Cereali Ue, a spingere sui prezzi è il boom della domanda mondiale

La copertina dell'oulook sui prezzi Ue
Esce l’indagine sui mercati della Commissione Ue. L’export dei cereali in aumento del 14%, le semine di girasole cresciute dell’8% grazie alla deroga sui set-aside. L’impatto della siccità su olio di oliva e vino. Per il settore zootecnico il paradosso di consegne di latte in calo mentre aumenta la domanda di latticini e a incidere è l’impennata dei costi dei mangimi. Su suini e avicoli il terremoto causato dalle epizoozie

L’impatto del conflitto, quello della siccità e il blocco delle esportazioni decretato da numerosi Paesi dello scacchiere mondiale.

Sono le tre variabili impazzite che incidono sull’edizione estiva del rapporto sulle prospettive a breve termine per i mercati agricoli dell'Ue appena pubblicato dalla Commissione Europea.

Cereali e crisi geopolitica internazionale

cerealiIn particolare la Commissione rileva come i prezzi dei cereali rimangano molto alti e volatili a causa dell'incertezza sul livello globale di approvvigionamento causato dall'invasione russa dell'Ucraina, che ha ulteriormente aggravato i prezzi elevati di energia e fertilizzanti e la domanda di mangimi post-Covid.

La produzione totale di cereali dell'UE dovrebbe infatti raggiungere 286,4 milioni di tonnellate, il 2,5% in meno rispetto alla stagione 2021/22. Tuttavia, la domanda di mangimi per animali e di cereali per la produzione di biocarburanti dovrebbe diminuire rispettivamente dell'1,3% e del 3% e l'UE ha scorte di cereali relativamente elevate.

A incidere sui prezzi è però anche la previsione di un’esportazioni di cereali dell'UE in forte aumento (+14% rispetto al 2021/22), come compensazione della riduzione delle esportazioni globali causata dal blocco dei porti marittimi ucraini e dalle restrizioni all'esportazione poste in essere da alcuni esportatori.

Girasole +7,8% grazie al via libera nei set-aside

Sul fronte delle colture a ciclo primaverile estivo, la deroga per consentire la produzione di colture a fini alimentari e mangimi su terreni incolti, concessa a marzo dalla Commissione, ha comportato un aumento delle superfici seminate di colture proteiche per il 2022/23. L'aumento previsto della superficie è del 6% (2,2 milioni di ettari) per le colture proteiche anno su anno. Grazie all'aumento della produzione, si prevede che le esportazioni dell'UE di colture proteiche aumenteranno del 19% rispetto allo scorso anno. Gli agricoltori hanno utilizzato questa deroga soprattutto per seminare girasole, a causa dei suoi requisiti relativamente bassi di acqua e fertilizzazione. Le aree di semina stimate di girasole girasolehanno quindi raggiunto i 4,7 milioni di ettari, con un aumento del 7,8% su base annua. In questa stagione, la produzione di semi di girasole dell'UE dovrebbe raggiungere il massimo storico di 11,1 milioni di tonnellate (+7,8%).

Olio d’olivo, alternanza produttiva amplificata dalla siccità

giacenze olio presso frantoio ItaliaLa produzione di olio d'oliva ha continuato la sua ripresa con un aumento dell'11% anno su anno, raggiungendo quasi 2,3 milioni di tonnellate. Si prevede una ripresa degli usi domestici, mentre le esportazioni potrebbero rimanere al di sotto del livello record della scorsa stagione. Tuttavia, la mancanza di piogge e, di conseguenza, di acqua per l'irrigazione in alcune regioni produttrici della Spagna e dell'Italia, insieme a un'alternanza semestrale in Portogallo, potrebbero portare a un calo della raccolta dell'olio d'oliva dell'UE 2022/23 (a partire da ottobre) nonostante si preveda una certa ripresa in Grecia.

Meno vino ma più caro

Si stima che la produzione vinicola dell'UE nel 2021/22 diminuisca del 3% a 153 milioni di ettolitri, tornando alla media a lungo termine prima della pandemia di Covid-19. Anche il consumo di vino dell'UE, colpito dalle misure di covid-19, si sta normalizzando. Al momento dell'acquisto del vino, i consumatori considerano sempre più prima l'origine del vino, anche se questo significa un prezzo più alto, seguito dal gusto e dal marchio.

Pesche, consumi in ripresa

2022 Il consumo pro capite dell'UE di pesche e nettarine fresche dovrebbe aumentare a 6,1 kg (ancora al di sotto della media di lungo periodo) nonostante il minor potere d'acquisto. Questo potrebbe essere merito di una maggiore produzione, del bel tempo e del ritorno del turismo.

Il paradosso delle stalle: meno latte, più formaggi

Linea di imbottigliamento del latte fresco

I prezzi dei prodotti lattiero-caseari nell'UE sono a livelli record. Nonostante ciò, i margini delle aziende agricole restano ridotti a causa dell'elevato costo degli input (mangimi ed energia in particolare) e della logistica. Con le prospettive meteorologiche per i pascoli ancora negative, le consegne di latte nell'UE potrebbero diminuire dello 0,6% nel 2022. La produzione di formaggio nell'UE potrebbe nel frattempo crescere dello 0,5% grazie a prezzi competitivi sul mercato mondiale, che si sono tradotti di recente in flussi crescenti verso USA, oltre alla ripresa delle esportazioni verso il Regno Unito. Ciò potrebbe essere combinato con vendite al dettaglio nazionali stabili e recupero dei servizi di ristorazione.

Più domanda e meno offerta anche nelle carni

La produzione di carne bovina dell'UE dovrebbe diminuire nel 2022, nonostante i prezzi elevati. Ciò è dovuto principalmente a un patrimonio bovino europeo in declino indotto dalla ristrutturazione del settore. Per l'intero anno, le esportazioni di carne dell'UE dovrebbero crescere del 4%, trainate da mercati di alto valore come Canada, Giappone e Regno Unito.

I suini fanno i conti con la Psa

L'aumento delle misure ambientali, la riduzione delle prospettive di esportazione, i costi di produzione elevati sostenuti e la peste suina africana (PSA) stanno portando a un previsto calo della produzione di carne suina nell'UE del 4,7% nel 2022. Il Regno Unito è di nuovo la prima destinazione di esportazione dell'UE, ora che in Cina la grave crisi causata negli anni scorsi dalla PSA è stata contenuta.

Terremoto influenza aviaria

Il settore del pollame deve affrontare una stagione epidemica di influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) di magnitudo storica. Da ottobre 2021, 21 paesi dell'UE sono stati colpiti da focolai di HPAI nel pollame. Anche gli elevati costi di input stanno avendo un impatto sul settore. Pertanto, la produzione di pollame dell'UE dovrebbe rimanere stabile nel 2022, nonostante i prezzi elevati dei polli da carne. Il commercio con il Regno Unito è tornato ai livelli pre-Brexit.

Nonostante il minimo storico del patrimonio ovino e caprino dell'UE , le macellazioni dovrebbero stabilizzarsi nel 2022. Il commercio dovrebbe riprendere, ma a livelli ancora relativamente bassi, portando a prezzi interni elevati e sostenuti.

Informazioni più dettagliate su produzione, consumo e prezzi in questi e altri settori sono disponibili nel rapporto completo sulle prospettive a breve termine dell'estate 2022 (clicca per scaricare il documento in inglese).

Cereali Ue, a spingere sui prezzi è il boom della domanda mondiale - Ultima modifica: 2022-07-09T20:33:38+02:00 da Lorenzo Tosi

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