Più di 5.500 giovani agricoltori e agricoltrici producono vino in Italia. Il settore è il più gettonato dalle imprese under 35. In pratica, un’azienda su dieci tra quelle condotte da ragazzi e ragazze possiede una vigna. È il quadro che emerge dall’analisi Coldiretti su dati del centro studi Divulga diffusa al Vinitaly.
Giovani viticoltori social e innovatori
Il tratto distintivo dei viticoltori under 35 è l’attenzione alla sostenibilità ambientale, una maggiore specializzazione nelle tecniche di marketing e un uso costante dei social per la promozione del proprio prodotto, attraverso uno storytelling che parte dal territorio e dalle sue caratteristiche. Non a caso i giovani vantano una maggiore propensione all’export, con quasi 1/3 delle aziende che vende all’estero, contro 1/5 della media generale, secondo Divulga.
Ma i produttori di vino under 35 rappresentano anche una delle fasce più impegnate nell’innovazione, spiega Coldiretti, con oltre il 70% che porta avanti in attività multifunzionali, dalla trasformazione e vendita aziendale del vino all’enoturismo fino alla vinoterapia.
La regione con il maggior numero di produttori di vino under 35 è la Puglia con oltre 1/6 del totale, che precede Veneto e Sicilia.
Alcune storie dei vignaioli della generazione Z presenti al Vinitaly
Anika, dell’azienda agricola Piera Bozzon, tiene viva l’antica tecnica veneta di coltivazione della Bellussera ma ha introdotto in cantina anche l’arte, realizzando acquerelli usando il vino come colore, dai quali poi prende spunto per la grafica delle etichette.
In Puglia i fratelli Alessandro, Rossana e Rossella guidano l’azienda Nicodemo puntando soprattutto sull’agricoltura di precisione, caratterizzata da impianti di irrigazione controllati da remoto, che permettono di intervenire sui vigneti esclusivamente se necessario e quando la pianta lo richiede, prevenendone così gli attacchi parassitari. E ancora Davide, laureato in Viticoltura ed Enologia, conduce l’azienda di famiglia, il Poggiolo, assieme al fratello Marco nell’Oltrepò pavese.
Se a caratterizzare i vini prodotti nella Tenuta Pampinus, nei Campi Flegrei, dai fratelli Vincenzo e Francesco è l’origine vulcanica dei terreni dove crescono le uve, l’azienda friuliana La Viarte ha i suoi vigneti a quasi 200 metri di altitudine mentre le “Tenute Su Pranu”, con i fratelli Marco e Alessandro, si trovano all’interno del territorio del Mandrolisai, in Sardegna, che nel 2022 è stato iscritto al Registro nazionale dei Paesaggi rurali e d’interesse storico, una delle appena 14 realtà presenti in Italia.
Alessandro, della Cantina Fantesini, ha puntato sui vitigni autoctoni dell’Emilia Romagna, dalla Spergola alla Sgavetta, mentre Alessandra della Casa vinicola Fazio è l’emblema dell’attenzione all’export, occupandosi delle politiche di vendita sul mercato asiatico, dalla Cina al Giappone.
Giovani agricoltori ancora pochi, ma buoni
A livello generale le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54% alla media, spiega Coldiretti, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più.
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