Sostenibilità degli allevamenti, ridurre la produzione non serve

Uno studio pubblicato dalla Commissione europea e redatto da due autori indipendenti analizza in modo imparziale l'impatto della zootecnia sull’ambiente

Allevamento di vacche da latte
Uno studio Ue suggerisce che i sistemi di allevamento dovrebbero evolversi per fornire una gamma di beni e servizi, piuttosto che essere guidati esclusivamente dall'obiettivo della produzione. Occorre, però, evitare un'eccessiva semplificazione del dibattito sull’impatto dell’allevamento sull'ambiente. Non serve, in ogni caso, ridurre la produzione. La questione è molto più complessa.

La zootecnia è responsabile solo per un 10% dei gas serra totali,  lo sono molto di più altri due settori come l’industria che contribuisce per il 38% e i trasporti che producono il 21% delle emissioni totali di CO2.

In primo piano il dibattito sulla sostenibilità della zootecnia nell'Ue che ha un impatto sull’ambiente, sia in termini negativi che positivi, ma anche un grande peso economico e sociale che deve essere sempre considerato. Il comparto zootecnico ha già fatto molto per ridurre gli impatti negativi, ma può fare molto di più.

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Sono questi i principali risultati dello "Studio sul futuro dell’allevamento nell'Ue: come contribuire a un settore agricolo sostenibile?", redatto da due autori indipendenti e pubblicato recentemente dalla Commissione europea.

L’indagine descrive l'impatto del settore zootecnico sull’ambiente, sia in termini negativi, come emissioni di gas a effetto serra, ad esempio, sia in termini positivi, per quanto riguarda, ad esempio, il mantenimento dei prati permanenti in grado di incentivare la biodiversità.  Lo studio invita però ad evitare un'eccessiva semplificazione del dibattito sull’impatto dell’allevamento.

La zootecnia ha, in ogni caso,  un’importanza economica e sociale significativa in tutta l'Ue. Ad esempio, nel 2017, il valore della produzioni animali dell'Ue-28 era di 170 miliardi di euro, pari al 40% dell'attività agricola totale. Inoltre, gli allevamenti europei danno impiego a circa 4 milioni di persone, con in media da 1 a 2 lavoratori per allevamento.

Prevista una flessione dei consumi di carne e prodotti lattiero caseari entro il 2030

In termini di consumi, le proteine ​​di origine animale coprono oltre il 50% del contenuto proteico totale delle diete europee. Nel 2020 ogni europeo dovrebbe aver consumato 69,5 chilogrammi di carne e 236 litri di latte. Negli ultimi anni il consumo di carne e prodotti lattiero caseari nell'Ue è tuttavia diminuito ed è prevista un’ulteriore flessione dei consumi entro il 2030. Si è osservato anche uno spostamento nel paniere dei prodotti acquistati dai consumatori medi, con una diminuzione del consumo di carne bovina e una sostituzione di carne suina con quella avicola.

L’impatto ambientale 

Lo studio descrive l’impatto ambientale del settore zootecnico sia in termini positivi che negativi. Nel 2017, il settore agricolo dell'Ue-28 ha prodotto il 10% delle emissioni totali di gas serra, una quota inferiore a quella dell’industria (38%) o dei trasporti (21%). Una volta incluse le emissioni relative alla produzione, al trasporto e alla lavorazione dei mangimi, il settore zootecnico è responsabile dell'81-86% delle emissioni totali di gas serra agricoli. Inoltre, l'allevamento del bestiame contribuisce all’inquinamento da azoto negli ambienti acquatici europei che portando a notevoli danni ambientali, come l'eutrofizzazione.

Il settore dell'allevamento contribuisce alle emissioni di gas serra dell'Ue attraverso i suoi effetti sugli stock di carbonio nel suolo. Ad esempio, la conversione di terra coltivata in praterie o foreste porta a un maggiore stoccaggio di carbonio, mentre la conversione delle foreste e delle praterie in terra coltivate ha l'effetto opposto, porta a emissioni di carbonio. Il bestiame gioca un ruolo chiave nell'uso del suolo, che può essere positivo o negativo a livello locale e globale.

L’allevamento può avere un impatto positivo sulla biodiversità e sul carbonio del suolo attraverso il mantenimento di prati permanenti e siepi e l'uso ottimizzato del letame. Questi effetti positivi dipendono fortemente dal tipo di allevamento e dalle condizioni locali in cui si trovano.

Diminuire la produzione zootecnica non serve 

Lo studio evidenzia anche l'efficienza della zootecnia nell'Ue. Se la produzione a livello di Ue venisse ridotta e la domanda globale di carne dovesse  aumentare si rischierebbe di vedere   spostare la produzione e gli impatti associati in altre parti del mondo.

Inoltre, la semplice riduzione della produzione zootecnica nell'Ue potrebbe non portare a filiere agroalimentari più sostenibili. Lo studio sottolinea l'importanza di tenere conto dei diversi sistemi di produzione, che hanno prestazioni ambientali positive e negative diverse.

Infine, gli autori hanno concluso che nella transizione verso sistemi alimentari più sostenibili, l'importanza economica e socio-culturale del settore non può essere ignorata. L'allevamento rappresenta qualche cosa di più di una semplice produzione alimentare.

La zootecnia di domani: sostenibile e capace di fornire  beni e servizi

Lo studio suggerisce che i sistemi di allevamento dovrebbero evolversi per fornire una gamma di beni e servizi, piuttosto che essere guidati esclusivamente dall'obiettivo della produzione. Il clima, la salute e il benessere degli animali dovrebbero essere posti al centro dell'innovazione per i sistemi di allevamento di domani.

L'innovazione sarà fondamentale per ridurre gli impatti negativi del settore. L'efficienza produttiva dovrebbe essere aumentata, implementando un mix di nuove tecnologie e pratiche agrosostenibili. Ad esempio, un approccio capace di integrare più strettamente colture e bestiame e massimizzare la capacità dell’allevamento di utilizzare biomasse non commestibili per l'alimentazione umana possono fornire un margine per ridurre l'uso di pesticidi e fertilizzanti sintetici, mantenere la produttività e garantire la conservazione delle risorse naturali.

Infine, lo studio sottolinea anche l'importanza della governance per garantire la continuità delle aziende agricole e mantenere l'occupazione verso sistemi di allevamento sostenibili. La migrazione a tali sistemi dovrà essere incoraggiata dalle politiche pubbliche e ricompensata dalla visibilità e dai ritorni economici.

Sostenibilità degli allevamenti, ridurre la produzione non serve - Ultima modifica: 2020-10-18T21:45:44+02:00 da Francesca Baccino

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