Trentatré anni, ravennate, imprenditore agricolo nel settore ortofrutticolo e sementiero, Stefano Francia è stato confermato presidente di Agia, l’associazione dei giovani imprenditori agricoli di Cia-Agricoltori Italiani, dalla quarta assemblea elettiva che si è svolta all'auditorium Giuseppe Avolio di Roma. Francia è anche presidente del Condifesa Ravenna e del Consorzio di Bonifica della Romagna.
Il ruolo dell'agricoltura in un periodo difficile
«La guerra in Ucraina sta di nuovo cambiando il corso della storia più recente già segnata dagli effetti devastanti della pandemia – ha detto Francia –. A poco più di un mese dall'inizio del conflitto sono stati calpestati i diritti civili, compromesse le relazioni geopolitiche internazionali e messe in seria crisi le economie nazionali ed europee, destabilizzate dall’incertezza di materie prime cruciali come gas e fertilizzanti. L’agricoltura è, ancora una volta, chiamata a garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e i suoi giovani a trainare quella transizione ecologica e digitale, già centrale nei nostri ultimi quattro anni di vita associativa e ora realmente determinanti per la sostenibilità del Paese e dell’Europa – ha aggiunto –. Ѐ lungo questa traiettoria che dobbiamo continuare a muoverci adesso, affrontando con più determinazione, consapevolezza e competenza le progettualità di Pnrr e Pac».
Nelle parole, dunque, del rieletto presidente Agia-Cia - che ha ringraziato i delegati presenti per la fiducia accordata al suo secondo mandato - la sintesi di un percorso importante passato per lo più per le difficoltà dell’emergenza sanitaria, ma chiaro ed efficace negli obiettivi e negli interventi. «Hanno dato priorità alla formazione dei giovani imprenditori agricoli e della rappresentanza di categoria; all’innovazione scientifica e tecnologica a servizio della sperimentazione nei campi; alla digitalizzazione per il rilancio delle aree interne e a una governance Ue dei dati, più equa e inclusiva per gli agricoltori, al dialogo interprofessionale per strumenti più adeguati alla gestione del rischio come agli scambi internazionali per l’integrazione e la crescita condivisa».
Per Agia-Cia sono queste le fondamenta per la costruzione di una reale transizione ecologica e digitale di cui la guerra non ha fatto che acuire l’urgenza, colpendo il reddito delle imprese con l’aumento dei prezzi e costi di produzione insostenibili.
Giovani agricoltori, «favorire l'accesso al credito e al capitale fondiario»
Per Agia-Cia, la transizione ecologica e digitale è una sfida che i giovani potranno cogliere se supportati soprattutto nell’accesso al credito e al capitale fondiario quali leve strategiche tra le più importanti per il ricambio generazionale in agricoltura come anche definito dal Piano strategico nazionale per la Pac 2023-2027.
Ecco perché dalla quarta assemblea di Agia-Cia parte anche la rinnovata collaborazione con Crédit Agricole per offrire ai giovani imprenditori agricoli associati finanziamenti finalizzati, sostenuti da garanzia Ismea o Fcg, per l’acquisto di porzioni di terreno, miglioramenti strutturali e ambientali. Con il supporto di Agia-Cia nell’analisi di fattibilità, saranno riconosciuti interventi di sostegno, esclusivamente sulla base del merito creditizio delle aziende a insindacabile giudizio della Banca, orientati alla sostenibilità nel lungo periodo dell’iniziativa portata avanti dai giovani imprenditori.
«Dobbiamo guardare con lucidità allo scenario globale, economico e anche climatico, per individuare strade utili a garantire sicurezza alimentare, qualità e competitività – ha dichiarato Francia –. Occorre dare sostegno concreto ai 50 mila giovani imprenditori agricoli e zootecnici di cui gode il Paese e che rappresentano anche il 20% dei più interessati investitori in chiave sostenibile e innovativa. Agia-Cia continuerà per questo - ha concluso Francia - anche a spingere sul valore del sostegno alla cooperazione per il rinnovo generazionale, attraverso forme di affiancamento giovani-pensionati, oggi finalmente tra gli strumenti dello sviluppo rurale».
Ricambio generazionale, priorità nell'agenda politica europea e nazionale
«Il ricambio generazionale in agricoltura rappresenta una delle maggiori necessità e sfide per il settore ed è riconosciuto come priorità nell'agenda politica dell'Ue. In linea con la cornice comunitaria, il ricambio generazionale è considerato una priorità anche dal Piano strategico per la Pac dell'Italia che definisce, a questo proposito, la strategia per sostenere ed attrarre i giovani in agricoltura attraverso un insieme coerente di interventi», ha spiegato Francesco Piras di Ismea.
«Senza innovazione non c'è sostenibilità»
«Guardare oggi alla modernità vuol dire mettere al centro delle strategie per il futuro, innovazione scientifica, tecnologica e genetica e riconoscere ai giovani, anche dell’agricoltura, la guida di questa importantissima sfida - ha sottolineato il presidente di Cia Dino Scanavino -. Non si può lavorare per la sostenibilità ambientale, economica e sociale senza potenti iniezioni di innovazione. Questa è la via obbligata da percorrere se vogliamo davvero scegliere un approccio non arcaico per lo sviluppo e usare bene i 191 miliardi di euro del Pnrr che guardano a green e digitale. Serve un’Europa che riconosca all’agricoltura centralità economica e un’Italia più rapida nelle decisioni. Spazio per i giovani capaci di trainare il cambiamento, aperti al mondo e promotori di partecipazione, condivisione e integrazione».