L’emergenza epidemiologica che l’Italia sta vivendo in questo periodo non ferma le attività agricole. Questo è quanto emerge dai numerosi interventi normativi delle ultime settimane e sui quali ci si propone, di seguito, di fare il punto e di stabilire come queste impattano sugli agricoltori.
Il punto sulle norme emanate
Nell’ultimo periodo, sono stati emanati quattro decreti Legge:
- Il Dl 6/2020 che ha previsto le prime misure urgenti per contrastare la diffusione del virus;
- Il Dl 9/2020 contenente misure a sostegno di famiglie, lavoratori e imprese della cosiddetta “zona rossa” (si trattava di alcuni comuni della Lombardia e del Veneto);
- Il Dl 18/2020 "Cura italia" che ha introdotto misure di sostegno per tutto il territorio nazionale;
- Il Dl 19/2020 con il quale le Regioni sono state autorizzate a prendere nuovi provvedimenti, se necessario più restrittivi.
Sono poi stati emanati una serie di Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) con i quali sono state definite le misure attuative delle disposizioni contenute nei decreti-legge prima elencati.
Italia socchiusa, poi chiusa, infine blindata
Le imprese hanno visto un progressivo stop alle loro attività.
Inizialmente, infatti, era stata disposta la chiusura delle attività commerciali non essenziali nelle Regioni più colpite dall’epidemia, vale a dire Lombardia e Veneto; con il Dpcm 22 marzo 2020 (che alcuni chiamano decreto "Chiudi Italia"), è stata invece prevista la sospensione di tutte le attività produttive, industriali e commerciali, con la sola eccezione di quelle ritenute “essenziali” e indicate in un apposito allegato al Decreto stesso.
Le attività essenziali
L’allegato (che nella giornata del 25 marzo è stato ulteriormente modificato) contiene un elenco di attività indicate dai codici Ateco (qui consultabile).
Nell’elenco sono compresi i codici riconducibili alle attività di coltivazione agricole, produzione di animali, pesca, acquacoltura. Sono inoltre incluse le attività di commercio di commercio all'ingrosso di materie prime agricole e animali vivi.
Coldiretti e Iap, regime speciale o ordinario
Le attività agricole sono quindi incluse nell’elenco allegato al Dpcm.
Dunque, gli agricoltori possono continuare a svolgere la loro attività? La risposta è sì, ma richiede qualche precisazione.
La norma non subordina la possibilità di svolgere l’attività ad uno specifico regime fiscale adottato, né al possesso di specifiche qualifiche professionali, né tanto meno la limita a specifiche forme societarie. Ne consegue che l’attività potrà essere svolta sia da chi applica il regime speciale, sia da chi applica quello ordinario. Ugualmente potrà essere svolta sia da chi è in possesso della qualifica di coltivatore diretto o imprenditore agricolo professionale, sia da chi ne è privo.
Documenti da esibire
Al fine di dimostrare l’effettivo svolgimento di una attività ricompresa nell’elenco ministeriale, nel caso di controllo da parte delle autorità, è consigliabile esibire l’iscrizione al registro delle imprese, quindi attraverso una visura camerale; da quest’ultima, infatti, emerge, oltre al codice Ateco dell’attività, anche la sede di lavoro.
Per coloro che non hanno un’iscrizione in Camera di Commercio (agricoltori in regime di esonero) si ritiene sufficiente mostrare il certificato di attribuzione della Partita Iva.
Il nodo degli hobbisti
A parere di chi scrive, tutti coloro che svolgono, invece, un’ attività agricola in maniera occasionale, non organizzata (in sostanza, senza avere una partita Iva) non possono continuare ad esercitare l’attività. Si tratta dei cosiddetti hobbisti; si pensi a coloro che magari hanno un piccolo orto e lo coltivano per sé. Non trattandosi, infatti, di una vera e propria “attività”, come definita dal decreto mediante il richiamo dei codici Ateco, il suo svolgimento non trova giustificazione. Resta inteso che, laddove l’attività sia svolta presso la propria abitazione e non comporti alcuno spostamento, possa essere portata avanti.
Le attività funzionali
C’è poi la questione relativa alle “attività funzionali” (ne abbiamo parlato qui). Nel DPCM del 22 marzo 2020, il legislatore, dopo aver individuato le attività che possono continuare a svolgere la loro attività in quanto ritenute “essenziali”, dispone che restano sempre consentite le attività “funzionali” ad assicurare la continuità delle filiere essenziali.
In sostanza, chi svolge una attività il cui codice Ateco non è ricompreso nell’elenco degli essenziali, e la svolge nei confronti di soggetti che, invece, svolgono una attività autorizzata, possono continuare a farlo.
Tuttavia, mentre nel caso delle attività essenziali, l’apertura è automatica (non serve, cioè, nessuno specifico adempimento), per queste attività è previsto l’obbligo di effettuare una comunicazione al Prefetto della Provincia dove è ubicata l’attività produttiva. Per espressa previsione normativa, nella comunicazione occorre indicare specificamente le imprese e le amministrazioni beneficiarie dei prodotti e servizi attinenti alle attività consentite. Qualora ritenga che non sussiste la funzionalità con l’attività essenziale indicata, il Prefetto può sospendere l'attività.
Si segnala, a tal fine, che molte prefetture rendono disponibile un modello di comunicazione sui loro siti internet che può essere scaricata e compilata.
Secondo voi fare legna (nel bosco sopra casa, dove arrivo con un trattorino) per il proprio riscaldamento con camini in casa è possibile?
Bisogna farla ora per farla asciugare.
Grazie
L’attività agricola hobbista è disciplinata in sardegna dall’ordinanza della regione Sardegna del 24.03.2020 che consente lo svolgimento di tale attività limitatamente ad un componente del nucleo familiare e per una volta al giorno. Immagino che a che altre regioni, specie al sud, a biano disciplinato la materia
E chi svolge attività agricola in modo abituale e continuativo , tutti gli anni, coltivando una piccola azienda agricola familiare Per AUTOCONSUMO e che quindi non ha partita IVA perché NON VENDE NULLA può farlo vero? Anzi DEVE FARLO visto che nemmeno per lui il decreto Martina viene sospeso e che entro il 30 aprile anche lui È TENUTO ad eseguire le buone pratiche agricole? Vero?
Sono un pensionato di 68 anni della pubblica amministrazione: coltivo da sempre e in maniera continuativa due appezzamenti di terreno di circa 6.000 metri quadrati in due comuni vicini al mio, che non posso più raggiungere per le condivisibili e necessarie misure di distanziamento sociale per il coronavirus. Rilevo che oggi, 27 marzo 2020, il Governo ha chiarito che è consentita la vendita, tra l’altro, dei prodotti agricoli al dettaglio ai sensi del dcdm 22 marzo 2020. Dettaglio, si specifica, poiché era chiaro che l’agricoltura professionale potesse proseguire sempre ai sensi del richiamato decreto. Si può intendere che tale precisazione è riservata ai cosiddetti “hobbisti “, che coltivano in Italia circa 1.800.000 ettari di terreno per autoconsumo. Per quanto descritto, è certificabile l’attestazione di proprietà del terreno quale situazione di necessità ai fini del decreto del 22 marzo, pur spostandosi con le dovute precauzioni?
Ma mi chiedo, se il nostro ordinamento prevede l’autocertificazione di cui all’art. 46 del d.p.r. 445/2000 sulla documentazione amministrativa, come previsto anche dal d.p.c.m. in questione, perché Voi cosiddetti esperti volete complicare le cose burocratizzando tutto anche le cose risapute? Detto questo invito i lettori che verrano fermati per controlli da organi di polizia di autocertificare, come prevede la legge, la propria professione.
Io voglio sapere se le partite Iva in regime forfettario agricolo, proprietario di particelle agricole , possono muoversi per lavorare nei propri terreni?
Il problema parlo del mio paese ma è in generale…si è deciso che gli hobbisti non possono spostarsi per farsi l orticello e allora nel mio paese non può uscire quasi nessuno perché i registrati siamo pochissimi la maggior parte sono hobbisti e quindi non vedo giusta la cosa di non spostarsi per farsi l orto anche perché dicono le persone anziane che anno vissuto la guerra dicono che…dopo la guerra viene la fame…quindi…le persone che si campavano Delle loro piccole coltivazione devono morire di fame visto che non tengono un lavoro…
Buongiorno, per chiarezza nella categoria hobbisti come si deve comportare chi oltre alla coltivazione degli ortaggi alleva animali o nel luogo stesso detiene un animale da compagnia. Cordiali saluti
Buon pomeriggio .
sono un dipendente pubblico e sono proprietario di oltre 200 piante di olivo, tutte in agro nel mio comune di residenza.
Secondo voi, considerato il periodo della potatura e della pulizia dei fondi, posso recarmi con il mio trattore o con la mia macchina sui terreni per le pratiche agricole necessarie? Ovviamente munito dell’autocertificazione richiesta specificando che mi sto recando su terreni di mia proprietà per svolgere lavori colturali ( e non per fare una scampagnata!)
Se non ci vado, nel mio piccolo, interrompo una filiera agroalimentare che viene salvaguardata da tutti i DPCM entrati in vigore. Grazie
Gentile lettore, la risposta dipende dalla qualifica che con cui svolge questa attività. Se si tratta di un’attività professionale secondaria anche in regime di esonero (in pratica se ha almeno una partita Iva) sì. Altrimenti si ricade nell’attività hobbistica per la quale purtroppo non sono previste deroghe rispetto alle disposizioni anti covid19
é bene rimettere i voucher per uso agricolo, suggerirei l’avviamento alle attività agricole con visite mediche annesse a tutta la manovalanza stagionale,in modo di essere immediatamente operativi, con relativi documenti da esibire da parte della manovalanza come curriculum. Grazie e buona divulgazione.
Mio padre in un comune diverso da quello di residenza, ma vicinissimo, alleva dei polli per il solo fabbisogno familiare. In seguito al nuovo decreto le forze dell ordine gli hanno proibito di accudire i suddetti e intimato di commissionare un parente affinché gli animali abbiano almeno cibo ed acqua! Mi chiedo se sia possibile ottenere un permesso perché possa lui stesso provvedere alle cure necessarie dei polli i quali si trovano in campagna, in una zona isolata!
Credo che l’hobbista abbia il diritto di raccogliere ciò che produce nel proprio terreno anziché recarsi ai supermercati laddove può esserci un eventuale rischio di contagio . E ora che il signor presidente autorizzi i privati operatori agricoli quantunque hobbisti si possano spostare nella propria campagna per lavorare .
buongiorno,
e nel caso in cui il genitore abbia la partita iva?
grazie
Grazie dott. Tosi della risposta, ma non la condivido.
Perchè ricadiamo nell’attività hobbistica? Non stiamo coltivando l’orticello vicino casa. ma coltiviamo oliveti e lei sa che adesso è il periodo della potatura, della decespugliatura e trinciatura. Se non facciamo queste operazioni colturali, salta tutta la nostra produzione di olio, perdiamo il raccolto, interrompiamo un ciclo biologico della piante, oltre che a rischi di incendi.
Ribadisco che non sono nè un coltivatore diretto ne posseggo una partita IVA agricola, sono solo un proprietario di terreni avuti in eredità dalla mia famiglia.
Ho mandato una e-mail , con lo stesso quesito, al Ministero delle Politiche Agricole, sto aspettando la risposta. Ho chiesti pareri alle diverse forze di polizia, ma purtroppo anche loro non sanno darmi una risposta precisa.
Lei sarei grato se potesse approfondire il quesito.
Grazie.
Rino : sono possessore di partita Iva per altra attività nel mondo delle assicurazioni ( attività aperta) che mi consente gli spostamenti. Sono anche un coltivatore agricolo ( non so se definirmi Hobbista ) per la cui attività possiedo ha 4 di terreno per ortaggi. Le piantagioni sono fatte da contadini ma io attendo alle attività di innaffio delle colture avendo accesso al locale pompe di aspirazione acqua. Posso io spostarmi per questa semplice attività ?. Posso essere sanzionato se fermato in piena campagna ?.
Buon pomeriggio,
sono pensionato con partita iva ,proprietario di 100 piante di olivi,e 500 metri di vigna nello stesso comune di residenza.
Mi posso recare per la pulizia del fondo e la potatura degli olivi,rispettando le misure del DPCM, con relativa autocertificazione che mi sto recando sul fondo di mia proprietà?
grazie
Buon giorno. Sono un dipendendente di un azienda bancaria. Sono anche proprietario di circa 3 ettari di terreno, dislocati su diverse zone del comune di Racalmuto(AG)- Sicilia in parte coltivati ad uliveto in parte a cereali . Proprio questo inverno ho messo a dimora circa 100 ulivi e 20 alberi di agrumi . Sono titolare di partita iva con il seguente codice 011110 , = coltivazioni di cereali (escluso il riso) . Abito ed ho la residenza in un comune diverso da quello in cui sono dislocati le varie particelle di terreno. Posso Recarmi nei terreni ? In funzione dei vari decreti che limitano la circolazione delle persone ?
Grazie
Per tutti i gentili lettori alle prese con l’applicazione difforme dei decreti #IoRestoaCasa, che hanno ricevuto sanzioni o la cui attività lavorativa sia stata inibita dalle Forze dell’Ordine nonostante l’agricoltura sia considerata attività essenziale dall’Esecutivo, segnalo i numerosi successivi articoli con cui Terra e Vita si è occupata di questo tema e in particolare, nell’eventualità di dover ricorrere contro le sanzioni, l’articolo raggiungibile da questo link https://terraevita.edagricole.it/leggi-e-fisco/agricoltori-professionali-e-hobbisti-sanzionati-quali-chance-per-un-possibile-ricorso/
Mio padre ha un’azienda agricola con regolare partita IVA, ma solo, anziano (87 anni) e malato, non riesce piu’ a fare i lavori. Nel passato si faceva aiutare dai vicini e da me, figlio, che abito in Svizzera.
Mi e’ consentito il rientro in Italia per prestare aiuto, come necessaita’ lavorativa urgente?
Per venire in Italia, devo passare dalla Svizzera e dalla Francia, e le autorita’ di entrambi i paesi non hanno problemi.
IL nodo e’ l’Italia. Che cosa mi consigliate ? Grazie
Gentile lettore, in attesa della defintiva apertura del 3 giugno, ai sensi della normativa vigente, sia ai cittadini italiani, sia ai cittadini stranieri che si trovano al momento all’estero è consentito entrare in Italia soltanto per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; a partire dal 4 maggio 2020, é consentito anche il rientro presso il proprio domicilio o residenza: si deve tuttavia trattare di rientro stabile in Italia (una volta rientrati, non sarà cioè possibile fare “avanti e indietro” con altre abitazioni, né in altre Regioni né all’estero); la visita a congiunti NON è invece, al momento, un valido motivo per l’ingresso in Italia dall’estero, così come sono vietati gli ingressi per motivi di turismo.
I motivi che giustificano l’ingresso devono essere autocertificati attraverso l’apposito modulo di autodichiarazione per il rientro dall’estero, che è necessario stampare e portare con sé durante tutto il viaggio.