Proteggere da imitazioni e frodi 100 indicazioni geografiche europee (Ig) di cui ben 26 italiani nel Paese del Dragone e altre 100 Ig cinesi in Europa. E’ l’obiettivo dei negoziati che si sono chiusi di recente con un accordo bilaterale tra l'Ue e la Cina in grado di assicurare vantaggi commerciali reciproci con il riconoscimento e la tutela dei prodotti di qualità di entrambe le parti.
L'elenco Ue delle Ig da proteggere in Cina comprende 26 prodotti tutelati italiani come Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Barolo, Chianti o Prosciutto di Parma, ma anche gli “esteri” Cava, Champagne, Feta, Irish whiskey, Münchener Bier, Ouzo, Polska Wódka, Porto e Queso Manchego. ). Una nicchia visto che ad oggi sotto il marchio Ue ci sono comunque oltre 3.300 denominazioni registrate come indicazione geografica protetta (Igp) o denominazione di origine protetta (Dop), ma anche un passo importante.
Tra i prodotti cinesi nell'elenco vi sono ad esempio Pixian Dou Ban (Pasta di fagioli Pixian), Anji Bai Cha (Tè bianco Anji), Panjin Da Mi (Riso Panjin) e Anqiu Da Jiang (Zenzero Anqiu).
L’accordo entra in vigore alla fine del 2020
Per diventare definitivo nell'Ue il Parlamento europeo e il Consiglio dovranno approvare l’accordo che dovrebbe entrare in vigore entro la fine del 2020. La cooperazione Ue-Cina in materia di indicazioni geografiche era iniziata nel 2006 e nel 2012, con la registrazione e la protezione di dieci indicazioni geografiche da parte di entrambe le parti.
In base agli impegni presi al vertice Ue-Cina dell'aprile 2019, l'accordo rappresenta un esempio concreto di cooperazione tra l'Unione europea e la Repubblica popolare cinese sulla base delle norme internazionali sul commercio.
Cina secondo mercato dei prodotti Ue tutelati
Con un valore di 12,8 miliardi di euro(tra settembre 2018 e agosto 2019), la Cina è la seconda destinazione delle esportazioni agroalimentari Ue nonché il secondo mercato export di prodotti tutelati che comprendono vini, prodotti agroalimentari e bevande spiritose.
Il mercato cinese, con una classe media in aumento, ha un potenziale di crescita elevato e vanta iun proprio sistema di indicazioni geografiche consolidato, che grazie a questo accordo i consumatori europei potranno ora apprezzare.
L’accordo sarà esteso ad altre 175 Ig
Quattro anni dopo l'entrata in vigore, l'ambito di applicazione dell'accordo sarà esteso ad altre 175 indicazioni geografiche per parte. Per queste denominazioni si dovrà seguire la stessa procedura usata per le 100 già comprese nell'accordo (ad esempio valutazione e pubblicazione per osservazioni).
Un primo passo verso la distensione dei rapporti commerciali
«In una fase di crescenti tensioni commerciali, la firma di oggi tra Ue e Cina – commenta il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti - dimostra come gli accordi internazionali, opportunamente ponderati e basati su condizioni di reciprocità, possano essere di interesse e beneficio per entrambe le parti». Confagricoltura ha sottolineato come che l’Italia sua il quarto fornitore, nonché il quarto cliente della Repubblica Popolare Cinese nell’ambito dei Paesi europei.
«Ci sono alcune esclusioni – ha spiegato il presidente presidente Alleanza Cooperative Agroalimentari, Giorgio Mercuri – che sicuramente determineranno costi aggiuntivi sia per le imprese che hanno già aperto il mercato (come nel caso delle arance rosse) e che quindi dovranno subito proteggersi da sole dal punto di vista legale, sia per quelle che riusciranno ad entrare nel mercato cinese ben prima dei prossimi 4 anni, come auspichiamo per le pere e le mele. Ciò non può tuttavia esimerci dall’esprimere un giudizio complessivamente positivo sull’intesa siglata».