Il decreto ministeriale 9 agosto 2023, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 settembre 2023 n. 221 “Criteri e modalità di attuazione del Fondo per la sovranità alimentare” ha definito i criteri e le modalità di ripartizione delle risorse del Fondo per la sovranità alimentare di cui all’art. 1, comma 424 della legge 29 dicembre 2022, n. 197. Il suddetto decreto stabilisce un aiuto per cinque settori; mais, proteine vegetali (legumi e soia), frumento tenero, orzo, carni bovine. L’obiettivo del Governo è di rafforzare la produzione di cibo italiano di qualità e la tutela delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari nazionali tramite il sostegno alle suddette filiere.
Il Fondo prevede una dotazione di 25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024, 2025 e 2026, per un totale di 100 milioni. Il sostegno consiste in un aiuto per ettaro incrementale rispetto alla media delle superfici di ogni agricoltore.
Articolo pubblicato sulla rubrica Attualità di Terra e Vita
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Gli obiettivi del Fondo
Il Fondo concede un aiuto a sostegno delle filiere del mais, delle proteine vegetali (legumi e soia) del frumento tenero, dell’orzo, delle carni bovine collegate alla linea “vacca-vitello” e delle carni bovine Sqnz per il perseguimento delle seguenti finalità:
a) sostenere le produzioni di alcuni cereali e proteaginose di base per rafforzare il sistema agricolo a fronte dell’aumento dei costi;
b) valorizzare i contratti di filiera, anche con i soggetti attivi nel settore del commercio, nei comparti maidicolo, delle proteine vegetali (legumi e soia) del frumento tenero, dell’orzo, delle carni bovine collegate alla linea “vacca-vitello” e delle carni bovine Sqnz.
Il decreto ministeriale 9 agosto 2023 definisce i criteri, le modalità di ripartizione delle risorse finanziarie e l’entità dell’aiuto.
tab. 1 Risorse e condizioni di ammissibilità | |||
Filiera | Risorse finanziarie(milioni di euro) | Entità dell’aiuto | Condizioni di ammissibilità |
Mais | 8 | 400 €/ ha | L’impegno di coltivazione annuale desunto dal contratto deve essere incrementale rispetto alla media delle superfici dichiarate per la coltura oggetto dell’aiuto risultante dai piani di coltivazione grafici utilizzati per la domanda unica, presentata negli ultimi tre anni antecedenti. |
Proteine vegetali (legumi e soia) | 5 | 250 €/ ha | |
Frumento tenero | 4 | 300 €/ ha | |
Orzo | 3 | 200 €/ha | |
Carni bovine collegate alla linea «vacca vitello» e delle carni bovine Sqnz | 5 | 100 €/capo | Alle imprese di allevamento di bovini che si impegnano, attraverso il contratto di filiera, ad allevare in Italia bovini di razze da carne o a duplice attitudine dalla nascita fino all’età di almeno di 8 mesi nel rispetto della linea «vacca-vitello». |
40 €/capo | Alle imprese di allevamento di bovini che si impegnano, attraverso il contratto di filiera, ad allevare in Italia bovini dalla nascita fino all’età di almeno di sei mesi secondo un disciplinare riconosciuto nell’ambito del Sistema di qualità nazionale zootecnia (Sqnz). |
Le filiere interessate
Il riparto delle risorse disponibili tra le filiere per ciascun anno è così fissato (tab. 1):
a) filiera del mais: 8 milioni di euro;
b) filiera delle proteine vegetali (legumi e soia): 5 milioni di euro;
c) filiera del frumento tenero: 4 milioni di euro;
d) filiera dell’orzo: 3 milioni di euro;
e) filiera carni bovine collegate alla linea «vacca- vitello» e delle carni bovine Sqnz: 5 milioni di euro.
Eventuali somme residue di una filiera possono essere utilizzate per soddisfare le richieste eccedenti delle altre filiere.
I legumi interessati sono: pisello, fagiolo, lenticchia, cece, fava e favino.
Le “carni bovine Sqnz” sono quelle di bovini nati e allevati secondo i disciplinari del Sistema di qualità nazionale zootecnia (Sqnz)».
Il sostegno per le coltivazioni
Il massimale degli aiuti concedibili per ettaro incrementale è fissato in (tab. 1):
- mais: 400 €/ha;
- proteine vegetali (legumi e soia): 250 euro;
- frumento tenero: 300 €/ha;
- orzo: 200 €/ha.
La superficie che beneficia dell’aiuto è l’ettaro incrementale. Ovvero l’impegno di coltivazione annuale desunto dal contratto deve essere incrementale rispetto alla media delle superfici dichiarate per la coltura oggetto dell’aiuto risultante dai piani di coltivazione grafici utilizzati per la domanda unica, presentata negli ultimi tre anni antecedenti. Sono esclusi dal calcolo della media gli anni in cui il soggetto beneficiario non ha seminato la coltura oggetto dell’aiuto.
In altre parole, le superfici medie “storiche” non beneficeranno dell’aiuto.
L’aiuto ad ettaro spettante a ciascun soggetto beneficiario è commisurato alla superficie agricola, espressa in ettari, coltivata a mais, proteine vegetali (legumi e soia), frumento tenero e orzo, nel limite di 50 ettari complessivi per l’insieme delle coltivazioni.
Contratto di filiera triennale
Il requisito fondamentale per l’accesso al contributo è la sottoscrizione di un contratto di filiera almeno triennale, entro il termine di scadenza della domanda di contributo.
Il «contratto di filiera» è privatistico tra i soggetti delle suddette filiere, finalizzato a favorire la collaborazione e l’integrazione tra i produttori e le imprese di trasformazione, nonché i soggetti attivi nel settore del commercio, il miglioramento della qualità del prodotto e la programmazione degli approvvigionamenti, sottoscritto dai produttori singoli o associati e altri soggetti delle fasi di trasformazione e commercializzazione. Può essere sottoscritto direttamente o attraverso cooperative, consorzi e Organizzazioni di Produttori riconosciute di cui sono socie, contratti di filiera di durata almeno triennale con imprese di trasformazione e commercializzazione.
Il contratto di filiera o l’impegno/contratto di coltivazione sottoscritto dal richiedente deve indicare almeno la superficie oggetto del contratto, comunque non eccedente la superficie inserita nel Piano di coltivazione della Domanda di aiuto del richiedente.
Il sostegno per le carni bovine
Per gli allevamenti bovini da carne che si impegnano, attraverso il contratto di filiera, ad allevare in Italia bovini di razze da carne o a duplice attitudine, sono previsti due tipologie di aiuti (tab. 1):
- bovini dalla nascita fino all’età di almeno di 8 mesi nel rispetto della linea «vacca-vitello»: 100 €/capo;
- bovini dalla nascita fino all’età di almeno di 6 mesi secondo un disciplinare riconosciuto nell’ambito del Sistema di qualità nazionale zootecnia (Sqnz): 40 €/capo.
I capi a premio sono quelli presenti in allevamento alla data del termine di presentazione delle domande.
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Limitazioni all’aiuto
L’aiuto è concesso al soggetto beneficiario nel limite dell’importo massimo previsto per gli aiuti de minimis, quindi fino a 25.000 euro nel triennio.
Fermo restando il massimale degli aiuti determinati, in caso di incapienza delle risorse stanziate, l’importo unitario dell’aiuto è determinato in base al rapporto tra l’ammontare dei fondi stanziati e la superficie totale richiesta o il numero di capi bovini allevati.
Se l’agricoltore ha ricevuto un altro sostegno rientrante nel de minimis, può cumularlo fino a un massimo di 25.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari.
La presentazione delle domande
Gli agricoltori interessati devono presentare un’apposita domanda ad Agea. I termini di presentazione verranno comunicati dall’agenzia per le erogazioni in agricoltura con una successiva Istruzione operativa entro ottobre 2023.
Alla domanda dovrà essere allegata copia del contratto di filiera se sottoscritto direttamente dal beneficiario; nel caso in cui il contratto di filiera sia sottoscritto da cooperative, consorzi e organizzazioni di produttori riconosciute, è allegata copia dell’impegno/contratto di coltivazione tra la cooperativa, il consorzio, l’organizzazione di produttori e l’impresa agricola socia, contenente l’indicazione dell’impresa di trasformazione/stoccaggio/ingrasso/ macellazione/commercializzazione del contratto di filiera.
Rafforzare le filiere e valorizzare le produzioni nazionali
Il Fondo per la sovranità alimentare è finalizzato a rafforzare il sistema agricolo e agroalimentare nazionale, anche attraverso interventi finalizzati alla tutela e alla valorizzazione del cibo italiano di qualità alla riduzione dei costi di produzione per le imprese agricole, al sostegno delle filiere agricole, alla gestione delle crisi di mercato, garantendo la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari.
Come recitano le premesse al Decreto ministeriale, la sovranità alimentare è il diritto di un popolo a vedersi garantita la tutela delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari nonché della produzione di cibo di qualità attraverso il sostegno delle filiere nazionali agroalimentari, della pesca, e dell’acquacoltura, la valorizzazione delle aree e degli ambienti rurali e la promozione delle produzioni agroalimentari nazionali sui mercati internazionali.
Alcune filiere agricole/agroalimentari necessitano di misure dedicate per fare fronte alle emergenze e alle situazioni di crisi di mercato e all’innalzamento dei costi di produzione dovuto all’attuale scenario di instabilità geopolitica, a seguito del conflitto russo-ucraino, intervenuto all’indomani della grave crisi di mercato della recente pandemia da covid-19 che ha già duramente colpito il settore agroalimentare.
Infatti, sulla base delle rilevazioni Ismea, nell’anno 2022, gli esborsi degli agricoltori sono aumentati del 23% su base annua, registrando un’ulteriore spinta dopo l’aumento del 6,4% del 2021, di riflesso agli incrementi dei prezzi dei prodotti energetici (aumento del 62%) oltre che degli animali da allevamento (aumento del 10%) e dei mangimi (aumento del 21%).
Alcune filiere zootecniche necessitano di misure che consentano di aumentare la competitività della produzione anche per fare fronte alle emergenze o a situazioni di crisi di mercato impreviste.