È possibile creare valore per tutti gli attori della filiera del grano duro? Rappresentanti di agricoltori, rivenditori, mugnai e pastai si sono confrontati, per cercare di offrire risposte convincenti a questa domanda, in una tavola rotonda (moderata da Angelo Frascarelli, docente dell’Università di Perugia) tenuta a Foggia in occasione dei Durum Days, organizzati e promossi da Assosementi, Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri, Alleanza cooperative agroalimentari, Compag, Italmopa, Unione Italiana Food, con Areté quale partner tecnico e la collaborazione del Crea.
Durum days leggi qui l'articolo con le previsioni su produzione e mercato;
leggi qui l'articolo sul confronto di filiera
Gli agricoltori: Copagri e Confagricoltura
La centralità dell’equa remunerazione di tutti i componenti della filiera è stata sottolineata dal presidente di Copagri Franco Verrascina, per il quale «è utile in tal senso puntare con decisione sulla qualità e sugli accordi di filiera per conseguire risultati più soddisfacenti dal punto di vista del reddito. Ma anche la politica deve fare la sua parte, ad esempio recependo rapidamente la direttiva Ue contro le pratiche commerciali sleali e implementandola includendo le aste elettroniche a doppio ribasso».
Per il presidente di Confagricoltura Foggia Filippo Schiavone «il “Fondo grano duro” si è rivelato indubbiamente uno strumento valido per sviluppare e incentivare le relazioni contrattuali all’interno della filiera. Ma auspico da parte delle istituzioni maggiore snellezza burocratica e certezza delle tempistiche dei pagamenti. L’etichettatura oggi non rappresenta ancora la leva economica per risollevare il prezzo di vendita del frumento duro, che copre a malapena i costi di produzione».
I rivenditori agricoli: Compag
Le rivendite agricole rivestono un ruolo molto importante nel sistema agricolo nazionale influenzandone i fattori di sviluppo, ha affermato il presidente Compag Fabio Manara.
«Il consumatore oggi è in grado di influenzare la Gdo, poiché le sue scelte creano “imposizioni” al trasformatore e, a ritroso, all’agricoltore. Gli affiliati Compag sono al fianco dell’agricoltore per fornirgli il supporto necessario per una produzione soddisfacente sotto i profili economico e fitosanitario e compatibile con le richieste della filiera. Dal punto di vista finanziario, gli associati Compag si trovano da una parte ad anticipare le spese degli agricoltori, che pagano sulla base del raccolto, dall’altro ad acquistare dalle multinazionali della chimica, scontando così uno squilibrio finanziario che li penalizza fortemente».
I mugnai, primi trasformatori: Italmopa
La necessaria valorizzazione del frumento duro nazionale deve andare di pari passo con l’altrettanto necessario miglioramento delle sue caratteristiche qualitative, ha sostenuto il presidente di Italmopa-Associazione industriali mugnai d’Italia Cosimo de Sortis.
«La nostra adesione al protocollo frumento duro, promosso e sottoscritto a dicembre 2017 dai principali attori della filiera, costituisce una prima risposta alla necessità di avviare un percorso condiviso volto a superare le criticità strutturali della stessa. Questo protocollo è uno strumento virtuoso che necessita tuttavia di essere opportunamente declinato in accordi tra le singole parti della filiera, per evitare che possa configurarsi come il “libro delle buone intenzioni” privo di risposte adeguate. È necessario, quindi, che esso si traduca nella promozione di strumenti, quali gli accordi di filiera, in grado di fornire risposte concrete alle esigenze della produzione agricola e dell’industria della trasformazione. L’accordo raggiunto fra Confagricoltura e Italmopa, volto a garantire il corretto approvvigionamento dell’industria in grano biologico a prezzi remunerativi per la produzione agricola, costituisce un esempio virtuoso della collaborazione pragmatica all’interno del comparto. Come industria di prima trasformazione siamo pienamente disponibili a sviluppare questa strategia con tutte le rappresentanze della produzione agricola interessate a privilegiare un approccio che risponda agli interessi dei venditori e dei compratori».
I pastai, secondi trasformatori: Unione Italiana Food
Per il responsabile del progetto Sustainable Farming di Barilla, Cesare Ronchi, intervenuto in rappresentanza di Unione Italiana Food (nata a fine 2018 dall’unione di due delle più rappresentative associazioni di categoria dell’alimentare italiano, Aidepi-Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane e Aiipa-Associazione italiana industrie prodotti alimentari), «la collaborazione avviata nell’ambito del protocollo di filiera con tutte le rappresentanze agricole impegnate nella produzione di grano duro di qualità deve condurre a una efficace produzione di grano adatto alla pastificazione. Ciò è possibile utilizzando tecniche innovative, adottando sistemi di agricoltura di precisione per la corretta gestione dei fattori produttivi e aggregando l’offerta, ancora troppo polverizzata».
Il ruolo della politica
Le azioni messe in campo dalla politica in questi anni per il sostegno al comparto del grano duro sono state tante, ma non sufficienti a invertire trend e tendenze negative, tant’è che restano ancora numerosi problemi, ha evidenziato l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, nonché coordinatore della Commissione Agricoltura della Conferenza delle Regioni, Leonardo di Gioia.
Concludendo i lavori della giornata egli ha dichiarato che «occorre una svolta che non può non passare da interventi forti e da impianti normativi nuovi, anche nella nuova Pac che si va delineando. La svolta deve partire da un forte contrasto alla burocrazia, che oggi rappresenta un grande freno con il suo peso insostenibile di regole che ostacolano e rallentano la crescita delle imprese agricole».