Il florovivaismo italiano esprime il 6% della intera produzione agricola nazionale, per un valore di 2,5 miliardi di euro. Nei primi due mesi del 2022 il fatturato è stato positivo, in linea con il primo bimestre 2021, mentre nel periodo marzo aprile si è avuta una flessione del 3/4%. Anche l’export nel secondo bimestre 2022 ha fatto registrare una flessione del 5%: in calo le esportazioni verso l’Europa meridionale, Russia ed Est europeo.
Un comparto strategico quindi per il made in Italy, apprezzato anche in Europa e nel mondo (l’export di piante, fiori e fronde vale 1 miliardo di euro, mentre la produzione italiana costituisce il 15% della intera produzione comunitaria) che sta vivendo però un periodo di grande sofferenza. Di questo si è discusso in occasione della conferenza stampa organizzata a Roma dai vertici delle associazioni agricole e florovivaiste per la presentazione della 71°edizione di Flormart, il salone internazionale del florovivaismo, verde e paesaggio che si terrà alla Fiera di Padova dal 21 al 23 settembre.
A pesare sul settore florovivaistico il caro prezzi
A pesare sul settore, spiegano gli intervenuti, gli aumenti (causati dalla pandemia prima e in seguito dalla guerra in Ucraina) dei costi di produzione, l’aumento dei prezzi delle piante, il diminuito potere d’acquisto dei consumatori, la difficoltà nel reperimento dei mezzi tecnici e, per quanto riguarda l’export, l’aumento dei costi di trasporto delle piante.
Pnrr 330 milioni per la forestazione urbana
Come spiegato nel corso dell’incontro, un’occasione di sviluppo del comparto arriva dai fondi europei per la forestazione urbana che il Pnrr ha quantificato in 330 milioni di euro: il bando è stato pubblicato a marzo e le domande dovranno essere presentate entro giugno.
«Il Pnrr è una grande occasione per il settore florovivaistico e può rappresentare la chiave di volta della rivoluzione verde e della transizione ecologica proposta dal Green Deal», ha detto il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, precisando che «la filiera del florovivaismo rappresenta il paradosso che stiamo vivendo oggi.
Da un lato c'è il grande vantaggio di una filiera che funziona e che trasferisce bene il valore aggiunto, che è al centro delle politiche del New Green Deal e delle strategie europee, perché funzionale al contenimento delle emissioni e al rinverdimento delle nostre città, dall'altra parte c'è incertezza per i prezzi che continuano ad aumentare. Molte aziende fortemente energivore non riescono a programmare perché non sanno quale sarà il costo dei fattori di produzione dei prodotti».
«Caro energia e aumento prezzi, serve intervento deciso dell'Europa»
Il ministro poi ha ricordato che «ci sono diverse misure che possono essere attrattive per la filiera florovivaistica. Come i contratti di filiera. C'è grande interesse della filiera per i 1,2 miliardi del fondo complementare. Poi ci sono le misure agroenergetiche, come l'agrisolare per grandi superfici aziendali che possono essere utilizzate per installare impianti fotovoltaici. Auspico che l'Europa ci consenta di andare oltre l'autoconsumo.
E ancora la misura sulla logistica con 800 milioni per la razionalizzazione, il miglioramento, la digitalizzazione del trasporto delle merci nel settore agroalimentare, e per il florovivaismo il trasporto è uno degli elementi più complessi da gestire. Siamo consapevoli - conclude Patuanelli - di come l’emergenza energetica si stia riversando non solo sui costi di riscaldamento delle serre, ma anche su carburanti, sui costi delle materie prime, sui fertilizzanti. L’azione del Governo e del ministero è volta a limitare le conseguenze del caro energia e dell'aumento dei prezzi sul settore agricolo, ma è necessario un intervento più deciso da parte dell’Europa».
«Nei momenti difficili bisogna rilanciare»
Per Aldo Alberto, presidente dell’Associazione florovivaisti italiani e presidente di Cia Liguria, in questo momento così difficile «è necessario puntare su innovazione e mercati anche al di fuori del continente europeo. Ritengo inoltre sia fondamentale attivare proposte che coinvolgano gli enti pubblici, Comuni in primis».
«Il New Green Deal - ha proseguito Alberto - ha aperto le porte al florovivaismo nazionale, ma è altrettanto vero che il momento è difficile, per questo è importante che tutto il settore si muova in modo compatto per rilanciare una realtà fondamentale a livello nazionale e occupazionale.
«Chiediamo interlocuzione diretta col Mipaaf»
Chiediamo inoltre attenzione da parte del ministero e a livello comunitario. E’ necessario che il settore abbia il giusto riconoscimento che attualmente non ha. C'è una legge ferma al Senato che speriamo vada in porto. Abbiamo bisogno di un’interlocuzione diretta col Mipaaf e abbiamo bisogno di un progetto complessivo che valorizzi le nostre aziende».
«Flormart diventerà quello che Cibus è per l’agroalimentare italiano»
A partire da quest’anno Flormart sarà organizzata dal Gruppo Fiere di Parma, come ha riferito il suo ceo Antonio Cellie: «abbiamo accolto con entusiasmo la sfida di costruire una nuova piattaforma per il supporto del Made in Italy. Dopo l’alimentare e il meccano-alimentare anche il florovivaismo è un settore strategico per Fiere di Parma. Flormart diventerà quello che Cibus è per l’agroalimentare italiano, ovvero un evento iconico per le imprese e i distretti del settore che nel nostro Paese sono i protagonisti di uno straordinario saper fare».
Nel settore florovivaistico operano 21.500 imprese: 14 mila producono fiori e piante in vaso e 7.500 piante per il vivaismo.