Alberto Cirio: «Assicurarsi è un segnale di maturità imprenditoriale»

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Il governatore del Piemonte è un corilicoltore nelle Langhe. Da sempre aderente al sistema Asnacodi invita gli imprenditori agricoli a sottoscrivere assicurazioni per proteggersi dai rischi climatici

«Le assicurazioni contro le avversità climatiche sono ormai un obbligo, un segnale di maturità imprenditoriale». Non ha dubbi il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, imprenditore agricolo professionale, gestisce due aziende corilicole nelle Langhe e da sempre socio Asnacodi. Ecco il suo punto di vista sulla nuova Pac, i progetti della Regione per dare valore all’agricoltura piemontese e un’iniezione di fiducia per il futuro.

Il 2023 non è stata una grande annata per la corilicoltura. Perché?

«Paghiamo lo scotto di due anni di precipitazioni molto scarse. Basta guardare i noccioleti per rendersi conto di quanto i rami secchi siano aumentati. La produzione di quei rami non c’è più».

Cosa farete per aumentare la disponibilità di risorse idriche?

«Ci sono le risorse del Pnrr per il nuovo acquedotto della Valle Orco, quelle per Serra degli Ulivi, di cui è partita la gara per la progettazione del primo lotto. A questo si aggiungono 2,5 milioni di euro stanziati dalla Regione per la progettazione di 26 interventi di miglioramento e costruzione di infrastrutture irrigue e invasi. Nel 2022, con l’emergenza siccità, abbiamo ottenuto dal Fondo emergenza nazionale 6,5 milioni per potenziare la rete di distribuzione attraverso interconnessioni tra acquedotti, realizzazione e adeguamento di condotte, pozzi. Altri 92 milioni del Pnrr serviranno per ridurre le perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua nel Torinese, Novarese e Alessandrino. Sono 205 i milioni assegnati per interventi di adeguamento della rete irrigua nel Cuneese, Novarese e Vercellese e Alessandrino. Inoltre, ci sono una serie di misure destinate all’agricoltura per il miglioramento dei sistemi irrigui, infrastrutture extra aziendali e aziendali, di raccolta acqua, per 34 milioni».

Che impatto hanno avuto le calamità atmosferiche per l’agricoltura piemontese nel 2023?

«Credo basti dire che in questo momento sono commissario per la siccità e le alluvioni. Ormai il clima è schizofrenico. Questa dinamica impone molte riflessioni».

Le piace la nuova Pac?

«Ho fatto il parlamentare europeo ed ero anche in Commissione Agricoltura. Il nostro compito è spiegare a persone che vivono in un palazzo d’acciaio e cristallo nel centro di una metropoli come sono fatti un vigneto, una risaia, un campo di grano o un trattore. Molte volte abbiamo programmi che arrivano già preimpostati con pochissima possibilità di modifica. Noi facciamo il possibile per semplificare ma lo spazio di manovra è ridotto. Però la strada è segnata: l’Ue ha deciso di legare i sostegni alle condotte, quindi ricevi i soldi solo se fai qualcosa non solo per il fatto di essere agricoltore».

Questo impone un cambio di mentalità. Gli agricoltori sono un po’ pigri?

«Non lo dirò mai, però questi Psr scontano il fatto di essere stati scritti da burocrati che non conoscono il settore primario. Ma non dimentichiamo che l’Europa e la Pac sono una risorsa straordinaria: in quale altro comparto economico ti danno dei soldi se insedi tuo figlio in azienda? Oppure ti rimborsano i due terzi della polizza assicurativa?»

Quanti fondi ci sono a disposizione per il Piemonte?

«È un’iniezione di risorse importante: 756 milioni di euro, di cui potranno beneficiare oltre 50mila aziende agricole».

Quali sono le linee guida del Complemento di sviluppo rurale del Piemonte?

«La prima indicazione che ho dato è di semplificare. Ad esempio, per tutto ciò che si può autocertificare non viene più chiesta la documentazione. I punti strategici sono tre: a livello nazionale il nostro Csr è quello che in percentuale stanzia più fondi per il primo insediamento dei giovani. Siamo convinti sia una scelta lungimirante perché mette nelle condizioni chi vuole avviare un’azienda agricola di avere gli strumenti economici per farlo. Di questo vado molto fiero».

Il secondo è l’indennità compensativa: siamo una delle poche Regioni ad averla mantenuta, sono quasi 50 milioni di euro che permettono di aiutare l’agricoltura nelle aree dove fatica di più, come quelle di collina e montagna. Infine l’acqua: il nostro Csr prevede risorse importanti per tutto ciò che serve a salvaguardare le risorse idriche. Finanziamo gli imprenditori agricoli che intendono consorziarsi per realizzare piccoli invasi, anche approfittando della semplificazione urbanistica che permette di piazzare vasche all’interno delle aziende agricole senza la necessità di autorizzazioni particolari».

Di recente avete aperto un bando per l’installazione di reti antigrandine, pensate ad altre misure simili, se si quali?

«Ad agosto abbiamo stanziato tre milioni di euro per sostenere l’installazione delle reti antigrandine e la realizzazione di impianti antigelo. Si tratta di contributi annuali che si ripeteranno fino al 2027. Il prossimo anno è previsto anche un bando per coprire l’80% delle spese sostenute dagli agricoltori per prevenire i danni causati da insetti e altri organismi nocivi, con una dotazione finanziaria di 4 milioni».

Lei si assicura contro le avversità climatiche? Se si con che tipo di polizza?

«Sottoscrivo la classica multirischio su tutti gli ettari della mia azienda perché essendo i fenomeni atmosferici catastrofali molto selettivi e circoscritti, se una grandinata mi colpisce in una tenuta, l’assicurazione la mette in sicurezza e nelle altre ho garantito il prodotto. Credo da sempre nel sistema assicurativo e lo promuovo da sempre tra gli agricoltori perché credo sia un elemento di maturità imprenditoriale e non c’è mestiere al mondo dove ti rimborsano i due terzi del premio».

Però i 240 milioni che mancano per coprire tutti i rimborsi della campagna 2022 non sono un incentivo per il sistema delle assicurazioni agevolate.

«Il governo sta cercando di risolvere la situazione. Il ministro Lollobrigida è anche stato a Cuneo di recente e sta mostrando grande attenzione e competenza sulla questione. Sono certo che le risorse saranno trovate».

Oltre che dal cielo, le insidie per le azienda agricole arrivano anche dai mercati. I consumi di ortofrutta continuano a calare.

«È un settore molto legato alle dinamiche di mercato e ha patito molto l’aumento dei costi di produzione. La parola d’ordine per garantirci un futuro secondo me è “qualità”. Noi abbiamo già una frutticoltura di qualità e dobbiamo continuare su questa strada e sulla promozione, per farci riconoscere il valore dai consumatori».

Se non sbaglio avete aperto un bando poche settimane fa.

«Finanziato con oltre 4 milioni di euro, sostiene i consorzi di tutela e le associazioni di produttori per valorizzare sui mercati italiani ed europei i nostri prodotti di qualità certificati. Un sostegno per partecipare alle fiere del vino e del cibo. L’obiettivo è valorizzare i prodotti, ma anche la terra che li produce in un disegno complessivo di promozione del Piemonte come territorio del buon vivere, della sostenibilità e della tutela ambientale».

L’agricoltore Alberto Cirio ha fiducia nel futuro del settore primario?

«Proprio stamattina ho ordinato alcune migliaia di piantine per ampliare il mio corileto».

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Chi è Alberto Cirio

Nato a Torino ma residente ad Alba, 51 anni, sposato con Sara e padre di due figli, Alberto Cirio è un imprenditore agricolo specializzato nella produzione di nocciole nelle Langhe. Laureato in Giurisprudenza all’Università di Torino, ha iniziato la carriera politica a 23 anni nel Comune di Alba, diventando consigliere e vicesindaco. In seguito è stato consigliere e assessore regionale e dal 2014 al 2019 europarlamentare del Ppe. Da giugno 2019 è presidente della Regione Piemonte.

Per lungo tempo si è occupato delle strategie turistiche delle colline di Langhe Roero e Monferrato, avviando e portando a termine il loro riconoscimento come Patrimonio dell’Unesco. Inoltre, è stato presidente dell’Ente Fiera internazionale del Tartufo Bianco d’Alba per quasi dieci anni.

Come componente della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale a Bruxelles, si è occupato della difesa delle produzioni italiane di qualità e della corretta informazione dei consumatori in fatto di alimenti.

Alberto Cirio: «Assicurarsi è un segnale di maturità imprenditoriale» - Ultima modifica: 2023-10-10T16:47:52+02:00 da Simone Martarello

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