Green Deal, «L’agricoltura deve essere protagonista»

È il monito lanciato della Cia-Agricoltori Italiani in occasione della nuova tappa de “Il Paese che Vogliamo”. Scanavino: «Siamo pronti ad affrontare la sfida della sostenibilità, con le aree rurali al centro e fissando tempi, strumenti e risorse adeguate»

L’agricoltura deve giocare un ruolo da protagonista per uscire dalla crisi scatenata dal Covid-19 e guardare a uno sviluppo più verde come chiede l’Europa con il Green Deal. È il monito lanciato dalla Cia-Agricoltori Italiani durante il webinar “Superare l’emergenza. Agricoltura e territorio: dal Green Deal la ripartenza”. Una ripartenza che secondo Cia è realizzabile tramite politiche di insediamento abitativo e di ammodernamento delle infrastrutture fisiche e digitali nelle aree interne, che mettano al centro le comunità rurali e gli agricoltori in un’ottica di difesa del suolo per il contenimento del rischio idrogeologico, di valorizzazione del patrimonio forestale, di gestione sostenibile della fauna selvatica.

In questi mesi, la diffusione della pandemia ha dimostrato la strategicità del sistema agricolo e la necessità di sostenere una produttività tale da ambire all'autosufficienza alimentare europea. Ma, secondo la Cia, i target proposti dalla Commissione con il Green Deal, a partire dalla riduzione del 50% dell’uso di pesticidi e di antimicrobici entro il 2030, rischiano di mettere a repentaglio il tessuto produttivo e generare risultati in contraddizione con gli obiettivi di sostenibilità economica, sociale e ambientale, qualora non accompagnati da un’adeguata valutazione d’impatto.

Green Deal Scanavino: «Pronti a sfida sostenibilità, ma servono risorse adeguate»

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Dino Scanavino.

«Siamo pronti a cogliere l’opportunità del Green Deal, innanzitutto stringendo un patto con i cittadini - ha affermato il presidente della Cia Dino Scanavino -. L’agricoltura vuole essere al centro di questo processo di cambiamento ma serve una collaborazione a 360 gradi e l’attenta analisi delle esigenze reali del settore. Per l’agricoltura italiana, come per quella europea, è chiaro che attuare la transizione verde, rafforzando l’impegno per l’ambiente e continuando a garantire l’approvvigionamento alimentare, vuol dire avere strumenti, tempi e soprattutto risorse adeguate. Non possono, cioè, essere individuati obiettivi e percorsi senza fornire agli agricoltori tutti gli strumenti necessari per continuare a produrre in modo sostenibile rispondendo alle richieste dei consumatori. Per questo, chiediamo – incalza Scanavino - che per il settore si tenga conto delle tempistiche dei processi produttivi e del progresso scientifico e tecnologico, investendo per esempio sulle nuove tecniche di miglioramento genetico, sull'agricoltura di precisione, sul rinnovo dei mezzi meccanici con un parco macchine a minori emissioni e combustibili».

Green Deal, Scanavino: «Rendere subito disponibili le risorse dal Next Generation Eu»

«In questa grande trasformazione in chiave green, in uno scenario già complicato dalla pandemia, la nuova Pac è chiamata a supportare la transizione, con un ruolo e un budget adeguato al nuovo modello di sviluppo, ma non potrà essere l’unico strumento a sostegno dell’agricoltura. Un aiuto per garantire la continuità operativa del settore - ha chiosato Scanavino - potrebbe venire dai 15 miliardi di euro per il comparto previsti dal piano Next Generation Eu, che dovranno essere resi disponibili subito e non dal 2022».

Blasi: «Pac, per sviluppo rurale risorse limitate rispetto importanza agricoltura»

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Giuseppe Blasi

«La Commissione ha proposto per l’agricoltura 258 mld euro destinati ai pagamenti diretti, quindi c’è un incremento della dotazione per il primo pilastro di 4 mld di euro rispetto la proposta della commissione della commissione del 2018 che era assolutamente insoddisfacente. Questo dimostra – ha dichiarato il capo dipartimento del Mipaaf Giuseppe Blasi - che c’è una ripresa dell’attenzione ai temi dell’agricoltura, nonostante rimanga importante il taglio rispetto alla dotazione 2014-2020. Cresce, invece, quasi del 30% la dotazione per lo sviluppo rurale, che passa da 70 mld a 90 mld di euro. Quest’incremento è dovuto all'innesto di una dotazione straordinaria che viene dal “Next Generation Eu” di 15 mld di euro. Nell'intenzione della commissione però questa dotazione aggiuntiva, che dovrebbe sostenere i paesi più colpiti dal Covid-19 a riorganizzarsi e rilanciare l'economia, deve essere utilizzata per affrontare i cambiamenti strutturali necessari per implementare le nuove strategie europee del Green Deal, del “Farm to Fork” e della biodiversità. C’è quindi un focus molto importante per questa dotazione, che genera ulteriori problematiche dal punto di vista programmatorio».

Blasi: «I 15 mld dal Next Generation Eu sono insufficienti»

«Per la Pac nell'ambito dello sviluppo rurale sono stati destinati questi 15 mld di euro provenienti dal “Next Generation Eu”, che consideriamo comunque limitati – ha sottolineato Blasi - perché il contributo dato dal settore agricolo in questi mesi di pandemia è molto più importante di questo finanziamento troppo contenuto».

Blasi: «Disinnescare la convergenza esterna»

Sulla convergenza esterna degli aiuti diretti della Pac anche per il periodo 2021-2027, la linea del Mipaaf, più volte ribadita anche dalla ministra Teresa Bellanova, è di non accettarne la riproposizione. In merito, Blasi ha affermato: «In Europa abbiamo portato l’attenzione sulla convergenza esterna perché nella proposta della Commissione non si fa riferimento ad essa, ma si tratta di una bomba pronta ad esplodere. In questa fase negoziale è essenziale disinnescare la convergenza esterna perché diversamente potremmo avere grandi problemi».

 

 

Green Deal, «L’agricoltura deve essere protagonista» - Ultima modifica: 2020-07-10T18:30:42+02:00 da Laura Saggio

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