In Italia la semina del colza avviene nei mesi di settembre e ottobre in quanto, per ottenere rese massime, la coltura deve svilupparsi in modo ottimale prima dell’inverno. Seguire bene la coltura in questa fase è molto importante per avere poi un buon investimento con un adeguato numero di piante a metro quadrato. Nelle prime fasi della sua crescita, la colza può essere attaccata da alcuni parassiti come, altica, cavolaia, limacce e tentredine delle crucifere in grado di creare danni anche molto elevati. La frequenza e l’intensità del danno di questi fitofagi sono direttamente correlati all’andamento stagionale.
Gravi defogliazioni
Quest’anno, in un mese di ottobre caratterizzato da un andamento climatico anomalo con temperature molto elevate, si sono avuti forti attacchi di tentredine delle crucifere (Athalia rosae) sulle giovani piante di colza. La tentredine è un imenottero ampiamente diffuso nell’Europa continentale che, allo stadio larvale, attacca tutte le crucifere e può causare gravi defogliazioni. L’attività trofica delle larve di tentredine, infatti, è molto elevata e, in presenza di gravi infestazioni, le piante attaccate vengono rapidamente scheletrizzate. Il danno è particolarmente grave sulle piante giovani la cui crescita può essere completamente compromessa.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Il monitoraggio
Gli adulti della tentredine delle crucifere si alimentano nelle ore più calde della giornata, nutrendosi di nettare e polline sui fiori di crucifere e ombrellifere. Per verificare la presenza degli adulti si possono installare delle trappole cromotropiche gialle posizionate sul bordo della coltura o nelle immediate vicinanze. Il monitoraggio dovrebbe iniziare a maggio e continuare fino a settembre. Le trappole permettono di rilevare aumenti improvvisi nell’attività degli adulti che possono indicare che si stanno verificando delle condizioni di rischio per la coltura.
In generale si consiglia di osservare con regolarità gli appezzamenti di colza nella fase sensibile, anche più volte alla settimana, in quanto, in caso di attacco consistente, la perdita delle piantine piccole può avvenire in breve tempo. Per i nostri ambienti non sono disponibili soglie di danno precise ma, sulla base dell’esperienza, si consiglia un intervento insetticida quando la presenza di larve di tentredine interessa più del 30% delle piante. Questo livello di infestazione provoca significative perdite di superficie fogliare particolarmente gravi se le piante non sono sviluppate.
Per la gestione dei fitofagi del colza in altri Paesi europei ci sono alcune interessanti esperienze di coltura trappola (altre brassicacee come la senape indiana, la rucola e il cavolo giallo) situate vicino al campo da proteggere.
La biologia della tentredine
L’adulto di Athalia rosae misura circa 6-8 mm ed è facilmente riconoscibile per il colore arancio con la testa nera. La larva è di colore nero, verde scuro o grigio ardesia scuro e, a maturità, misura 16-18 mm. La tentredine sverna come pupa nel terreno e, a maggio giugno, in funzione delle temperature del periodo, si ha la comparsa degli adulti di prima generazione. Normalmente ci sono tre generazioni all’anno e gli adulti di seconda generazione compaiono a luglio e all’inizio di agosto mentre la terza generazione si ha fra agosto e settembre. Le femmine fecondate possono deporre complessivamente, in modo isolato, 200-300 uova, ponendole con il loro ovodepositori all’interno del margine fogliare, fra le due epidermidi. Le larve nascono dopo un’incubazione di 7-10 giorni e completano il loro sviluppo in circa 30 giorni, attraverso quattro mute. Raggiunta la maturità si interrano costruendosi un bozzolo sericeo entro il quale restano nello stadio di eopupa per circa due settimane. L’impupamento dura 10-13 giorni. Le larve della prima e della seconda generazione generalmente si nutrono di erbe infestanti e di vegetali della famiglia delle Brassicaceae mentre il danno di rilevanza economica è provocato da quelle di terza generazione, in genere la più numerosa.