PAC 2014-2020

    Pac: Convergenza aiuti, l’Italia punta sul modello irlandese

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    Finalmente un punto fermo: la nuova Pac 2014-2020, il 20 novembre 2013, è stata definitivamente approvata in prima lettura dal Parlamento europeo. I testi giuridici in italiano sono già disponibili sui siti web del Parlamento europeo e del Mipaaf.

    L’approvazione definitiva avverrà al Consiglio di ministri agricoli di dicembre 2013, ma non dovrebbe cambiare nulla.

    I regolamenti di base sono ormai definiti; a seguire verranno emanati i regolamenti della Commissione europea, attesi per marzo 2014. Molte decisioni spettano agli Stati membri e, per queste, dovremo attendere il 1° agosto 2014.

    Uno dei temi più importanti è quello della convergenza, che interessa tutti gli agricoltori, ma in particolare quelli che hanno titoli di valore elevato.

    Le domande sono moltissime. Quale sarà il valore dei titoli dal 2015? Che prospettive di sostegno avrà un agricoltore che oggi non possiede titoli?

    Convergenza

    L’obiettivo della nuova Pac è di giungere a un valore uniforme per tutti gli agricoltori all’interno di una zona omogenea, in base al principio della regionalizzazione (vedi box).

    Per garantire un passaggio graduale tra il vecchio e il nuovo sistema e per evitare di penalizzare eccessivamente gli agricoltori con titoli di valori elevato, la nuova Pac ha introdotto la possibilità della convergenza.

    Ogni Stato membro può applicare la convergenza secondo tre diverse modalità (tab. 1):

    1) convergenza totale al 2015;

    2) convergenza totale al 2019;

    3) convergenza parziale al 2019 o modello “irlandese”.

    Il meccanismo della convergenza è molto importante per gli agricoltori che possiedono titoli storici di valore elevato (allevatori, tabacchicoltori, olivicoltori, risicoltori, ecc.).

    Il modello “irlandese”

    Per evitare di penalizzare eccessivamente tali agricoltori, in Italia, l’opzione dominante è quella di applicare il modello “irlandese” (così denominato in quanto proposto dal ministro dell’agricoltura irlandese e sostenuto anche dall’Italia).

    La scelta definitiva spetta agli Stati membri che dovranno decidere entro il 1° agosto 2014, per poi applicarla dal 1° gennaio 2015. In Italia, la maggior parte delle Organizzazioni professionali e dei decisori politici (Ministero, Regioni) sono orientati a questa opzione.

    Il modello di convergenza parziale o modello “irlandese” prevede un graduale passaggio dagli attuali livelli dei titoli verso livelli più omogenei, senza raggiungere un valore uniforme dei titoli nel 2019 (fig. 1, 2 e 3).

    Vediamone le regole applicative.

    Agricoltori senza titoli

    L’agricoltore dovrà presentare una domanda di “prima assegnazione” dei titoli al 15 maggio 2015 (per i requisiti della prima assegnazione, vedi Terra e Vita n. 42/2013).

    Il numero dei titoli sarà pari al numero di ettari ammissibili. Le superfici ammissibili sono: seminativi, colture permanenti legnose, prati e pascoli permanenti.

    Il “modello irlandese” prevede che gli Stati membri dovranno garantire che all’anno di domanda 2019 nessun titolo avrà un valore unitario più basso del 60% del valore medio nazionale/regionale al 2019.

    Quindi l’agricoltore senza titoli riceverà i titoli nel 2015 per ogni ettaro ammissibile; il valore dei titoli nel 2015 sarà basso, per poi crescere fino ad almeno il 60% del valore medio nazionale/regionale al 2019 (fig. 1).

    Se l’Italia optasse per il valore medio nazionale, tale agricoltore riceverebbe circa 180 euro/ha nel 2019, sommando il pagamento di base e il pagamento ecologico.

    Agricoltori con titoli di basso valore

    L’agricoltore dovrà presentare una domanda di “prima assegnazione” dei titoli al 15 maggio 2015.

    Il valore di tali titoli è destinato ad aumentare dal 2015 al 2019. Più precisamente, gli agricoltori che ricevono meno del 90% della media regionale/nazionale otterranno un aumento graduale, pari a un terzo della differenza tra il loro valore unitario iniziale e il 90% del valore medio nazionale/regionale nel 2019, con la garanzia che ciascun agricoltore raggiunga un pagamento minimo pari al 60% della media regionale/nazionale entro il 2019 (fig. 2).

    In questo caso diventa rilevante il concetto di valore unitario iniziale (vedi box).

    Agricoltori con titolidi elevato valore

    Un agricoltore che possiede titoli di valore elevati dovrà presentare una domanda di “prima assegnazione” dei titoli al 15 maggio 2015.

    Il valore di tali titoli è destinato a diminuire (fig. 3). Infatti, l’aumento del valore dei titoli sotto la media è finanziato da quelli che stanno sopra la media. Spetta agli Stati membri decidere come applicare la riduzione del valore dei titoli che stanno sopra la media.

    Tuttavia, gli Stati membri potranno disporre che nessun titolo potrà diminuire di oltre il 30% rispetto al suo valore unitario iniziale (vedi la definizione di valore unitario iniziale nel box).

    A questo punto ci si domanda se l’obiettivo del raggiungimento del vincolo del 60% per i titoli di valore basso possa configgere con l’obiettivo della diminuzione massima del 30% per i titoli di valore elevato.

    Il regolamento assicura comunque che ogni agricoltore non deve avere una perdita superiore al 30%; quindi la soglia del 60% viene abbassata di conseguenza. In altre parole, vince il rispetto della soglia massima di perdita rispetto alla soglia di un aiuto minimo.

    Il criterio della perdita del 30% è quello che salvaguarda maggiormente gli agricoltori che possiedono titoli storici di valore elevato.

    L’agricoltore con titoli elevati tuttavia non deve commettere l’errore di calcolare la perdita massima del 30% sulla base dei pagamenti ricevuti nel 2014. Infatti, il regolamento prevede una perdita massima del 30% sulla base del valore unitario iniziale, che è un valore relativo al 2015 e non del 2014. Per dare un’indicazione di massima, dalle simulazioni effettuate, risulta che un agricoltore con titoli elevati perde circa il 50% dei pagamenti ricevuti nel 2019 rispetto al 2014.

    Le scelte dell’Italia

    L’obiettivo finale della nuova Pac è di raggiungere un pagamento uniforme per ettaro, ma questo obiettivo non sarà realizzato entro il 2019.

    Infatti, l’orientamento prevalente in Italia mira al mantenimento di una parte del valore dei pagamenti storici anche dopo il 2019, seppure con un graduale avvicinamento al valore uniforme a partire dal 2015 (“modello irlandese”).

    Il valore dei pagamenti diretti di ogni agricoltore cambierà ogni anno. Il regolamento, tuttavia, prevede che nel 2015 gli Stati membri informino gli agricoltori del valore dei loro titoli per ogni anno del periodo 2015-2020, in modo da assicurare certezza e trasparenza.

    Pac: Convergenza aiuti, l’Italia punta sul modello irlandese
    - Ultima modifica: 2013-12-06T14:53:57+01:00
    da Redazione Terra e Vita
    Pac: Convergenza aiuti, l’Italia punta sul modello irlandese - Ultima modifica: 2013-12-06T14:53:57+01:00 da Redazione Terra e Vita

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