Avanti con le deroghe alla Pac anche nel 2023.
Nel corso dell’ultimo Consiglio agricolo che si è tenuto lo scorso 18 luglio, praticamente tutti gli Stati membri hanno chiesto maggiore flessibilità nel quadro di attuazione della prossima Pac come risposta all’insicurezza alimentare globale causata dal conflitto in Ucraina.
Sotto il fuoco incrociato dei Ministri europei sono finite soprattutto le cosiddette “buone condizioni agronomiche e ambientali” (Bcaa) che rafforzano il quadro della condizionalità della politica agricola post 2022.
Il dibattito al Consiglio Agrifish
Lo ha confermato ad Euractiv il ministro ceco Zdeněk Nekula che ha presieduto per la prima volta la riunione all’esordio del semestre ceco alla guida dell’Unione.
La Commissione si è presa qualche giorno di tempo per valutare la risposta, che è arrivata lo scorso venerdì 22 luglio.
1,5 milioni di ettari di seminativi in più
L’esecutivo di Bruxelles ha quindi annunciato la proposta di una deroga temporanea a breve termine ai vincoli della rotazione delle colture e della non coltivazione nelle aree ecologiche. L'impatto di tale misura dipenderà dalla scelta operata dagli Stati membri e dagli agricoltori, ma dovrebbe massimizzare la capacità di produzione dell'UE di cereali. Nell'attuale Pac, in vigore fino alla fine dell'anno, i cerealicoltori con superfici superiori a 15 ettari devono infatti garantire che almeno il 5% dei loro terreni sia destinato ad aree Efa (Ecological focus area), un vincolo per il quale è già in vigore una deroga da fine marzo.
La nuova deroga ora proposta dalla Commissione avrà un impatto maggiore, perchè nella Pac post 2022 la percentuale di incolto scende al 4% ma vale per tutte le aziende con meno di 10 anni ettari. Ciò significa che circa il 90% dei seminativi in Europa sarà interessato da tale deroga, eccetto i prati e le colture permanenti. Bruxelles stima così di riportare in produzione circa 1,5 milioni di ettari in più rispetto ad oggi.
«Ogni tonnellata di cereali prodotta nell'UE contribuirà ad aumentare la sicurezza alimentare in tutto il mondo», fanno sapere da Bruxelles.
L’adozione condizionata alla risposta degli Stati Membri
La proposta della Commissione sarà inviata agli Stati membri dell'UE prima di essere formalmente adottata.
L’Unione europea tiene infatti in particolare conto le Bcaa come strumenti per preservare il potenziale del suolo e migliorare l’agrobiodiversità. Per questo la Commissione sottolinea che la deroga è temporanea, limitata all'anno di domanda 2023 e con precisi contorni colturali legati alla necessità affrontare i problemi di sicurezza alimentare globale, escludendo quindi la semina di colture tipicamente utilizzate per l'alimentazione degli animali (mais e soia).
Farm to Fork solo rimandata
«La proposta – si legge in una nota della Commissione - è il risultato di un attento bilanciamento tra disponibilità e accessibilità alimentare globale, da un lato, e protezione della biodiversità e della salute del suolo dall'altro. La Commissione resta pienamente impegnata nel Green Deal». «La proposta prevede che gli Stati membri che si avvalgono delle deroghe promuovano ecoschemi e misure agroambientali programmati nei loro piani strategici della PAC. La sostenibilità a lungo termine del nostro sistema alimentare è fondamentale per la sicurezza alimentare».
Insomma: Farm to Fork e Biodiversity strategy sono solo rimandate.