L’agricoltura campana è tra le prime in Italia per Superficie Agricola Utilizzata, ma solo il 3% delle aziende sono assicurate sui rischi.
La Regione, di concerto con il Crea, il mondo accademico e le organizzazioni di categoria, ha messo quindi in piedi il programma “Agririsk” per fronteggiare l’esposizione dell’agricoltura a pericolosi scenari dettati dal cambiamento climatico, ma anche per tracciare le coordinate politiche da perseguire tanto in Europa, quanto a livello governativo.
Stabilizzazione del reddito
Il contrasto ai cambiamenti climatici significa anche lavorare alla stabilizzazione del reddito e garantire le aziende agricole dal rischio chiusura. Il parterre del simposio riunito presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, ha discusso de “La strategia italiana per la gestione dei rischi in agricoltura e la stabilizzazione dei redditi”.
Squilibrio Sud-Nord tra stanziamenti e impegni
Orientare risorse pubbliche nell’incentivazione al sostegno delle imprese che in alcune Regioni danno un forte contributo è stata l’indicazione politica dell’assessore regionale Nicola Caputo, che ha rivelato che le risorse finanziarie destinate alle finalità connesse alla gestione del rischio in agricoltura risultano sostenute per oltre il 50% da sei Regioni del Sud (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia) mentre le risorse impegnate risultano molto inferiori determinando forti impatti sui territori in termini di incidenza di buone pratiche.
La proposta di una regionalizzazione dei fondi
«Siamo qui - afferma Caputo - per sollevare il rischio che sta correndo l’agricoltura italiana e meridionale». «L’agricoltura vive una fase di snodo con cambiamenti repentini sul fronte economico a a cui si affiancano nuove difficoltà per effetto dei cambiamenti climatici». «Emergono nuovi fattori che determinano un nuovo contesto di riferimento e chi detiene le leve della politica agricola – polemizza l’assessore - non si rende conto di questa questione che caratterizzerà l’agricoltura dei prossimi anni». «La gestione del rischio è complessa – afferma- e fino ad oggi è stato scelto un approccio sistemico ma i risultati non sono stati di rilievo». «Serve una riflessione più puntuale: ho proposto la regionalizzazione dei fondi destinati alla gestione del rischio perché le Regioni possano calibrare interventi sulle singole questioni». «La gestione del rischio è intesa come questione marginale e secondaria, ma in Campania stiamo mettendo a punto un programma regionale. Infatti siamo partito con questionari, iniziative sui territori, e altre attività. Vogliamo renderci conto di dove possiamo andare se la situazione resta così com’è».
La posizione del Masaf: «La gestione del rischio è nella nuova programmazione»
Mauro Serra Bellini del Masaf sottolinea che tra gli obiettivi della nuova programmazione 2023-2027 la gestione del rischio è contemplata sia come potenziamento degli strumenti per fronteggiare il rischio, sia con attività di diffusione della cultura della gestione del rischio nelle imprese agricole. E’ prevista l’interazione e la complementarietà tra assicurazioni agevolate, fondi mutualità danni, fondi mutualità reddito, fondo mutualizzazione nazionale eventi catastrofali (Fondo AgriCat), e investimenti per la prevenzione ed il ripristino del potenziale produttivo agricolo.
Agririsk, il progetto regionale illustrato dall’economista agrario Capitanio
Fabbian Capitanio economista agrario ha illustrato i progetto regionale elaborato con il supporto del Crea, dei consorzi e delle sigle sindacali di categoria. «Negli ultimi 30 anni gli episodi che definivano casuali oggi sono esplosi in maniera drammatica. La volatilità delle commodity agricole non si lega solo alla guerra in Ucraina ma è già venuta fuori precedentemente. Il sottostante è collegato al cambiamento climatico e all’aumento della domanda per seminativi. In Italia abbiamo considerato la gestione del rischio come polizza assicurativa, ma non è così. Se c’è un problema di mercato la polizza non può fare nulla, mentre la gestione del rischio è interazione di strumenti diversi» spiega.
Il quadro. Dal 1995 ad oggi: le giornate di lavoro in agricoltura nelle aree interne sono state dimezzate, da 89 milioni a 47 milioni; hanno chiuso 320mila aziende agricole; c’è stata la scomparsa di 2,2 milioni di ettari di superficie agricola; diminuzione del 40% delle superfici a seminativi; 7.145 comuni italiani (88,3% del totale) sono a rischio frane e/o alluvioni (In Campania il 90% dei comuni); perdita di circa 2 milioni di residenti (1,5 nelle aree interne del centro sud).
I danni. Perdite di reddito per disastri ambientali +151%; una media di 1,6 miliardi di danni accertati per anno negli ultimi 20 anni; danni liquidati/danni accertati pari al 4,8% ex post; perdita di valore di capitale fondiario stimata per 35 miliardi di euro nel 2040 (le aziende hanno bisogno di credito per innovare).
Agririsk considera l’aspetto agrometereologico
Per una efficace politica di gestione del rischio in agricoltura sono necessarie: un’accurata analisi tecnico scientifica dell’esposizione delle aree agricole campane agli eventi estremi potenzialmente dannosi per le produzioni (in termini di distribuzione territoriale e andamento). L’analisi deve avere un approccio basato su indici che considerino: 1. Le colture prevalenti per estensione e peso economico a livello di provincia; 2. Le fasi di sviluppo delle colture sensibili a superfici esposte a eventi estremi. Ovvero eventi oggetto di Cat (gelo, siccità e alluvioni) di natura eccezionale, ed eventi che incidono potenzialmente sulle produzioni, a seconda delle colture e delle stagioni.
Bisogna capire quali eventi sono pericolosi per le produzioni, e se gli eventi sono sistemici bisogna capire se si può continuare a produrre o investire sulla resilienza. Il cambiamento climatico ha cambiato la distribuzione degli eventi: temperature, precipitazioni alluvionali ed altri sono eventi estremi molto importanti. L’aumento delle tariffe assicurative è aumentata e si pone un problema della sostenibilità. Il budget nazionale non prevede spazio per assicurare altre aziende.
Agririsk ha somministrato 1480 questionari in Campania. Il 30% degli intervistati dice che la gestione del rischio è importante, il 57% stipulerebbe una polizza assicurativa. Il 92% ritiene che i nuovi scenari siano un problema per la sostenibilità dell’azienda.
Farm Bill in Usa spende l’80% delle risorse sulla stabilizzazione e la Pac il 3%. “La gestione del rischio deve essere un portafoglio verde; con una gestione ex ante; e per il Sud è necessario allargare la domanda assicurativa con una effettiva collaborazione Stato Regioni. Ma sarebbe opportuno lavorare ad un fondo catastrofale capace di avvalersi di leva finanziaria, oltre ad altri aspetti. La politica sia a servizio degli agricoltori, perché c’è la tendenza a parlare di cose astratte” indica l’esperto.
La Campania ad un doppio livello di criticità
La Campania si trova a un doppio livello di criticità, dovuto a:
- l’identificazione della gestione del rischio con la polizza assicurativa;
- c’è una conoscenza scarsa nel Mezzogiorno;
- l’offerta assicurativa spesso è inadeguata alla domanda;
- la concentrazione della domanda: Trento e Bolzano assorbono il 40% della misura nazionale e hanno avuto in 20 anni 7 miliardi di trasferimento grazie alla leva assicurativa;
- indirizzi produttivi molto diversificati, con minore esposizione ai rischi tradizionalmente assicurati dall’attuale offerta di polizze assicurative tradizionali;
- forza dei consorzi di difesa non omogenea in tutto il territorio nazionale, in ragione anche del diverso trattamento Compagnie/Banche.
Sono intervenuti al convegno anche Francesco Girotti di Generali, Marco Cuffia di Reale Mutua, Giovanni Razeto di Agri-cat Srl, Carmine Cocca di Aon, Gennarino Masiello di Coldiretti, Fabrizio Marzano di Confagricoltura, Domenico Serlenga di CIA, Aniello Del Vecchio di Copagri, Francesco Iovino Consigliere regionale della Campania, Pasquale Crispino consigliere nazionale ordine degli agronomi, Giuseppe Cefalo, presidente di Unaapi, Maria Passari DG Agricoltura Regione Campania.