Anche in Sicilia, nonostante l'emergenza dovuta all'epidemia di coronavirus che sta paralizzando l'Italia, l'agricoltura va avanti, seppure tra mille difficoltà. Ecco il racconto di alcuni protagonisti che ogni giorno vanno in campagna per rifornirci di frutta e verdura fresca, utile anche a mantenere alte le nostre difese immunitarie.
Il commercio con l'estero è calato del 40%
«Si continua a lavorare – afferma Giuseppe Alessi presidente della Op ABioMed di Ragusa – con molta incertezza, con la paura di un possibile blocco delle merci e degli autisti che vanno oltre i confini italiani. Orientativamente, si parla di un calo del commercio verso l'estero di circa il 30/40%». Gli operai lavorano con la paura del contagio, anche se si stanno mettendo in atto tutti gli accorgimenti previsti dai decreti e dai vari aggiornamenti. Il mercato interno procede ed anche se si hanno delle riduzioni di prezzo, si continua a raccogliere. «Il settore primario non può permettersi di fermarsi, continua Alessi, ed alla fine dell'emergenza, nella fase post Covid19, l'Italia dovrà porsi delle domande ed incentivare il settore della sanità e dell'agricoltura».
Negli stabilimenti di trasformazione sicurezza garantita
«Arrestare la produzione – afferma Giuseppe Brafa tecnico agronomo dell'Op Colle D'Oro di Ispica (Ragusa) – significherebbe anche bloccare tutto l'indotto». Nei magazzini di lavorazione vengono attuate tutte le direttive del Dpcm e i vari aggiornamenti, con l'applicazione delle distanze di sicurezza, l'esclusione degli autisti dalle operazioni di carico e scarico merci, l'uso di mascherine (anche se difficilmente reperibili) e igienizzanti per tutti gli operatori e i dipendenti. Sono stati organizzati diversi turni di lavoro e, probabilmente, si dovrebbe anticipare la chiusura dei magazzini. «I problemi maggiori, continua Brafa, si evidenziano negli spostamenti nelle campagne, dove lavorano molti immigrati e non tutti hanno un mezzo proprio».
Inoltre, probabilmente, vista la necessità di continuare a lavorare, tutti i lavoratori dovrebbero essere sottoposti al tampone, in considerazione che solo il controllo della temperatura (che già alcune aziende effettuano), non è sufficiente. E già per Colle D'Oro ci sono dei cambiamenti di programmazione delle produzioni con l'eliminazione di qualche referenza e con la preoccupazione per le colture che dovrebbero essere impiantate, quelle più pregiate, come anguria e melone.
Coronavirus, gli agrumi vanno "a ruba"
Situazione un po' diversa per il comparto frutticolo e, in particolare per gli agrumi, per cui, la richiesta ha registrato un forte incremento e anche i prezzi in relazione alla vitamina C, utile al sistema immunitario.
Sono aumentati, purtroppo, i furti nelle campagne e richiedere un intervento appare complicato, visto l'impegno delle forze dell'ordine nei controlli del rispetto del decreto. La richiesta delle arance pigmentate, è triplicata anche per la gdo e trattandosi di un periodo di fine campagna, si stanno commercializzando i cloni tardivi di Tarocco come il Meli. Purtroppo, il prodotto italiano, a causa del drastico calo di produzione registratosi durante questa campagna, è davvero poco e non si riesce a soddisfare la domanda interna.
Florovivaismo in ginocchio
Situazione ben più grave per il settore florovivaistico. Complici le temperature che hanno anticipato la fioritura e l'imminente vendita (solitamente concentrata nei mesi di marzo e aprile), i vivai sono pieni di piante e fiori che andranno totalmente distrutti.
Coldiretti Sicilia sottolinea che per le aziende isolane si tratta di una situazione senza precedenti. Molte aziende lavoravano da mesi per la partecipazione a fiere nazionali ed internazionali ed hanno perso tutto. Inoltre, entro la metà di aprile devono essere svolti trapianti e innesti in vista della prossima stagione.
Nel Ragusano, ad Acate, l'azienda florovivaistica La Mediterranea, specializzata nella produzione di crisantemo, invece, di vedere i propri fiori distrutti per l'assenza di mercato, insieme all’associazione siciliana dei florovivaisti, e con la collaborazione dei commercianti di Vittoria, hanno posto i mazzi di fiori davanti ai negozi di generi alimentari ed alle edicole, in modo che, gratuitamente, tutti possano prenderne ed abbellire, così, la propria casa. Gli imprenditori florovivaistici contano nella dichiarazione dello stato di crisi.
Agea accelera i pagamenti
In generale, si sta cercando di andare incontro al settore agricolo con agevolazioni per i dipendenti, come la cassa integrazione e la sospensione generale dei tributi, ma non è sufficiente. Il Mipaaf qualche giorno fa ha comunicato che farà in modo di garantire liquidità alle imprese agricole e della filiera alimentare dato che, in questo momento, è una priorità assoluta. L'Agea accelera i pagamenti relativi alla domanda unica per l'annualità 2019 in favore di 52.767 beneficiari per 25,2 milioni di euro; ai Psr che Agea gestisce, in favore di 3.470 beneficiari per 34,6 milioni di euro; ai programmi operativi in favore di 13 beneficiari per 12 milioni di euro.