La Conferenza Stato – Regioni ha raggiunto l’intesa sul Decreto del ministro Stefano Patuanelli relativo alle piante officinali, adottato di concerto con il Ministero della Transizione Ecologica e con il Ministero della Salute. Ciò permette di definire l’elenco delle specie di piante officinali coltivate e i criteri di raccolta e prima trasformazione delle specie di piante officinali spontanee. Il decreto era saltato la scorsa estate per "colpa" della canapa. Le Regioni avranno 18 mesi di tempo per attuare le norme contenute nel decreto. Lo schema di decreto interministeriale recepisce quanto disposto dagli art.1 e 3 del decreto legislativo n.75/2018 “Testo unico in materia di coltivazione, raccolta e prima trasformazione delle piante officinali”. Viene introdotto un quadro normativo innovativo a livello europeo per il comparto delle piante officinali, a beneficio delle moltissime aziende agricole interessate ad avviare un’attività di coltivazione e prima trasformazione.
Volano per la filiera
Il Decreto offre una prospettiva di diversificazione di grande interesse per la nostra agricoltura, in grado di attrarre risorse e investimenti e di favorire nuova occupazione, specie giovanile, proprio nella filiera primaria. La regolamentazione della raccolta delle specie selvatiche e la prescrizione di precisi obblighi formativi per chi intenda praticarla rappresenta inoltre un ulteriore strumento di difesa della biodiversità.Mipaaf e si basa sull’ampio e approfondito lavoro di raccolta e analisi di dati scientifici, svolto da docenti universitari ed esperti degli Enti di ricerca accreditati, con la collaborazione attiva dei rappresentanti delle Istituzioni coinvolte, degli Ordini professionali, delle associazioni dei produttori agricoli, delle imprese del settore e dei rappresentanti delle Regioni. Nel corso della Conferenza Stato Regioni è stata, inoltre, sancita l’intesa anche sullo schema di Decreto del Mipaaf che definisce i criteri e le modalità di concessione dei mutui agevolati a tasso zero da parte di Ismea e sugli investimenti negli invasi del Piano Nazionale degli interventi nel settore idrico.
Il testo è stato ampiamente discusso e condiviso, sia sul piano tecnico che giuridico, nell’ambito dei lavori svolti dal Tavolo tecnico delle piante officinali istituito nel 2019 presso ilGallinella: «Fatta chiarezza anche sulla canapa»
Soddisfatto per l'intesa raggiunto il presidente della Comagri alla Camera Filippo Gallinella.
«Esprimiamo soddisfazione per l’accordo raggiunto con le Regioni – ha detto Gallinella – si tratta di un testo atteso dal comparto e frutto di un lavoro ministeriale importante e ampiamente condiviso».
«In merito alla Cannabis sativa ‘L’ (‘L’ sta per Linneo e non per Light, che è un’invenzione commerciale), il decreto – chiarisce il presidente – fissa quali siano le specie ammesse. Per la coltivazione ai fini della produzione di foglie e infiorescenze o di sostanze attive a uso medico, le regole permangono quelle definite dal D.P.R. 309/90, ribadendo la necessità dell’autorizzazione da parte del Ministero della Salute. Inoltre, il provvedimento chiarisce che la vendita sia disciplinata dalle norme di settore, così come l’uso alimentare è subordinato al regolamento 178/2002. Infine, sono escluse dall’ambito di applicazione del decreto le specie esotiche inserite nell’elenco del D.L. 230/2017».
Agrinsieme, sulla canapa occasione persa
Bene lo schema di decreto interministeriale sulle piante officinali atteso da tempo, ma si
è persa l'occasione di fare chiarezza sull'uso dell'infiorescenza di canapa industriale. Questo il commento di Agrinsieme, il coordinamento che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, all'intesa raggiunta nella Conferenza Stato-Regioni e Province autonome.
Nonostante la sollecitazione di Agrinsieme a una modifica del decreto per valorizzare pienamente le piante di Cannabis Sativa L. a basso Thc in ambito officinale, il testo approvato, nota Agrinsieme, non la ha recepita. Si è quindi persa l'occasione di fare chiarezza sul piano normativo e di dare una spinta propulsiva a un comparto che ha tutte le potenzialità, a livello agricolo e di trasformazione, di attrarre risorse e investimenti, creando occupazione, specie giovanile. Si tratta, peraltro, di una coltura che può dare un grande contributo allo sviluppo della bioeconomia circolare. L'auspicio di Agrinsieme, è che in tempi brevi ci sia la volontà di chiarire tutti gli aspetti degli usi di questa coltura per dare certezza agli operatori del settore.