Gelate su vite e frutticole già in risveglio vegetativo

Grave danno da gelo su impianto di vite a filare
L'inverno è arrivato solo a fine gennaio quando molte colture frutticole e anche le varietà più precoci di vite si trovavano in fase di ingrossamento gemme o addirittura in fioritura nel caso delle drupacee allevate negli areali litoranei. Quali soluzioni per evitare i danni delle gelate

La stagione invernale dal punto di vista metereologico è iniziata decisamente tardi.

Alcune piante hanno affrontato l'arrivo di temperature prossime allo zero e i primi fiocchi di neve quando si trovavano già nella fase di ingrossamento gemme, ed in alcuni areali del centro Italia addirittura era iniziata la fase di fioritura delle drupacee.

Tutto ciò preoccupa gli agricoltori che ben sanno il danno che una gelata potrebbe provocare in questa fase. Pertanto, bisogna stare in allerta per porre in essere i pochi e non sempre risolutivi sistemi di contenimento.

Danni anche su viti precoci

Quest’anno la situazione è risultata del tutto particolare in quanto le piante hanno beneficiato per quasi tutto il mese di gennaio di temperature ben al di sopra delle medie stagionali e in generale, in tutti gli areali frutticoli, con minime mai al di sotto dello zero termico.

A preoccupare gli agricoltori, quindi, sono due aspetti: il mancato soddisfacimento del fabbisogno in freddo e l’elevata probabilità di danni da gelo in fruttiferi precoci. In questo periodo, in considerazione del fatto che le drupacee in alcuni areali costieri sono in fase di rigonfiamento delle gemme o, addirittura, comparsa petali, il principale danno delle gelate potrebbe essere causato proprio su tali colture, soprattutto su varietà precoci. Bisogna monitorare attentamente anche le varietà precoci di vite che, stante l’attuale trend termico, potrebbero anticipare in modo rilevante la ripresa vegetativa.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Fabbisogno in freddo

Nell’inverno particolarmente mite che stiamo attraversando, potrebbe essere non pienamente soddisfatto il fabbisogno in freddo con conseguenze negative sulla produzione di frutti. Tale problematica, infatti, determina: un ritardo della ripresa vegetativa, cascola delle gemme, scarsa e scalare fioritura, anomalie fiorali, scarsa allegagione, maturazione ritardata dei frutti con pezzatura irregolare e scarse qualità organolettiche.

Per il calcolo del fabbisogno in freddo vi sono diversi metodi ma uno dei più attendibili è il metodo Utah che calcola le ore che superano, per eccesso o per difetto, il range della temperatura ottimale al soddisfacimento del fabbisogno di freddo delle piante (2,5<T<9,1 °C); le temperature superiori a 12,4 °C e inferiori a 1,4 °C sono penalizzanti o superflue. Il cumulo delle temperature è espresso in C.U. (chilling unit). L’inverno 2022/2023 potrebbe non favorire l’accumulo del fabbisogno di freddo, soprattutto nelle località costiere, per le drupacee, mentre colture tipicamente mediterranee quali vite ed olivo, non dovrebbero avere particolari problemi.

Impianto di irrigazione antibrina su vigneto a tendone

Soluzioni tecniche adottabili

Per quanto concerne il mancato fabbisogno di freddo, possono essere utilizzati alcuni biostimolanti che aiutano le piante a riprendere l’attività vegetativa in modo uniforme e ridurre le eventuali problematiche legate ad una scarsa differenziazione delle gemme e formazione di fiori incompleti. Tali prodotti vanno utilizzati in periodi diversi, prima della rottura delle gemme, seguendo le indicazioni di etichetta.

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Nel caso di rischio di gelate su piante in ripresa vegetativa, al fine di prevenire i danni, si possono usare trattamenti con fisioattivatori o concimi a matrice organica. Il metodo più efficacie, anche in sinergia con i trattamenti citati, è l’irrigazione antibrina sovrachioma. L’apporto di acqua liquida forma uno strato congelato intorno alle gemme ed ai germogli della pianta; mentre il congelamento dell’acqua libera continua, il calore latente viene liberato, mantenendo l’interfaccia a una temperatura di circa 0 °C. Nei moderni impianti si utilizzano microaspersori con regolazione di portata (“Flipper”) riuscendo a risparmiare fino al 45% di acqua.

Ben noti sono, inoltre, i metodi termici utilizzati nei vigneti bruciando le candele antigelo a base di paraffina, oppure usando balle di paglia o sarmenti posizionati ad intervalli regolari lungo i filari.

Gelate su vite e frutticole già in risveglio vegetativo - Ultima modifica: 2023-02-01T12:21:18+01:00 da K4

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