Il cambiamento climatico non è più una sensazione ma una questione ormai assodata che sta creando diversi problemi nella gestione delle colture agricole.
L’irrigazione è direttamente implicata in questa nuova situazione che vede periodi di siccità che ripidamente evolvono in situazioni diametralmente opposte con bombe d’acqua e alluvioni. Ecco che la gestione dell’irrigazione, che deve rispondere alle esigenze delle colture, diviene sempre più complessa.
In questo contesto l’irrigazione del frutteto e del vigneto richiede una particolare attenzione, non solo in funzione di assicurare una buona produzione ma anche un elevato livello di qualità delle produzioni, sempre più richiesto dal mercato e dal consumatore.
Ecco che il libro “Irrigare il frutteto e il vigneto - sistemi e impianti”, che rientra nella collana dei manuali tecnico-pratici di Edagricole, presentato in anteprima alla Fiera di Verona alla presenza dell'autore, Claudio Corradi, rappresenta una concreta risposta a queste problematiche suggerendo le più moderne ed efficaci soluzioni per un’irrigazione che punti alla massima razionalizzazione della pratica agronomica. Il volume vuol essere una guida aggiornata alla valutazione delle varie soluzioni, sia tecnica che dal punto di vista delle realizzazioni, calandosi in dettagli pratici di supporto per ogni situazione.
In occasione della presentazione del libro “Irrigare il frutteto e il vigneto - sistemi e impianti”, l’Autore ha risposto ad alcune domande che fanno luce sui contenuti di questo nuovo volume, un assistente prezioso per i frutticoltori e i viticoltori.
Per produttori e tecnici agricoli
Come ti è venuta l’idea di questo libro e a chi è rivolto?
«Come sappiamo l’arboricoltura sta vivendo un momento di forte trasformazione e professionalizzazione della tecnica irrigua che a sua volta è sempre più oculata, mirata e consapevole. Il clima è sempre più anomalo, come dicevi, le tecniche irrigue stanno cambiando e con esse anche le esigenze dei produttori. L’idea nasce da queste constatazioni nell’intento di fornire un valido supporto alle valutazioni, sia per i produttori che per i tecnici, che pur non essendo complesse non devono essere considerate scontate».
Come è cambiata (evoluta) l’irrigazione di frutteto e vigneto negli ultimi anni?
«L’irrigazione è diventata una pratica sempre più indispensabile. Richiede una competenza sempre maggiore e deve essere mirata. Non è più vista come semplice apporto di acqua ma come strumento che influenza la fisiologia della pianta nelle varie fasi fenologiche. Anche per questo, ed anche in relazione ad andamenti stagionali sempre più anomali, non si irriga più solo nei classici mesi estivi ma può essere importante irrigare anche nei mesi primaverili».
Quanto incidono i costi dell’irrigazione sui costi totali di coltivazione?
«A livello di costi di ammortamento l’impianto di irrigazione fisso può incidere fra il 10 ed il 20 % sul costo di un arboreto. L’irrigazione con un sistema fisso, intesa come costo dell’energia, dell’acqua e della manodopera che richiede costa al massimo ¼ rispetto a quella attuata con sistemi mobili. Rispetto ai costi totali di coltivazione l’irrigazione incide per un 7-10% ma non realizzarla in certe annate può comportare riduzioni della plv anche del 50%».
Cresce la subirrigazione
Qual è la novità più recente in tema di irrigazione per frutteto e vigneto che viene trattata nel volume?
«Sicuramente la sub-irrigazione che affascina tanti produttori che si avvicinano per la prima volta all’irrigazione a goccia e che è vista come la soluzione impiantistica più moderna in assoluto. Presenta tanti vantaggi ma altrettanti limiti, da valutare accuratamente. E ogni realtà deve valutarli nel proprio contesto».
Nel libro si parla anche di fertirrigazione. Quali accorgimenti deve avere un impianto irriguo per sostenere anche questa funzione?
«La fertirrigazione è una prerogativa dei sistemi di irrigazione localizzata. Tutti questi sistemi possono supportare la fertirrigazione che viene generalmente realizzata a monte dei settori con soluzioni che non necessariamente devono essere complesse e costose. Basti pensare alla semplicità di un tubo Venturi. Non servono accorgimenti particolari se non quella di iniettare i fertilizzanti solo in linee completamente costituite in materiale plastico per evitare la corrosione e prevedere lavaggi con acqua irrigua delle linee secondarie dopo la somministrazione di concimi».
Quanto l’automazione ha reso più facile la gestione degli impianti irrigui e fertirrigui?
«Innanzi tutto, e questo è ovvio, ha tolto la necessità della presenza fisica di un operatore, ad orari vincolanti, nel momento di avvio, cambio di settore o spegnimento dell’impianto. Pensiamo per esempio ai benefici rispetto all’irrigazione notturna. L’automazione ha reso più precisi e razionali i tempi di irrigazione e una contabilizzazione degli apporti da parte dei produttori».
Secondo te, leggendo questo libro, un agricoltore è in grado di realizzare da solo un efficiente impianto irriguo?
«Una cosa è certa, leggendo quello che ho scritto è in grado di valutare meglio quello che gli viene proposto. Comprendere i motivi di certe scelte o metterne in discussione altre che non necessariamente devono essere standardizzate. Buona parte delle installazioni, soprattutto quelle fuori terra, possono essere realizzate direttamente dall’azienda economizzando sui costi e assumendo al tempo stesso una migliore conoscenza dell’impianto di cui di andrà a disporre».
Criteri di scelta
Quali sono i criteri per scegliere un sistema irriguo piuttosto che un altro?
«Sono molti. A partire dalla specie che dobbiamo irrigare passando dalla disponibilità idrica fino ad arrivare alle soluzioni di impianto più adatte alle condizioni aziendali che vanno opportunamente analizzate magari con l’ausilio di questo volume».
Del riciclo delle acque reflue e degli invasi agricoli cosa ci puoi dire?
«Sono temi di estrema attualità che devono essere affrontati con urgenza perché meritano risposte. Fino ad ora ci siamo distratti a discutere se meglio tanti piccoli o pochi di grandi dimensioni. Nel mentre mancano entrambi».
Ritieni che sia necessaria una innovazione delle infrastrutture irrigue?
Certamente. Oggi con i nuovi sistemi di micro-irrigazione servono meno volumi di acqua irrigua ma con una frequenza maggiore e, in gran parte dei casi, le nostre infrastrutture non sono adeguate a questa situazione».
Qual è il tuo parere sull’irrigazione di precisione?
«Si tratta di una opportunità interessantissima. Addirittura con i goccia e nebulizzazione è possibile il rateo variabile con evidenti benefici per la coltura, per i costi e per l’ambiente»
Domanda secca: si può fare a meno dell’irrigazione?
«No. Assolutamente no, se si vogliono raggiungere rese economicamente adeguata e produzioni di qualità».
Presto un’altra novità!
Sei un esperto ma anche un appassionato di irrigazione e sappiamo che hai in cantiere un altro libro sull’irrigazione, questa volta del verde. Puoi darci qualche anticipazione?
È presto per parlarne ma si tratta di un lavoro che sto portando a termine assieme al professor Graziano Ghinassi. Anche in questo ambito ci sono enormi novità rispetto al passato non solo nei materiali ma soprattutto nelle esigenze e opportunità primi fra tutti risparmio idrico ed energetico».