Piccinini: «Difficile accedere al credito. Cooperative agroalimentari in crisi di liquidità»

«Rimediare alla frammentazione di strumenti utili per la capitalizzazione delle imprese e attivare un tavolo con Abi e Banca d’Italia per trovare criteri diversi nel valutare le cooperative agroalimentari rispetto agli indici bancari». Le richieste del presidente di Fedagripesca durante l’incontro con il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che ha annunciato: «Il parlamento farà una legge contro la commercializzazione della carne sintetica in Italia»

«In questo particolare frangente, per effetto della nuova situazione di crisi innescata dal conflitto russo ucraino e, in particolare, a fronte dell’incremento dei costi dei fattori produttivi, il settore agricolo si trova ad affrontare un'importante criticità, quella relativa all'accesso al credito. Cessata l’operatività degli strumenti eccezionali di politica economica, varati durante la fase pandemica del 2020, che hanno consentito l’immissione nel mercato di ingenti capitali a favore delle imprese, assistiti da un sistema di garanzie pubbliche messe a disposizione dal Mediocredito centrale e da Ismea, sta ora emergendo una crisi di liquidità nelle cooperative agroalimentari a fronte di condizioni generali di offerta del credito sempre meno accomodanti».
Lo ha affermato il presidente di Fedagripesca Carlo Piccinini durante l’incontro tra Confcooperative-Fedagripesca e il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.

Piccinini: «Rivedere il metodo di analisi di bilancio adoperato dalle banche»

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Carlo Piccinini.

Per le cooperative, spiega Piccinini, l’accesso al credito risulta condizionato da almeno due fattori: «il primo è lo scopo mutualistico, che si traduce nella chiusura di bilanci con pareggio, senza la realizzazione di utili, parametro adoperato dagli istituti di credito per la valutazione del merito creditizio. Per le cooperative, l’utile, il guadagno dei nostri soci, si ha con il trasferimento della mutualità legato alla valorizzazione dei prodotti conferiti.

Il secondo fattore riguarda i livelli modesti di capitalizzazione delle cooperative. E il livello di capitalizzazione assume sempre più importanza nel garantire l’istituto di credito del rientro del credito erogato.

Tutto questo si traduce in una oggettiva difficoltà nell’interpretazione dei bilanci cooperativi: il metodo di analisi di bilancio adoperato dalle banche non coglie la centralità della valorizzazione dello scambio mutualistico con i soci».

«Convocare un tavolo con Abi e Banca d'Italia»

Piccinini ha quindi chiesto al ministro di attivare un tavolo con l'Associazione bancaria italiana (Abi) e Banca d’Italia al fine di trovare criteri diversi per valutare le cooperative nel sistema agroalimentare rispetto agli indici bancari.

Credito, «Il governo intervenga per rimediare alla frammentazione di strumenti e soggetti utili per la capitalizzazione delle imprese»

«Chiediamo quindi un'azione del Governo per rimediare alla frammentazione di strumenti e di soggetti che, a diverso titolo, propongono interventi di sostegno pubblico per la capitalizzazione delle imprese. E’ necessario concentrare su istituti, come Ismea, le risorse a disposizione, favorendo in tal modo il rafforzamento e la crescita del settore agroalimentare, attraverso strumenti innovativi. Gli enti di credito, attualmente così separati, non riescono a dare quella massa d’urto per rafforzare le imprese dal punto di vista finanziario».

«Finanza fondamentale per preservare l’italianità della governance imprenditoriale del settore agroalimentare»

«Non va peraltro sottaciuto come la finanza, oggi, per le imprese diviene fondamentale se si vuole preservare l’italianità della governance imprenditoriale del settore agroalimentare. A questo proposito - ha incalzato Piccinini - è opportuno che il Governo metta in campo tutti gli strumenti necessari per fare in modo che la proprietà e la gestione di alcune imprese agroalimentari, soprattutto quelle che storicamente producono e commercializzano prodotti di qualità espressione del made in Italy, resti italiana, salvaguardandola dall’aggressività di alcune multinazionali unicamente orientate al profitto e non alla piena valorizzazione del prodotto immesso sul mercato e distanti dalle logiche di gestione e valorizzazione delle filiere locali».

«Politiche comunitarie ideologizzate. L’Italia sia promotrice di una posizione fortemente critica»

Il presidente Piccinini ha poi affrontato il tema sostenibilità, criticando aspramente le scelte politiche comunitarie sull’agroalimentare, definite: «a dir poco ideologizzate». Il rischio, ha sottolineato, è «di non riuscire più ad assolvere alla nostra mission di promozione dello sviluppo economico e sociale specie nelle aree più marginali del Paese».

Piccinini ha dunque rivolto un appello al ministro affinché il dicastero da lui guidato «si faccia promotore di una posizione fortemente critica nei confronti delle ultime proposte normative della Commissione europea in materia di riduzione dei fitosanitari e degli imballaggi in plastica, così come quelle che tendono a penalizzare le filiere del vino e della carne, senza fare distinzione tra l’uso moderato e l’abuso di prodotti considerati dannosi per la salute».

La proposta: «Le risorse di competenza del Masaf premino chi può fregiarsi del brand made in Italy»

Piccinini ha quindi avanzato al ministro Lollobrigida una proposta finalizzata ad orientare le risorse pubbliche destinate al settore agroalimentare a quelle specifiche realtà produttive che investono sull’Italia, generano indotto locale e vendono prodotti frutto di una filiera davvero tutta italiana.

«A nostro avviso – ha spiegato – è auspicabile che almeno le risorse di competenza del ministero dell’Agricoltura premino chi può fregiarsi del brand made in Italy, sfruttando gli strumenti di tracciabilità ad oggi disponibili per ascrivere il made in Italy ai soli processi produttivi in cui l’origine italiana dei fattori della produzione sia garantita e certificata, a partire dalla materia prima fino ad arrivare alla trasformazione». Una rivendicazione, quella avanzata dalla cooperazione, che si fonda proprio «sulla rilevanza e sul ruolo che le cooperative rivestono nella costruzione e preservazione del patrimonio culturale ed economico del Paese».

Gardini: «Un patto tra governo e cooperazione agroalimentare»

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Maurizio Gardini.

Il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini ha chiesto un patto tra governo e cooperazione agroalimentare per salvaguardare le eccellenze del nostro made in Italy di cui le cooperative rappresentano 1/4 del valore. «In Italia sono realizzati dalle cooperative: il 60% della produzione vitivinicola, il 70% di quella lattiero casearia, oltre il 40% di quella ortofrutticola e il 60% dell’avicunicola. Una filiera tre volte italiana per prodotto, produttori e territorio. È impensabile – ha incalzato Gardini – competere nello stesso mercato con regole diverse».

I tarli che erodono la competitività del settore agroalimentare

Per Gardini, tra i tarli che erodono la competitività di un comparto che incide sul Pil per il 15%, troviamo: «il dumping e il lavoro nero, la spirale inflattiva dei costi dell’energia e delle materie prime; la mancanza di figure professionali; la Farm to Fork e le normative comunitarie in materia di sostenibilità che chiedono alle imprese inversioni di rotta troppo rapide senza misure di accompagnamento e mentre si regolamenta il mercato Ue si importano prodotti agricoli da paesi dove si utilizza ancora il Ddt; il penalizzante nutriscore; e l’Italian sounding».

Lollobrigida: «Il parlamento farà una legge contro la commercializzazione della carne sintetica in Italia»

Francesco Lollobrigida.

Il ministro Francesco Lollobrigida al termine del confronto ha annunciato che «il parlamento farà una legge contro la commercializzazione della carne sintetica in Italia. E che nei prossimi giorni arriveranno importanti novità sulla questione etichettatura».

Fedagripesca in numeri

Fedagripesca associa oltre 3mila cooperative agroalimentari e della pesca per un fatturato complessivo superiore a 32,6 miliardi di euro.

Leggi anche: Credito: «Per l’agricoltura cambiare le regole di Basilea»

 

Piccinini: «Difficile accedere al credito. Cooperative agroalimentari in crisi di liquidità» - Ultima modifica: 2023-03-16T21:28:55+01:00 da Laura Saggio

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