autentica bomba d’acqua, cui solo la funzione di laminazione delle dighe ha evitato conseguenze ancora più gravi.

«Per questo, nel 2017 proponemmo l’obbiettivo di 2mila invasi medio-piccoli da realizzare in 20 anni – afferma Gargano - e per questo il Piano Anbi per l’Efficientamento della rete idraulica propone oggi la realizzazione di 23 nuovi bacini, il completamento di altri 16 e la manutenzione straordinaria di ulteriori 90. Con un investimento di circa 2 miliardi si migliorerebbe la gestione delle acque di superfice, garantendo al contempo quasi 10mila posti di lavoro. La nostra proposta è affidata al Governo».

Siccità e alluvioni, il paradosso italiano - Ultima modifica: 2020-12-04T15:14:33+01:00 da Alessandro Maresca

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