I cambiamenti climatici, la scarsità di risorse e di infrastrutture, l’evoluzione della domanda di mercato e delle abitudini alimentari. Sono le grandi sfide che gli agricoltori europei dovranno affrontare nel 2040. Ma chi saranno i protagonisti dell’agricoltura del futuro? Lo rivela "Farmers of the Future," (qui) il report pubblicato dalla Commissione europea e curato dal Joint Research Centre che definisce l’identikit di 12 agricoltori del futuro rispetto ai trend emergenti, non ultimo quello della transizione verso la sostenibilità.
La diversità dei profili e degli approcci potrebbe impattare in modo significativo sul futuro dell'agricoltura sconvolgendo i modelli di business consolidati e la figura stessa dell’agricoltore tradizionale. Lo studio identifica anche aree di intervento capaci di salvaguardare la resilienza dell'agricoltura e la sicurezza alimentare così come politiche più coerenti di diversificazione del sistema alimentare, nuovi approcci per la tutela dell'ambiente, la gestione di reti più snelle da parte degli agricoltori, nuove forme di comunicazione e collegamento con cittadini e consumatori,
I profili dei 12 agricoltori del futuro
L'analisi è stata realizzata con il contributo di agricoltori, stakeholder del mondo agroalimentare, accademico, della società civile e delle istituzioni prendendo in considerazione 14 megatrend che influenzeranno l'agricoltura nei prossimi due decenni.
Sono stati individuare 12 profili-tipo di agricoltori.
- l’agricoltore "flessibile": creativo, curioso, aperto, intraprendente, agile, cercherà di diversificare produzioni e reti. La sua sarà un’azienda multifunzionale, capace di produrre prodotti e servizi connessi a un tema con un approccio agroambientale;
- l’agricoltore “manager”: in carriera, focalizzato sull’azienda più tradizionale e sul valore del patrimonio, produttore di materie prime biologiche o certificate;
- l’agricoltore "intensivo": innovativo e orientato verso l’agricoltura di precisione, titolare di una grande azienda specializzata, fornitore di commodity per catene globali. Affronterà la sfida del cambiamento climatico e della scarsità di risorse;
- l’agricoltore “tradizionale”: conservatore, si baserà su modelli di business legati ad investimenti passati, dipendente da sussidi e con reddito extra-agricolo. Dovrà adottare nuove strategie per mantenere l'attività e sopravvivere. Sarà rispettoso delle regole, cercherà di proteggere il patrimonio di edifici e paesaggi;
- l’agricoltore “in ambiente controllato”: high tech, specializzato in produzioni fuori-suolo, in agricoltura verticale nelle città e in periferia; sarà un produttore locale, flessibile in grado di adattarsi alle nuove esigenze. Il suo approccio è quello dell’economia circolare;
- l’agricoltore “da alimenti alternativi”: imprenditore biotech, attratto da prodotti e alimenti basati anche su proteine sintetiche, si muove in un ambito di economia circolare diverso da quello dell’allevamento tradizionale;
- l’agricoltore “sociale”: empatico, di larghe vedute, proiettato verso l’assistenza e i servizi alla società, titolare di un’azienda agricola che fornisce cibo ma anche attività sociali. Si muove in un contesto di rispetto dell’agroambiente;
- l’agricoltore “lifestyle”: agricoltore come stile di vita, presta attenzione alla qualità della vita, competente e flessibile. Proviene dalle aree urbane, svolge l’attività agricola come fornitore di servizi. Si muove in un contesto forestale e di agricoltura biologica;.
- l’agricoltore “rigeneratore”: ha una forte motivazione ambientale e sociale, un approccio olistico all’agricoltura. La sostenibilità ambientale è il suo principio guida, , fornisce il massimo del prodotto sostenibile;
- l’agricoltore “urbano”: imprenditore socialmente responsabile, produce cibo locale in aree urbane, in campo aperto e serre, predilige occuparsi di colture particolari per fornire un servizio sociale. Si muove in un contesto di agricoltura biologica;
- l’agricoltore “hobbista appassionato”: costante, padroneggia l'attività in piccole aziende agricole, è più concentrato sull’occupazione piuttosto che sulla redditività. Non fa affidamento sul reddito, il valore è nella stessa attività agricola. Si muove in un contesto agroambientale;
- l’agricoltore “approvvigionatore”: figura tipica delle piccole aziende agricole , coltiva in appezzamenti, giardini o installazioni domestiche urbane o rurali. Produrre e trasforma alimenti per il piacere di offrire, condividere e mantenersi in rete.
I profili dei futuri agricoltori sono stati creati tramite una serie di workshop che hanno considerato trend esistenti ed emergenti dell'agricoltura europea e hanno tenuto contoanche dei megatrend che dovrebbero interessare gli agricoltori nei due prossimidecenni, ad esempio in termini di sviluppo economico, globalizzazione e progresso scientifico e tecnologico.
Obiettivo, anticipare l’evoluzione
Lo scopo non era quello di creare e formulare categorie rigide di futuri agricoltori, ma mettere in luce come le diverse caratteristiche del settore primario possano spingere gli stessi agricoltori a evolvere assieme ai cambiamenti tecnologici, economici, sociali e culturali che verranno.
I profili dell’agricoltore "flessibile”, del “manager”, dell’”intensivo” e del “tradizionale” assumono molte di quelle che sono le diverse caratteristiche dell’agricoltura europea, ma sono capaci di adeguarsi ai cambiamenti tecnologici ed economici previsti, soprattutto in termini di digitalizzazione, biotecnologie, evoluzione dei mercati agricoli e dei modelli di consumo.
Gli agricoltori “ad ambiente controllato” e“ da alimenti alternativi” guardano a tecnologie emergenti e potenzialmente dirompenti, per la produzione alimentare. Le figure del agricoltore “sociale”, “rigeneratore” e “urbano” esplorano in modo più approfondito le tendenze sociali più orientate verso la salute e il benessere, la costruzione di una comunità, la ridefinizione del rapporto con la natura.
Infine, gli agricoltori “stillyfe” e “hobbista appassionato” riflettono le tendenze culturali del cambiamento della natura del lavoro, del ritorno alla terra del fenomeno dello slow food e della conoscenza informale delle reti.
La crisi legata alla pandemia da Covid-19 nel 2020 ha mostrato, si legge nel report, quanto sia fondamentale mantenere intatto l’ambiente e il valore di resilienza della produzione agricola. Il cambio repentino delle condizioni di vita, l'accelerazione delle tendenze esistenti (ad esempio la digitalizzazione), come così come i possibili cambiamenti di comportamento a lungo termine (ad esempio per quanto riguarda i modelli di consumo), hanno dimostrato anche quanto sia importante essere preparati.
I trend del 2040
Tecnologie come l’agricoltura di precisione, la robotizzazione, la digitalizzazione delle filiere (blockchain, mobilità) e i sistemi di supporto alle decisioni (intelligenza artificiale big data) dovrebbero aumentare l'efficienza delle pratiche agricole e dei processi aziendali, riducendo quindi anche l’impatto ambientale.
Saranno necessari un nuovo know-how, competenze specifiche e una complessa rete di partner per nuovi asset (terra, capitale, lavoro), processi produttivi (consulenti, fornitori di servizi) e vendite (reti di consumatori, comunicazione e social media). Potrebbero crescere inoltre i produttori di alimenti non tradizionali che si concentreranno su proteine alternative.
Le reti di approvvigionamento alimentare dovrebbero diventare più grandi, distribuite, globali e diversificate. Le nuove possibilità di trasporto (es. droni, veicoli automatizzati) potrebbero tuttavia innescare conflitti sul controllo della logistica, sulla proprietà intellettuale e sulla proprietà dei dati.
Gli impatti del cambiamento climatico si avvertiranno in tutta l’Europa portando a condizioni meteorologiche instabili, inondazioni più frequenti, siccità ed eventi più estremi in termini di temperature. Di conseguenza, le misure di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici dovrebbero essere integrate e coinvolgere l'intera filiera alimentare,
L'agricoltura rispettosa dell'ambiente, in qualunque forma, sarà molto più diffusa, e diventerà un caposaldo del settore. Oltre alle temperature estreme, la salute del suolo e l'approvvigionamento idrico saranno le principali preoccupazioni. L'agricoltura diventerà parte di un'economia circolare.