Grano duro, rinnovato l’accordo fra Barilla e i cerealicoltori dell’Emilia-Romagna

grano duro
Intesa su base triennale per la produzione di 360mila t di grano duro di qualità. L'assessore Caselli: «Il nostro modello si conferma vincente»

Il grano duro rappresenta una risorsa per l'Emilia-Romagna e qualsiasi iniziativa in grado di valorizzarlo e di dare certezze al produttore è da sostenere. Ne è convinta l'assessore all'agricoltura della regione Simona Caselli che rimarca: «Le intese di filiera sono fondamentali per migliorare la programmazione, garantire stabilità al comparto e salvaguardare la redditività degli agricoltori».

Simona Caselli

Parole dette in occasione del rinnovo dell'accordo triennale di filiera per il grano duro tra la Barilla, leader mondiale dell’industria pastaria, la Società produttori sementi Bologna e le principali organizzazioni di produttori cerealicoli della regione: Op Grandi colture italiane, Op Cerali, Consorzio agrario Terre Padane, Consorzio agrario di Parma, Consorzio agrario dell’Emilia e Consorzio agrario Adriatico.

120mila tonnellate all'anno

Firmata a Bologna nella sede della Regione, l’intesa è valida a partire dalla campagna di produzione cerealicola 2019-2020 e riguarda la fornitura di grano duro di alta qualità dell’Emilia-Romagna alla Barilla per oltre 120 mila tonnellate all’anno che saranno prodotte in una superficie agricola di oltre 20 mila ettari, pari a circa un terzo della produzione regionale.

Promosso dalla Regione Emilia-Romagna, l’accordo per la fornitura di grano duro al gruppo di Parma supera oggi i quindici anni di vita e ha fatto da apripista a livello nazionale, facendo dell’Emilia-Romagna un polo d’eccellenza di questo comparto.

L’intesa rende possibili in concreto molteplici vantaggi: Barilla potrà contare su una varietà di grano appositamente selezionata e su un bacino di produzione vicino agli stabilimenti e tutto italiano.

Ai consumatori verrà garantito un prodotto finale di elevata qualità e coltivato con tecniche rispettose dell’ambiente.

Gli agricoltori, infine, hanno la conferma di uno sbocco di mercato sicuro, con un prezzo di vendita concordato e premi per la qualità del prodotto fornito.

Le basi di prezzo

Il prezzo è determinato per una quota dal listino della Borsa merci di Bologna e prefissato per la restante. Per l'annata 2019-2020 la parte fissa è determinata su tre categorie: 240 €/t per grano duro con contenuto proteico del 13%, 250 €/t per quello che raggiunge il 13,5% e 260 €/t per il grano con il 14% di proteine.

Gli agricoltori potranno, inoltre, accedere ai contributi (per ettari coltivati) previsti dal Ministero delle Politiche agricole a favore dei produttori che aderiscono a contratti di filiera di durata triennale.

Su questo ritorna la Caselli. «Il ministro Bellanova ha annunciato che saranno nuovamente stanziate risorse, pari 10 milioni di euro all’anno, per favorire lo sviluppo di questi contratti- Grazie a questo accordo facciamo sistema con il Ministero e sosteniamo le produzioni di qualità e l’innovazione»

Un sostegno virtuoso

«Questo ulteriore accordo dimostra che c'è un modo virtuoso di sostenere l'agricoltura

Luigi Ganazzoli

nazionale della filiera grano-pasta - afferma Luigi Ganazzoli, responsabile acquisti del Gruppo Barilla-. Attraverso questi contratti di coltivazione triennali stiamo riuscendo finalmente ad aumentare la produzione di grano duro italiano di qualità e a remunerare adeguatamente gli agricoltori che potranno anche programmare al meglio lo sviluppo di mezzi e di risorse. Allo stesso tempo stiamo riscontrando una riduzione dell’impatto ambientale grazie alla crescita del progetto grano duro sostenibile, in linea con la nostra mission ‘Buono per Te, Buono per il Pianeta’. Per quest’anno, inoltre, abbiamo concordato una lista di varietà consigliate studiate insieme a Horta, spin off dell’università Cattolica di Piacenza. In questo modo saremo in grado di promuovere la coltivazione di grano duro sempre più adatta alle caratteristiche del territorio emiliano-romagnolo. Questo per noi è un approccio strategico che progressivamente vorremmo estendere a tutte le regioni italiane oggetto dei nostri approvvigionamenti».

I termini del contratto

L’impegno riguarda la fornitura di un quantitativo di oltre 360mila tonnellate nel triennio.

Il contratto di filiera triennale è una sorta di “accordo ombrello” che fissa gli impegni generali a cui saranno poi collegati i singoli contratti firmati tra il Gruppo Barilla e ogni organizzazione di produttori o consorzio agrario. A loro volta questi ultimi stipuleranno con i propri soci agricoltori i contratti di coltivazione, con le specifiche tecniche e le opzioni di valorizzazione del grano duro.

La Società produttori sementi Bologna fornirà la maggior parte del seme utilizzato per le coltivazioni. È la selezionatrice delle principali varietà di grano identificate dal disciplinare e sviluppate con un’attività di ricerca e sperimentazione, in parte sostenuta anche dalla Regione.

Nel contratto oltre al prezzo vengono definite le varietà; la durata e le modalità di stoccaggioe viene estesa da un minimo di 50% e fino al massimo del 100% la percentuale di prodotto ottenuta utilizzando lo strumento applicativo “granoduro.net” che supporta le scelte delle tecniche colturali più adatte e sostenibili in base al terreno e alla varietà coltivata, garantendone sostenibilità e tracciabilità.

Il nodo delle Cun

L'ultimo passaggio dell'assessore è dedicato alle Cun, commissioni uniche nazionali, sulle quali la posizione è netta: «I prezzi devono essere 'veri'. E per noi - rimarca la Caselli - il prezzo del grano duro e tenero si fa alla Borsa di Bologna. Non molleremo su questo punto e non accetteremo stravolgimenti nel nome di Cun che non hanno un'adeguata rappresentatività»

Grano duro, rinnovato l’accordo fra Barilla e i cerealicoltori dell’Emilia-Romagna - Ultima modifica: 2019-12-04T17:37:17+01:00 da Gianni Gnudi

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