Usi sostenibili, il Piano non è obsoleto

Proposta di regolamento sotto l'esame dei ministri dell'agricoltura Ue il 18 luglio

Bruxelles con la nuova proposta di regolamento vuole accelerare sull’obiettivo di ridurre l’uso degli agrofarmaci del 50% entro il 2030
Farm to Fork, l’Ue accelera sulla riduzione degli input. Il regolamento “pionieristico” proposto da Bruxelles impone regole ancora più restrittive. Diventa oltremodo urgente sbloccare la bozza del Pan ferma da tre anni

Il 21 maggio passato, nel corso delle “Giornate Fitopatologiche” finalmente tornate in presenza al Fico di Bologna, veniva per l’ennesima volta presentata dal Mipaaf la bozza di revisione del Piano di azione nazionale (Pan) per l’applicazione della Direttiva per l’uso sostenibile dei pesticidi (Dir. 128/2009). Una disposizione che, dopo il primo quinquennio, si sarebbe dovuto adottare nel 2019 ma che è inspiegabilmente fermo da oltre tre anni.

Articolo tratto da Terra e Vita 22

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L’Europa corre

In questo triennio, però, l’Unione europea è andata avanti veloce nelle norme per la tutela della biodiversità, adottando importanti atti programmatici e normativi che incidono direttamente anche nelle materie regolamentate dalla Direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi e dai relativi Piani di azione nazionali.

Tra questi il New Green Deal (2019), documento programmatico con cui l’Unione Europea sancisce la volontà di raggiungere la neutralità delle emissioni inquinanti entro il 2050, e la strategia così detta From Farm to Fork (2020) che prevede, entro il 2030, la riduzione dell’uso sul territorio europeo del 50% dei prodotti fitosanitari, del 20% dei fertilizzanti e l’aumento del 25% dei terreni a coltivazione in biologico. Inoltre Biodiversity 2030 (2020) prevede di aumentare del 30% le aree rurali e marine protette e di trasformare il 10% delle superfici agricole in aree ad alta biodiversità.


Notizia Flash

I ministri dell'agricoltura dell'Ue si riuniscono il 18 luglio a bruxelles per discutere la recente proposta della commissione sul regolamento sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari sotto la direzione della presidenza Ceca


Il “ripristino della natura”

Paradossalmente, mentre alle “Giornate Fitopatologiche” si dibatteva del “nuovo” Piano di azione nazionale italiano, il 22 maggio la Commissione europea ha presentato formalmente due proposte di Regolamento che ha definito “pioneristiche” per perseguire gli obiettivi del New Green Deal e che potrebbero rendere obsoleto il Pan italiano prima ancora che venga adottato. Il Regolamento proposto per il “ripristino della natura”, in continuità con Biodiversity 2030, assegna agli Stati membri obiettivi giuridicamente vincolanti in vari ecosistemi, anche dove si svolge attività agricola, a integrazione delle normative esistenti. L’obiettivo è far sì che le misure di ripristino coprano almeno il 20% delle superfici terrestri e marine dell’Ue entro il 2030 e si estendano infine a tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050.

Più incisività e omogeneità

La proposta di sostituire la Direttiva per l’uso sostenibile dei pesticidi con un regolamento è una conseguenza di quanto osservato nel primo ciclo di applicazione della Direttiva 128/2009. A parere della Commissione, molti Stati membri (tra cui l’Italia) hanno adottato Piani di azione poco incisivi e troppo disomogenei, con progressi insufficienti nell’uso della difesa integrata e nella riduzione dei prodotti fitosanitari chimici. Trasformando la Direttiva in Regolamento, che diventa direttamente applicabile in tutti gli Stati membri, la Commissione ha voluto velocizzare, armonizzare e rendere più incisive le azioni degli Stati, emanando norme chiare e vincolanti.

Questi, in sintesi, i punti che la proposta di Regolamento sviluppa:

- obiettivi giuridicamente vincolanti a livello dell’Ue e nazionale per ridurre del 50% l’uso e i rischi dei pesticidi chimici e l’uso dei pesticidi più pericolosi entro il 2030. Gli Stati membri fisseranno i propri obiettivi nazionali di riduzione entro parametri stabiliti per garantire il conseguimento degli obiettivi a livello dell’Ue;

- nuove norme più rigorose delle precedenti per il controllo degli organismi nocivi con mezzi più rispettosi per l’ambiente. Sono state previste nuove misure che dovrebbero garantire che gli agricoltori pratichino la difesa integrata (Ipm) nel cui ambito, prima di poter utilizzare pesticidi chimici come misura di ultima istanza, si esaminino metodi ecologici alternativi di prevenzione e controllo degli organismi nocivi. Le misure comprendono anche l’obbligo per gli agricoltori di tenere dei registri, che attualmente sono già previsti ma che avranno ulteriori tipologie di registrazione e che potrebbero essere elettronici. È previsto, inoltre, che gli Stati membri stabiliscano norme specifiche per coltura che individuino le alternative da utilizzare al posto dei pesticidi chimici;

- divieto di uso di qualunque tipo di pesticida nelle aree sensibili. L’uso di tutti i pesticidi sarà vietato in luoghi quali le aree verdi urbane, compresi i parchi o giardini pubblici, i parchi gioco, le scuole, i campi ricreativi o sportivi, i sentieri pubblici e le zone protette nel rispetto delle prescrizioni di Natura 2000 e qualsiasi area ecologicamente sensibile da preservare per gli impollinatori in pericolo. Obiettivo di questo divieto è ridurre drasticamente l’esposizione inconsapevole dei “non addetti ai lavori” ai prodotti fitosanitari;

- gli Stati membri dovranno presentare alla Commissione relazioni annuali dettagliate sui progressi compiuti e sull’attuazione del Regolamento.

Link di interesse:

La proposta di Regolamento per l’uso sostenibile dei pesticidi

Il portale web della UE sull’uso sostenibile dei pesticidi

La copertura dei maggiori costi

La Commissione ammette che le nuove norme potranno comportare costi aggiuntivi per gli agricoltori e gli altri utilizzatori professionali di pesticidi e ha previsto un pacchetto di aiuti per sostenere le aziende verso la transizione:

- sostegni eccezionali dall’Ue per supportare nella transizione gli agricoltori con la politica agricola comune (Pac) dell’Ue. Per 5 anni, gli Stati membri potranno utilizzare la Pac per coprire i costi connessi all’attuazione delle nuove norme.

- sostegno all’ampliamento della gamma di prodotti e tecniche biologiche e a basso rischio disponibili sul mercato;

- finanziamento di attività di ricerca e sviluppo nell’ambito dei programmi Horizon dell’Ue a sostegno delle nuove tecnologie e tecniche, compresa l’agricoltura di precisione;

- un piano d’azione per la produzione biologica, per conseguire l’obiettivo dell’aumento di superfice investita a colture biologiche in Europa previsto dalla strategia “From Farm to Fork”.

La transizione, a detta della Commissione, sarà sostenuta anche attraverso l’implementazione della rete d’informazione, formazione e consulenza per la sostenibilità agricola e dalle opportunità offerte dalla diffusione dell’agricoltura di precisione (ad es. macchine irroratrici con geolocalizzatori e sistemi di riconoscimento del bersaglio).

Infine, e per la prima volta, la Commissione sta lavorando ad una proposta per applicare automaticamente ai prodotti di importazione gli stessi limiti di residui di prodotti chimici previsti per quelli di produzione europea. Ciò dovrebbe tutelare maggiormente i prodotti europei ottenuti con regole più rigorose dalla concorrenza extraeuropea e dovrebbe incoraggiare i Paesi terzi a limitare o vietare l’uso di pesticidi non autorizzati nell’Ue.

Le richieste dei cittadini

«È giunto il momento – ha dichiarato Stella Kyriakides, Commissaria per la salute e la sicurezza alimentare – di cambiare il modo in cui utilizziamo i pesticidi nell’Ue. Si tratta della salute dei nostri cittadini e del nostro pianeta. Con questa proposta stiamo realizzando le aspettative dei nostri cittadini». Il documento di presentazione dei nuovi Regolamenti fa espresso riferimento alla raccomandazione – espressa dai cittadini di tutta l’Unione nel corso della Conferenza sul futuro dell’Europa – di «ridurre drasticamente i pesticidi e i fertilizzanti chimici in tutti i tipi di aziende agricole» e «lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile, che preveda il rispetto della natura e dei lavoratori».

«Dobbiamo cambiare il modo in cui utilizziamo i pesticidi nell’Ue. Si tratta della salute dei nostri cittadini e del nostro pianeta»

Stella Kyriakides

 

 

 

 

 

 

 

In effetti la maggior parte dei “cittadini” europei vive in città (solo il 25% della popolazione europea vive in aree rurali e gli impiegati in agricoltura costituiscono il 4,4% della popolazione lavorativa) e molti hanno idee piuttosto approssimative su come si producono le derrate e gli alimenti che trovano nei supermarket o nei ristoranti. Ma sono quelli che più incidono sulle politiche agricole e ambientali europee, come base elettorale.

«La proposta di regolamento pone obiettivi importanti di riduzione dei pesticidi senza però offrire alcuna alternativa valida agli agricoltori».

Paolo De Castro, Capogruppo S&D Commissione agricoltura del Parlamento europeo

L’impatto sull’agricoltura Ue

Sicuramente meno entusiasti dei nuovi Regolamenti che si delineano per il mondo agricolo sono gli agricoltori che, pur condividendo gli obiettivi di fondo, vedono aumentare il rischio di nuovi vincoli, costi e burocratizzazione nella gestione fitosanitaria delle colture.

«La proposta di regolamento sui prodotti fitosanitari pone obiettivi importanti di riduzione dei pesticidi senza però offrire alcuna alternativa valida agli agricoltori».

Questo in sintesi l’autorevole parere dell’eurodeputato Paolo De Castro che, in una nota, ha evidenziato anche il rischio di una riduzione stimata del 17% della produzione agricola europea in un contesto geopolitico nuovo e instabile (invasione Russa dell’Ucraina) che potrebbe portare ad un insostenibile aumento dei costi dei mezzi di produzione agricola e al conseguente rialzo dei prezzi per i consumatori, con vantaggio per le importazioni da Paesi terzi che non garantiscono alcun rispetto degli standard di sostenibilità europei.

E al danno la beffa, perché se da un lato si prevede di sostenere nella transizione gli agricoltori con specifici fondi Pac, dall’altro non si prevede di aumentare le risorse complessive e quindi saranno diminuite le dotazioni economiche di altre misure della politica agricola comunitaria.

Centralina climatica e, sullo sfondo, diffusore di feromoni in frutteto per la confusione sessuale. Si prevede un aumento delle superfici gestite con metodi di difesa biologici

Il “nuovo” Pan: molto rumore per nulla?

Alla luce del nuovo Regolamento proposto dalla Commissione, ha ancora senso pensare di adottare il Piano di azione nazionale (Pan) per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, in giacenza nei cassetti di tre Ministeri (Agricoltura, Ambiente e Salute) da un triennio?

Sicuramente sì.

Innanzitutto perché il Regolamento è per il momento solo una proposta che ha avviato l’iter per l’esame al Parlamento europeo, nell’ambito della procedura legislativa ordinaria, con tempi non facilmente prevedibili e con contenuti che potrebbero essere modificati. Poi perché la “revisione” quinquennale del Piano è prescritta dalla Direttiva 128/2019, tutt’ora vigente, e l’Italia è inadempiente.

Infine perché la bozza del nuovo Pan risponde a rilievi e criticità evidenziate dalla Commissione europea, aggiorna alcune azioni e procedure alle nuove normative, migliora la quantificazione degli obiettivi da raggiungere, rende più efficace e armonizzato il controllo delle macchine irroratrici. Inoltre, introduce sostanziali miglioramenti al sistema di formazione (abilitazione degli utilizzatori e venditori di prodotti fitosanitari nonché dei Consulenti) e pone maggiore attenzione alla ricerca e alla sperimentazione, affidando direttamente al Crea il coordinamento scientifico, migliorando l’armonizzazione e le sinergie a livello nazionale e regionale.

Tutti buoni motivi perché i tre Ministeri interessati riesumino la bozza e facciano gli ultimi passi per la sua adozione. Altrimenti davvero si rischia che, come nel gioco dell’oca, l’intero lavoro di revisione portato avanti da un Comitato tecnico scientifico finisca per essere vanificato.


Un registro elettronico per le irroratrici

Mentre in Italia non è ancora stato costituito un “archivio nazionale per le attrezzature in uso”, previsto dal Pan già nel 2014, il nuovo Regolamento prevede all’articolo 33 l’istituzione di un Registro elettronico delle apparecchiature applicative ad uso professionale dove registrare, tra l’altro:

1. il nome dell’organismo che effettua le ispezioni;

2. l’Id univoco dell’attrezzatura dell’applicazione, se disponibile;

3. la data di fabbricazione, se disponibile;

4. il nome e l’indirizzo dell’attuale proprietario;

5. in caso di trasferimento di proprietà, la data di ciascun trasferimento e il nome e l’indirizzo dei precedenti proprietari negli ultimi cinque anni;

6. la dimensione del serbatoio;

7. la larghezza della barra di irrorazione orizzontale, se applicabile;

8. il tipo o i tipi di ugelli presenti sull’attrezzatura di applicazione al momento dell’ispezione;

9. nel caso di irroratrici a barra, se sull’attrezzatura di applicazione è presente o assente il controllo della sezione e/o degli ugelli mediante tecnologia di localizzazione geospaziale;

10. per le apparecchiature di età superiore a tre anni, la data di ciascuna ispezione effettuata a norma dell’articolo 31;

11. se l’attrezzatura dell’applicazione ha superato o meno ciascuna ispezione effettuata ai sensi dell’articolo 31;

12. i motivi di un’eventuale ispezione fallita.


Direttiva e Regolamento differenze sostanziali

Una direttiva è un atto legislativo che stabilisce un obiettivo che tutti i paesi dell’Ue devono realizzare. Tuttavia, spetta ai singoli paesi definire attraverso disposizioni nazionali come tali obiettivi vadano raggiunti. In genere gli Stati membri hanno 4 anni di tempo per recepire con atti normativi propri una direttiva.

Un regolamento è un atto legislativo vincolante. Deve essere applicato in tutti i suoi elementi nell’intera Unione europea. Esso, quindi, non ha bisogno di atti di recepimento per essere efficace all’interno dello Stato ma viene automaticamente recepito dopo pochi giorni dalla sua pubblicazione.

Usi sostenibili, il Piano non è obsoleto - Ultima modifica: 2022-07-18T01:22:06+02:00 da K4

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