Nell’annata in corso sono stati rilevati in diverse zone viticole italiane numerosi casi di disseccamenti di infiorescenze e grappoli che, a prima vista, facevano pensare ad attacchi di patogeni fungini, in particolare peronospora e/o botrite. La diffusione dei sintomi in campo, l’analisi climatica delle zone viticole interessate e gli accertamenti di laboratorio hanno però portato a escludere tali malattie fungine facendo, invece, propendere fenomeni di colatura della vite.
Risalire alle cause della colatura della vite
Per colatura o “aborto” si intende una caduta dei fiori non ancora allegati; la colatura post-allegagione dei frutticini appena allegati dovrebbe essere indicata, più propriamente, come cascola. La colatura è un fenomeno normale, di norma su grappoli grossi e sui germogli più vigorosi, ma diventa dannoso quando raggiunge intensità elevate e non consente un’allegagione superiore al 10-15%.
Le cause sono diverse e attribuibili ad anomalie genetiche, a turbe di origine fisiologica, a stress climatici e patologici, a errori di tecnica colturale. La colatura di origine genetica si riscontra nelle cultivar affette da anomalie negli organi sessuali o da scarsa germinabilità del polline. Più frequente è la colatura di origine fisiologica dovuta a meccanismi trofici:
a) eccesso di vigoria da parte del germoglio;
b) condizioni di stress fotosintetici che riducono la disponibilità di zuccheri a disposizione delle infiorescenze.
Nella vite si stabilisce, nel periodo della fioritura, una competizione nutritiva e ormonale tra l’apice vegetativo del germoglio, l’estremità delle radici e le infiorescenze. Tutti i fattori che agevolano lo sviluppo del germoglio determinano più facilmente la rottura dell’equilibrio e una spiccata colatura. Risultano determinanti la forma di allevamento, la vigoria del portinnesto e del vitigno, interventi di sfogliatura precoci e severi, eccessive fertilizzazioni.
Gli interventi agronomici correttamente eseguiti tendono a riportare la pianta in equilibrio. Risultano importanti il carico di uva, il numero delle gemme per pianta, l’irrigazione, le lavorazioni e i trattamenti fitosanitari. Relativamente a questi ultimi, alcuni prodotti, specialmente quelli della classe dei fungicidi e dei fitoregolatori, possono avere effetto pollinicida (es. rameici, zolfi attivati, gibberelline); l’azione negativa è legata alla dose di applicazione, momento di intervento, condizioni climatiche, ecc. Anche alcuni diserbanti, in particolare gli ormonici, possono indurre aborto e colatura completa. Fra le cause patologiche si possono annoverare infezioni peronosporiche sui peduncoli, virosi e generazione antofaga della tignoletta.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Impattanti i fattori climatici
Piogge intense, eccessiva umidità, giornate nuvolose causano difficoltà nello scaliptramento che, inevitabilmente, provoca l’aborto del fiore. Le basse temperature (<15 °C) ostacolano la fioritura e agevolano l’aborto; inoltre limitano la biosintesi di auxine e citochinine, promotori della distensione cellulare, con conseguente minor sviluppo dei singoli frutti. I venti sciroccali durante la fioritura provocano il disseccamento della caliptra e difficoltà di allegagione. Elevate temperature durante la fase di massimo sviluppo dei germogli possono provocare una sensibile riduzione della percentuale di fioritura. La temperatura del terreno può alterare il livello delle citochinine prodotte a livello radicale con conseguente minor accrescimento cellulare. Al contrario, gli eccessi termici provocano una rapida sintesi degli ormoni suddetti, i quali inducono una fioritura eccessiva e precoce che non permette una corretta formazione del fiore all’interno della gemma.
Fra le cause pedologiche si possono annoverare la carenza o l’eccesso di acqua nei terreni, prima e durante la fioritura, e la carenza/eccesso di alcuni elementi nutritivi; in particolare, nella clorosi ferrica le viti affette presentano sempre un’allegagione solo parziale, con aborti fiorali o sviluppo partenocarpico di acini di piccole dimensioni.
Colatura della vite e vigoria della pianta
La colatura post-fiorale si manifesta nelle fasi finali della fioritura con necrosi parziale e/o totale dei grappoli, forte colatura dei fiori, grappoli deformati, riduzione della produzione, allegagione soltanto parziale. Fra le cause più accreditate:
- - Elevato vigore vegetativo;
- - Suscettibilità varietale;
- - Condizioni climatiche (elevate temperature = maggiore colatura).
Per favorire una maggiore allegagione si possono implementare le seguenti strategie (uva da tavola/da vino):
- - Ridurre la vigoria della pianta;
- - Incisioni anulare ad inizio fioritura o quando si manifesta il sintomo;
- - Cimature dei germogli con uva;
- - Potatura ricca di gemme (per ridurre il vigore);
- - Ridurre o evitare concimazioni invernali.