La diabrotica del mais si combatte con la rotazione

Quella che è stata per anni il prototipo di insetto alieno a veloce diffusione in Europa, molto prima dela cimice asiatica o della Popilia japonica, è stata affrontata con successo grazie a un piano di reazione che ha fatto leva sull'agronomia e su una rete efficiente di monitoraggio e avvertimento. Grazie a questa reazione coordinata la diabrotica del mais è oggi qui molto meno pericolosa rispetto agli Stati Uniti. Guai però ad abbassare la guardia

Una delle prime specie invasive con cui ha fatto i conti l’agricoltura italiana è la diabrotica del mais (Diabrotica virgifera virgifera). Era il 1998 quando, nelle vicinanze dell’aeroporto di Tessera a Venezia, furono rinvenuti i primi adulti di questo coleottero di origine americana. L’arrivo della diabrotica del mais suscitò grande allarme in Europa visti i danni che questa specie causa ogni anno alla maiscoltura americana e le grandi quantità di insetticida usate per controllarla.

Dalla lotta obbligatoria a oggi

Per fronteggiare l’emergenza la Commissione europea emanò una specifica normativa per tentare l’eradicazione della specie che poi, a cascata, ha generato dei decreti nazionali di lotta obbligatoria fino a delle determine delle singole regioni. La diabrotica del mais, quindi, è diventata il nemico pubblico numero uno, il più temuto “organismo da quarantena” per l’Europa.

Ma poi, anno dopo anno, nonostante il rigore con cui è stata tentata l’eradicazione la diabrotica non si è fermata attorno a Venezia ma ha invaso le altre zone maidicole italiane ed europee. In pochi anni, infatti, la specie ha colonizzato la Lombardia, il Piemonte e via via tutta la pianura padana, ma anche la Serbia, la Slovenia e l’Ungheria insediandosi in Europa per restarci definitivamente. E ora la strategia di lotta contro la Diabrotica è diventata una tecnica come le altre destinata ad essere integrata con la difesa dalle altre avversità, in particolare dalla piralide (O. nubilalis).

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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La diffusione della diabrotica in tutta Europa può sembrare un fallimento per il sistema fitosanitario, una resa senza condizioni ad una specie dannosa di origine esotica, ma la vicenda ha anche dei molti aspetti positivi. L’impianto legislativo comunitario ha permesso di fronteggiare l’emergenza fitosanitaria secondo metodiche comuni (e già questa è stata una grande novità) e ha permesso di approfondire in poco tempo sia la biologia della specie nei nuovi ambienti europei sia i mezzi per contrastarne la diffusione.

Grazie a questo lavoro abbiamo compreso per tempo l’importanza della rotazione nel contenimento delle infestazioni di diabrotica e sono state elaborate delle tecniche di monitoraggio in grado di indicare quando e se eseguire la difesa nelle aree in cui la maidicoltura è più intensiva e a prevalente vocazione zootecnica. In conclusione, se in Europa la diabrotica è molto meno dannosa che negli Stati Uniti, lo dobbiamo anche a questo approccio innovativo.


Almeno un anno di avvicendamento

La diabrotica compie una generazione all’anno e sverna come uovo nel terreno che ha ospitato il mais. Le uova cominciano a schiudere da metà del maggio successivo con un picco delle nascite che viene attorno a metà giugno. La parte aerea del mais viene attaccata dagli adulti durante tutto il periodo estivo con un picco di presenze tra fine luglio - inizio agosto. Per quanto il sintomo più visibile della presenza della specie sia l’abbondante presenza di adulti, il danno di rilevanza economica è causato dalle larve che vivono nel terreno e si nutrono delle radichette della pianta di mais. Scavando gallerie nelle radici più grosse esse provocano un ridotto sviluppo radicale che rende la pianta di mais più soggetta ad allettamenti, ne riduce la capacità di assorbimento di acqua e nutritivi e, durante le operazioni di raccolta, provoca maggiori perdite di produzione.

Nelle aree in cui il mais viene coltivato in rotazione le popolazioni rimangono basse e, in genere, non viene e realizzata una difesa specifica ma si sfrutta l’efficacia collaterale dell’eventuale trattamento insetticida eseguito per la piralide. Nelle aree con forte pressione di Diabrotica, sulla base di monitoraggi aziendali eseguiti con trappole cromotropiche gialle, si può realizzare un trattamento adulticida specifico per controllare le ovideposizioni del crisomelide. Ma quando le popolazioni aumentano, il trattamento adulticida non riduce il rischio di danno sul mais seminato dopo mais, che va ridotto con almeno un anno di avvicendamento.

La diabrotica del mais si combatte con la rotazione - Ultima modifica: 2023-09-11T09:45:24+02:00 da Roberta Ponci

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