Nel Mezzano (Emilia-Romagna) la situazione ormai è fuori controllo e i danni provocati alle coltivazioni sono difficilmente calcolabili. Una nuova specie invasiva sta divorando le giovani piante di cereali invernali e gli agricoltori non sanno bene come difendersi, perché non si tratta come molte altre volte di un piccolo insettino esotico. Questa volta si tratta di oche canadesi.
Da dove vengono le oche canadesi
L’oca canadese (Branta canadensis), nota anche come oca cigno, è originaria (ovviamente) del Canada ed è stata introdotta accidentalmente anche in Europa del Nord e in Nuova Zelanda. Si tratta di una specie di grandi dimensioni (gli adulti sfiorano i due metri di apertura alare) che si adatta molto bene alle diverse condizioni climatiche. Specie onnivora, si nutre di tutto quello che trova nel fango e nell’erba (molluschi, insetti, sementi, germogli).
Originariamente, l’oca canadese è una specie migratrice che si sposta in branchi numerosi percorrendo sempre le stesse rotte (da nord a sud e viceversa) per nidificare sempre nelle aree di origine (tra il 50° e il 60° parallelo). Il problema è che le popolazioni hanno abbandonato le abitudini nomadi per diventare stanziali. Negli Stati Uniti il problema interessa soprattutto le zone abitate, tanto che è facile vederle per esempio nei campi da golf o nei parchi cittadini.
In Europa l’oca canadese nidifica di preferenza su isole all’interno di laghi, invasi artificiali, fiumi e paludi; in inverno si sposta su terreni agricoli adiacenti a paludi costiere, cibandosi dei germogli delle piantine presenti. Di preferenza i cereali. Ma una volta che le oche si stabiliscono in una zona è praticamente impossibile cacciarle. Infatti, quando decidono che un posto è casa loro, lo difendono con tutte le armi a loro disposizione – tra cui un tasso di aggressività che non ha paragoni tra gli uccelli. Negli Stati Uniti i problemi derivano dalla loro aggressività, attaccano spesso anche le persone, ma anche da possibili problemi di salute, legati per esempio ai loro abbondanti escrementi.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Animali testardi
Di solito, di fronte a un animale “invasore” si usano tattiche di disturbo che non gli facciano male ma che lo convincano che l’area dove si trova non è sicura: la più classica e banale è scacciarlo facendo rumore, per esempio percuotendo due lamiere di ferro. Ma con queste tattiche il massimo risultato che si ottiene è quello di far allontanare gli animali per qualche minuto. Nel giro di un’ora, le oche canadesi ritornano, e continuano a farlo indipendentemente dal numero di volte che le si caccia via.
C’è un motivo se sono così testarde: quando si stabiliscono in un luogo è perché sanno che ci troveranno acqua, cibo oppure rifugio (o una combinazione delle tre), e hanno quindi una ragione biologica molto forte per restare lì – e una volontà incrollabile.
Attualmente non ci sono mezzi a disposizione per gli agricoltori per difendersi dai loro attacchi e, i loro rappresentanti, hanno chiesto degli appositi piani di controllo che però hanno trovato l’opposizione di Ispra e degli Enti locali.
L’impatto sulla biodiversità
Esistono numerose segnalazioni, sia invernali che estive, di gravi danni alle colture agricole (principalmente dovute alle abitudini alimentari e al calpestio delle plantule di frumento, di orzo e di mais), di inconvenienti causati dall’eccessivo accumulo di escrementi nell’ambiente, nonché di problemi per la sicurezza aerea. Sembra inoltre che l’Oca del Canada possa danneggiare zone umide di notevole importanza conservazionistica provocando la distruzione della vegetazione ripariale con il conseguente impoverimento delle comunità animali. Infine, come tutti gli Uccelli appartenenti all’ordine degli Anseriformi, l’oca canadese rappresenta un ospite naturale, asintomatico, di influenza aviaria, importante infezione soggetta ad eradicazione a norma Ue nel pollame domestico.