Olio e turismo fanno sistema e nasce ufficialmente il Movimento Turismo dell'Olio (Mto). L'obiettivo del neonato movimento (sull'esempio del Movimento Turismo del Vino) è promuovere, attraverso il turismo, l’olivicoltura italiana, valorizzandone i territori e la straordinaria cultura.
Il Mto, che per i prossimi sei anni sarà guidato dal tandem composto da Donato Taurino (presidente) e Vittoria Cisonno, vede ad oggi aderenti come soci fondatori e apripista i consorzi delle regioni Puglia, Umbria, Calabria, Lombardia e Abruzzo per un numero di associati di circa un centinaio di realtà.
La regione Puglia per prima ha avvertito la necessità di mettere a sistema il lavoro e la passione di tutti i frantoiani costituendo un Consorzio, MTOlio Puglia, che ha dato vita agli eventi ABC Olio e Ulivo Day rivolti ai turisti gourmet curiosi di conoscere le qualità olfattive e gustative dell’olio evo. Il progetto complessivo dell’oleoturismo nasce dunque da un progetto ideato localmente che oggi vuole essere esteso a tutta l’Italia olivicola di qualità.
Il Movimento Turismo dell'Olio punta a coinvolgere attivamente le aziende di tutte le regioni
«La costituzione ufficiale del Mto rappresenta non solo un atto formale, ma l’attuazione di un vero gioco di squadra - ha affermato Taurino - e indica la volontà chiara di tutti noi di voler aprire le porte delle nostre aziende al turismo. Questo significa per noi fare sistema per promuovere le eccellenze del nostro agroalimentare con la convinzione che il turismo legato alle terre dell’olio extravergine, al pari dell’enoturismo, rappresenti un fiore all’occhiello del made in Italy e dunque un volano strategico per l’economia del nostro Paese, che vanta un patrimonio olivicolo unico al mondo per varietà e fascino paesaggistico. Ma c’è ancora un enorme potenziale inespresso che intendiamo valorizzare attraverso l’impegno del Movimento Turismo dell’Olio, che punta a coinvolgere attivamente aziende di qualità e tutte le regioni del Paese».
L'anima green del Movimento
Il futuro del Movimento Turismo dell’Olio secondo Cisonno si articola su quattro parole chiave: sostenibilità, nuove tecnologie, in-formazione, fare rete.
«Sarà nostro impegno - ha detto Cisonno - dare impulso a iniziative green ed ecosostenibili per promuovere l’oleoturismo attraverso modalità di turismo slow». Cisonno ha poi messo l'ancento sulle nuove tecnologie, «i canali digitali sono lo strumento più importante per la promozione dell’oleoturismo, e vanno sfruttati al meglio». Per la buona riuscita dell'impresa sarà determinate anche fare rete, «unire pubblico e privato per costituire un coordinamento tra Movimento Turismo del Vino, Movimento Turismo dell’Olio, Città del Vino, Città dell’Olio e una rete di ristoratori per dialogare come un’unica voce con le istituzioni locali e nazionali». E poi ancora In-formazione, «perché la chiave di tutto è formare e informare i consumatori ma anche i singoli operatori, aiutandoli a costruire una proposta interessante».
Oleoturismo, ultimo miglio per il decreto attuativo
Dario Stefàno, testimone del Movimento Turismo dell'Olio e senatore artefice della legge nazionale sull'oleoturismo, ha espresso piena soddisfazione per la nascita del Mto che ridà forte speranza al settore e ha annunciato che «siamo all'ultimo miglio per il decreto attuativo relativo alla legge sull'oleoturismo».
Con la costituzione formale del Movimento Turismo dell’Olio, spiega Stefàno, la promozione del territorio attraverso il racconto di uno dei prodotti italiani più amati in tutto il mondo, l’olio extravergine di oliva, diviene realtà. «Per molti anni il turismo dell’olio nel nostro Paese non ha avuto modo di esprimere appieno le sue enormi capacità, e non solo perché al traino dell’enoturismo. Occorreva dare una spinta decisiva partendo con un vero e proprio riconoscimento di dignità. Il Mto - ha specificato Stefàno - nasce in un contesto favorito da un quadro normativo da me fortemente sostenuto, che consente agli operatori turistici dell'olio di offrire il proprio contributo all’offerta turistica nazionale, raccontando e promuovendo le eccellenze dell’arte olivicola italiana. L'olio, come il vino - ha incalzato - è pilastro identitario del nostro intero Paese, della nostra cultura e della nostra tradizione produttiva. E proprio come il vino unisce la nostra comunità nazionale, da Nord a Sud, con le sue differenti intensità e autoctonie da Regione a Regione».
Ricordando le sue radici pugliesi che lo legano alla tradizione olivicola e il dramma dell'epidemia da Xylella ancora in corso, Stefàno ha puntualizzato: «interpreto la nascita del Movimento Turismo dell’Olio, con la sua cabina di regia unica, come il migliore strumento per dare finalmente seguito alla necessità di mettere a rete le nostre ricchezze e presentarsi così, anche a livello internazionale, con una proposta più strutturata e una ritrovata maggiore incisività».
Lo straordinario patrimonio olivicolo nazionale
Il patrimonio olivicolo italiano rappresenta un valore indiscusso dei nostri territori, fondamentale per lo sviluppo economico degli stessi. Si contano, infatti, più di 500 cultivar su di una superficie che supera 1.100.000 ettari per un valore di produzione di oltre 1.700.000 euro.