Durante la campagna 2023 gli eventi meteorologici avversi, come grandine, eccesso di pioggia e gelo, hanno provocato danni importanti al settore agricolo della provincia di Trento, con oltre il 70% della Sau colpita da almeno una forma di avversità climatica. L'instabilità meteorologica, in costante aumento, ha lasciato il segno, generando danni agli agricoltori trentini per oltre 36 milioni di euro. Tuttavia, per gli imprenditori che hanno aderito agli strumenti della gestione del rischio, i danni saranno indennizzati dalle compagnie di assicurazione entro la fine dell’anno e a seguire dai fondi mutualistici, che dovrebbero erogare ulteriori 5 milioni di risarcimenti. Il tasso di copertura assicurativa con polizze o fondi mutualistici in Trentino è del 90% per la frutta e si avvicina all’80% per l'uva, notevoli crescite anche per la copertura assicurativa di ciliegie e piccoli frutti. Lo fa sapere il Codipra con una nota.
Il flagello grandine
Per quanto riguarda le calamità atmosferiche, la stagione 2023 ha visto gli eventi grandinigeni causare i maggiori danni alle coltivazioni trentine. Le precipitazioni si sono manifestate per tutta la stagione agricola con numerosi episodi, che in alcuni casi hanno determinato danni così gravi da distruggere, in pochi minuti, le produzioni frutto di mesi di duro lavoro. I territori più colpiti dalla grandine sono Besenello, Nogaredo, Nomi, alcuni areali della Valsugana e la Val di Cembra.
Anche il l’eccesso di pioggia è stato fonte di danni, specialmente per le aziende viticole in Val d’Adige, aziende che saranno sempre più chiamate ad affrontare una vera sfida dettata dal riscaldamento globale, che determina nuove condizioni anche nelle vallate trentine. Infine, il gelo nella stagione appena conclusa, fortunatamente, ha risparmiato molte aree. Peraltro, in quelle particolarmente vulnerabili rispetto alle gelate, gli agricoltori sarà sempre più necessario che adottino, dove possibile, soluzioni di protezione.
Fitopatie e fondi mutualistici
Sul fronte “caldo” delle fitopatie, in particolare per scopazzi del melo e flavescenza dorata della vite, il Consorzio ha attivato da tempo due fondi mutualistici dedicati, che si impegnano a indennizzare per il mancato reddito a causa di queste problematiche, in pieno coordinamento e sinergia con altri strumenti e azioni dei consorzi vini, cantine, cooperative, Fem e Provincia autonoma. Sono numerose le perizie che i tecnici del consorzio stanno portando avanti al fine di contribuire con attenzione al monitoraggio del territorio.
«È sempre più evidente come ormai tutte le aree agricole della nostra provincia non siano risparmiate dagli effetti del cambiamento climatico, con conseguenze molto impattanti anche dal punto di vista economico – sottolinea il presidente del codipra Giovanni Menapace –. Questo ci impone, come agricoltori, di tutelarci per mantenere sostenibile la nostra azienda anche con nuove strategie di gestione del rischio, che concorrano all’efficientamento della spesa pubblica ed al contenimento entro le disponibilità del fabbisogno contributivo».
«Il cambiamento dell’approccio alla gestione del rischio non è più rimandabile – evidenzia la direttrice del Codipra Marica Sartori – dobbiamo abbracciare soluzioni innovative, come i fondi mutualistici, le tecnologie avanzate, nuove interpretazioni agronomiche e di territorio e le strategie di difesa attiva. Questi strumenti, insieme agli investimenti nel capitale umano che è e rimane strategico in agricoltura come in ogni settore, ci aiuteranno a diventare sempre più resilienti di fronte alle sfide del cambiamento climatico e della globalizzazione».