«A causa degli eventi climatici estremi negli ultimi anni le compagnie assicurative hanno erogato risarcimenti elevati. Questo rende più complicate le trattative in corso per il rinnovo delle polizze nella campagna 2020». A fare il punto della situazione sono presidente e direttore del Condifesa Piacenza Gianmaria Sfolcini e Stefano Cavanna.
«Questa è un’annata difficile. A fronte degli elevati risarcimenti erogati nel recente passato – spiega Sfolcini – le compagnie hanno comunicato aumenti tariffari e limitazioni di garanzie come franchigie più alte, soglie di indennizzo più basse o riduzione dei valori totali assicurabili. L’obiettivo del Condifesa è trovare la giusta capacità assuntiva da parte delle compagnie per assicurare tutte le produzioni degli associati mediando tra le richieste delle assicurazioni e le esigenze degli imprenditori agricoli. In questi giorni stiamo incontrando i maggiori gruppi assicurativi, sia quelli a cui ci siamo già appoggiati in passato sia nuovi».
Condifesa, una scelta lungimirante
Nato nel 1972, il Condifesa Piacenza conta oggi 1.500 associati, la gran parte aziende agricole del Piacentino, ma da tre anni opera su tutto il territorio nazionale. Nel 2019 ha assicurato un valore di 266 milioni di euro (+3% rispetto al 2018). «Fu una scelta molto lungimirante quella degli agricoltori, che già allora intuirono l’importanza di questo strumento per acquistare le polizze contro le avversità – racconta Cavanna – anche se nel corso degli anni il nostro lavoro è molto cambiato. Oggi siamo una realtà che fa rete perché ci confrontiamo con una struttura regionale e con una nazionale».
Il servizio più conosciuto che il Condifesa offre è il posticipo del pagamento del premio: l’agricoltore sottoscrive le polizze a febbraio/marzo e paga il premio a dicembre. Poi ci sono funzioni più strategiche come la consulenza per la scelta dello strumento più adatto a seconda del tipo di coltura e della zona dove si trovano i campi. Ovviamente il Condifesa Piacenza è specializzato nel pomodoro da industria, di cui assicura 9.264 ettari (il 93% del totale coltivato nella provincia di Piacenza).
«Ma c’è ancora molto da fare – precisa Cavanna – abbiamo un potenziale di crescita molto ampio. Non dobbiamo più misurarci sui valori assicurati ma sulla superficie assicurata rispetto a quella coltivata e gli ettari da mettere sotto protezione sono ancora tanti, soprattutto per frumento, uva e mais».
Nel 2018 in provincia di Piacenza
sono state assicurate il 93%
delle superfici coltivate a pomodoro
«Chi si assicura ha capito l’importanza dello strumento, lo conosce e cerca di usare al meglio le polizze per aumentare le coperture – fa notare il direttore del Condifesa – questo avviene soprattutto nel pomodoro mentre la gran parte di chi non si assicura crede che la polizza abbia un costo superiore a quello che ha in realtà, quindi c’è da fare un grande lavoro per informare gli imprenditori agricoli, anche se incontrare gli agricoltori che non si assicurano non è facile, proprio per quel muro di scetticismo che li circonda».
Un ruolo strategico
Grazie al lavoro del Condifesa Piacenza tutti i produttori di pomodoro associati possono sottoscrivere polizze allo stesso prezzo, sia che abbiano subito danni nei tre anni precedenti (e quindi abbiano percepito rimborsi), sia che non li abbiano avuti. «Questo mette al riparo i produttori dall’eventualità che una compagnia decida di non assicurare più un’azienda che ha avuto danni per tre anni di fila – avverte Cavanna – un po’ come succede per l’Rc auto per chi è coinvolto in numerosi sinistri con colpa». Il principio è quello dell’economia di scala.
Funzione importante dei Condifesa è anche scoprire polizze innovative, testarle assieme ai soci disponibili e, se soddisfacenti, estenderne la sottoscrizione a tutti. «Circa tre anni fa abbiamo testato una polizza innovativa per i cereali autunno-vernini della compagnia Itas – racconta Cavanna – mediamente una polizza per grano tenero e duro costa dal 3 al 3,5% del valore assicurato e si stipula a marzo/aprile.
Questa polizza ha un tasso dell’8,2%, quasi il triplo di quella convenzionale e si stipula a novembre. Ma qual è il vantaggio? Intanto Innanzitutto copre le colture dal momento della semina, quindi da novembre, poi copre tutte le nove avversità, quindi anche eventuali danni da siccità invernale o eccesso di pioggia e poi dà un ristorno per l’eventuale perdita di qualità. C’è una tabella in base alla quale sotto 78 di peso specifico comincia a riconoscere un risarcimento. Negli ultimi tre anni questa polizza ha dato molta soddisfazione agli agricoltori perché si sono verificate tutte le condizioni per le quali la polizza risarcisce, dalla siccità invernale al gelo».
«Oggi questo strumento copre il 6/7% dei cereali che assicuriamo – precisa il direttore – è uno strumento diverso, un po’ complesso e per questo necessita di uno sforzo da parte nostra per spiegarlo ai soci, anche se i risultati positivi facilitano il lavoro».
I nuovi strumenti assicurativi
Standard value, index based e fondi di mutualità. Tre strumenti relativamente nuovi che il Condifesa Piacenza guarda con interesse, a patto che siano ben tarati sulle esigenze degli agricoltori. «Lo standard value può aiutare a sburocratizzare le pratiche e anche a incentivare le assicurazioni – ammette Cavanna – però è valido se i valori standard sono alti. Prendiamo il pomodoro da industria: se lo standard value è 950 q/h andiamo bene, se lo mettiamo a 700 va meno bene. L’agricoltore deve ricevere l’eventuale rimborso danni sulla resa attesa non su quella media».
«Quanto alle polizze index based, possono essere utili su colture a basso valore come erba medica e prati pascolo, dove spesso costano più le perizie che la polizza». Le polizze standard attuali non coprono il mancato accesso al campo per eccesso di pioggia. Ad esempio, se piove quando i pomodori sono maturi e non si riesce a raccogliere non c’è rimborso. Quando il prodotto arriva a maturazione la garanzia cessa. «Questa cosa potrebbe essere gestita con una index based – auspica Cavanna – a patto che si costruisca in maniera corretta l’algoritmo che la governa. E poi le index based risarciscono al superamento di un determinato parametro, quindi potrebbero beneficiarne aziende che non hanno subito danni e non essere risarcite aziende che li hanno subiti. Credo che queste problematiche rallentino lo sviluppo delle index based».
I fondi di mutualità
faticano a sfondare
per la notevole
variabilità agricola
dell'Emilia-Romagna
L’anno scorso il Condifesa Piacenza ha sperimentato con il gruppo Generali una polizza innovativa per frumento tenero e duro: metà tradizionale e metà index. «Aveva le coperture grandine e vento stabilite con la classica perizia e poi eccesso di pioggia e carenza idrica gestite con l’algoritmo delle index. Ovviamente le garanzie index costavano meno di quelle tradizionali, però – avverte Cavanna – è importante monitorare danni e risarcimenti per capire se l’algoritmo è tarato correttamente».
Fermi al palo, almeno per ora, i fondi di mutualità. «Il problema è che l’Emilia-Romagna è molto diversa. Da una parte abbiamo frutta, dall’altra pomodoro da industria. In mezzo c’è la zootecnia da latte, quindi bisogna progettarle in maniera più trasversale possibile e quindi appetibile per i soci – conclude il direttore – sia in termini di garanzie offerte che di costi. Insieme ai colleghi degli altri Condifesa regionali stiamo lavorando proprio per trovare le giuste soluzioni».