La cimice asiatica è stato il tema principale trattato nella 23^ edizione della Giornata Frutticola di Cles. Che il tema fosse di grande interesse per tecnici e frutticoltori lo dimostra il fatto che oltre 300 persone erano presenti nell’auditorium dell’Istituto Russell di Cles nella Val di Non (Tn), mentre un altro centinaio era collegata in streaming sul canale youtube della Fondazione Edmund Mach (Fem).
Inerbimento e gestione terreno
Nella mattinata molto intensa si è parlato anche di sicurezza in agricoltura, e di alternative al glifosate per il diserbo del frutteto. Sulla sicurezza sul lavoro agricolo si sono presentati i risultati di una indagine svolta negli ultimi anni che ha fornito interessanti indicazioni sul come ridurre i rischi per gli operatori esposti a alle vibrazioni durate il lavoro in agricoltura. Ma anche la gestione dell’inerbimento e del terreno temi molto cari anche a Melinda e ad APOT che ha collaborato all’organizzazione della giornata, sono stati oggetto di trattazione da parte degli storici tecnici di FEM Marino Gobber, Andrea Branz e Mario Springhetti mentre i tecnici Claudio Rizzi, Gastone Dallago e Maurizio Chini hanno parlato del controllo delle malerbe in alternativa al diserbo.
Halyomorpha halys, il Trentino ha un piano
L'intervento di Giulia ZanotelliMa come accennato l’interesse maggiore era incentrato sulla cimice asiatica e sui modi per combatterla. L’ass.re all’Agricoltura Giulia Zanotelli fortemente impegnata su questo tema con tutti i colleghi del nord Italia assieme al quale ha costituito un tavolo di coordinamento, ha presentato il piano di azione provinciale (il primo in Italia), per il contrasto alla cimice asiatica. Un piano molto analitico che si è potuto predisporre grazie anche all’esperienza maturata da FEM nel settore della lotta biologica ad esempio contro la cinipide del castagno che ha avuto anche il costante supporto del Tavolo Verde costituiti fra tutte le organizzazioni professionali e cooperative agricole. Nel piano molto articolato è prevista una serie di misure per la lotta diretta all’insetto quali: il monitoraggio, la difesa chimica, le reti anti-insetto, le pratiche agronomiche e il controllo biologico.
Parassitoidi pronti al via
Quest’ultimo aspetto è prospettato come soluzione a medio-lungo termine e prevede il controllo biologico attraverso l’azione di altri insetti presenti in natura e particolarmente del Trissolc
us japonicus e Trissolcus mitsukurii). Certo, la soluzione biologica non è dietro l’angolo, secondo il piano saranno necessari 3-4 anni prima che gli insetti parassitoidi possano svolgere un’efficiente azione di controllo della cimice consentendo alle aziende di difendere adeguatamente le proprie colture al fine di tutelarne il reddito. Nel frattempo si pensa alle reti anti insetto, acquistabili con il contributo della Provincia, ma anche questa non è esaustiva. Per questo nel 2020 è previsto un intervento del Fondo di solidarietà per danni da fitopatie, ora finanziabile attraverso la misura Gestione rischio del Piano di Sviluppo Agricolo nazionale gestito dal CO.DI.PRA.
Alleanza con i cittadini
Certo, ad oggi è ancora la difesa chimica che rimane il perno della strategia di contenimento della cimice anche se non è risolutiva, come ha ricordato Gianfranco Anfora del C3A/Centro di Ricerca FEM. Per Claudio Ioriatti responsabile del CTT della FEM, nonchè componente del gruppo di ricerca costituito a livello nazionale, trovare alternative all’uso della chimica è nell’interesse di tutti, interessante anche l’accoglienza da parte della cittadinanza dell’appello lanciato da FEM per coinvolgerla nella cattura di esemplari di cimice asiatica ha già dato i primi frutti sono oltre 3.000 le cimice consegnate alla FEM facendone diventare un problema che travalica il settore agricolo.
Stefano Caruso del Consorzio Fitosanitario di Modena ha portato l’esperienza maturata i 7 anni di ricerca-da quando la cimice è apparsa in Emilia-che però non hanno portato a soluzioni in grado di contrastare l’insetto asiatico.