Il quadro internazionale creatosi con il conflitto russo-ucraino, sta avendo pesantissime ripercussioni anche sul settore fertilizzanti. La carenza di concimi minerali azotati e il forte rialzo dei prezzi, stanno mettendo a forte rischio i programmi di concimazione primaverile, periodo di massima richiesta. Per fronteggiare la situazione occorre intervenire a breve e nel medio-lungo periodo almeno su quattro aspetti.
Il primo riguarda la ricerca di altre fonti, complementari/alternative, di nutrienti nel solco peraltro indicato dai principi dell’economia circolare. Le azioni da perseguire nell’immediato e nel medio-lungo termine devono essere rivolte a favorire tutti i trattamenti e processi che, a partire sostanzialmente da rifiuti, consentano ai materiali trattati di acquisire l’“end of waste” e quindi di prodotto ai sensi del D.Lgs. 75/2010. Tali processi, inserendosi pienamente negli obiettivi dell’economia circolare, permetterebbero di recuperare nutrienti e carbonio organico da reflui zootecnici, digestati e fanghi di depurazione, nel pieno rispetto della sicurezza della salute dell’uomo e degli animali, della qualità del suolo, delle acque e dell’ambiente in generale. In questi anni si è tergiversato troppo a tutti i livelli e non si è dato corpo al recupero dei biosolidi e dei fosfati (per es. struvite). In questa ottica anche il recupero delle acque di depurazione porterebbe molti benefici: oggi irrighiamo colture da seme e arboree con acqua potabile.
Il secondo riguarda l’aumento dell’efficienza delle unità fertilizzanti (Uf). In questi anni lo si è fatto, ma non basta. Occorre un cambio di passo. La fertilizzazione si è evoluta con l’aggiornamento tecnico-scientifico rispondendo alla richiesta di aumentare l’efficienza delle Uf, soprattutto per azoto e fosforo. Occorre spingere verso lo sviluppo di prodotti più performanti, più collegati alla bio-based economy e più aderenti agli stadi fenologici delle colture. I prodotti devono garantire la cessione controllata degli elementi, coniugando biodisponibilità verso le radici per un tempo congruo. L’obiettivo va raggiunto con modalità diverse a seconda dei nutrienti. Per l’azoto, ad esempio, con prodotti a base organica, inibitori dell’ureasi e della nitrificazione, concimi ricoperti a cessione controllata e organo-minerali. Per il fosforo con concimi che proteggano le forme minerali solubili: ricoperti, organici e organo-minerali.
Editoriale di Terra e Vita 10/2022
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Il terzo riguarda le tecniche di fertilizzazione. L’agricoltura di precisione è una realtà. Le tecniche di concimazione a rateo variabile, oltre a quelle localizzate, si stanno espandendo. Avere fertilizzanti maggiormente efficienti, a parità di produzioni quali-quantitative, significa usare meno risorse e minimizzare il carico ambientale.
Il quarto aspetto, che potrebbe essere anche il primo, riguarda la ricerca e lo sviluppo di nuovi fertilizzanti. Il miglioramento del Nue deve prevedere diverse linee d’azione: ricoprenti bio-based, inibitori enzimatici, nuovi formulati organo-minerali, biostimolanti vegetali, il recupero del carbonio organico e dei nutrienti nell’alveo dell’economia circolare, ecc. Tutto ciò richiede l’impegno di ricercatori in sinergia fra istituzioni di ricerca e imprese.
Tali obiettivi si possono raggiungere applicando sia le norme vigenti di settore, nazionali ed europee, sia con interventi normativi che, tuttavia, dovranno essere più rapidi di quanto non lo siano ora.
di Claudio Ciavatta
Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari – Università di Bologna