Vite, berry shrivel difficile da identificare

Berry shrivel su grappolo
Le bacche disidratate e avvizzite possono essere confuse con i sintomi di scottature e disseccamenti. Tuttavia, le cause sono diverse e riconducibili a uno squilibrio tra vegetazione e produzione. Operazioni colturali condotte in tempo e con corretti criteri agronomici sono da considerarsi azioni preventive per contrastare la fisiopatia

Il berry shrivel è caratterizzato dall’improvvisa disidratazione e dall’avvizzimento delle bacche. Può presentarsi in forme molto diverse per cultivar, momento e luogo geografico di comparsa dei sintomi.

Come si manifesta

Gli acini raggrinziti si presentano più piccoli, poco colorati, amari, con pochi zuccheri, acquosi; sezionando l’acino si notano imbrunimenti sottocuticolari o dell’intera polpa. In alcuni casi è possibile osservare anche la fuoriuscita di gocce di mosto dopo il distacco del pedicello. La perdita di turgore e il successivo avvizzimento degli acini sono dovuti alla progressiva perdita di vitalità delle cellule del mesocarpo; il sistema linfatico del raspo risulterebbe, invece, intatto. Il rachide, tranne il peduncolo, tende ad avvizzire ma non si spacca e non presenta necrosi; solo in caso di danni accentuati e tardivi si può osservare raspo e pedicelli degli acini che diventano bruni, avvizziscono e tendono a seccare favorendo la “sgranatura” degli acini. Generalmente l’apparato fogliare non presenta sintomi di stress. La sintomatologia compare quasi sempre dopo l’invaiatura, con danni più accentuati in maturazione.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Confondibile con altre anomalie

I sintomi non devono essere confusi con le scottature da eccessiva insolazione, con l’appassimento del grappolo da venti caldi (colpisce una sola parte del grappolo; asciuga solo gli acini, mentre il berry shrivel colpisce anche i racimoli) e con il disseccamento del rachide che inizia con piccole necrosi sul rachide. Il contenuto di  zuccheri può raggiungere valori molto più alti rispetto ai grappoli sani. Le scottature possono manifestarsi sia prima dell’invaiatura che in maturazione; si limitano, normalmente, alle parti del grappolo direttamente esposte al sole.

Le disidratazioni segnalano gravi deficienze idriche, in parte reversibili con il ristabilirsi delle condizioni di umidità. Nelle fasi avanzate i sintomi non si distinguono più dal disseccamento del rachide poiché anche il rachide del grappolo può necrotizzare, come succede nel disseccamento.

Danni da calore

Su grappoli si possono avere diversi tipi di scottature. Il sunburn foto-ossidativo si manifesta sui frutti acerbi ombreggiati. Si hanno dapprima decolorazioni della zona più esposta alla luce, poi imbrunimento, rammollimento e successiva necrosi dei tessuti di epidermide e polpa. La fisiopatia si manifesta maggiormente quando i frutti vengono esposti repentinamente a elevate radiazioni solari e  alte temperature. Il sunburn necrosis si manifesta sui frutti acerbi o maturi, acclimatati, quando naturalmente esposti alla radiazione solare. Le condizioni di insorgenza sono temperature superficiali dell’acino intorno ai 40 °C per brevi periodi (anche soli 5 minuti). Si ha decolorazione iniziale della zona più esposta alla luce, poi imbrunimento, rammollimento e successiva necrosi dei tessuti dell’epidermide e della polpa.

Il sunburn browning si manifesta sui frutti, sia prima che dopo l’invaiatura. Si ha un imbrunimento, a volte molto intenso, della buccia. Le condizioni di insorgenza dell’anomalia sono temperature dell’aria intorno ai 40 °C abbinate ad alti livelli di radiazione diretta in prossimità della raccolta e su cultivar suscettibili.

Un particolare tipo di ustione è quello riferibile a temporali pomeridiani estivi dopo giornate fortemente assolate; in questo caso i grappoli surriscaldati vengono investiti da aria più fredda che provoca allessatura, imbrunimento e disseccamento degli acini. Il colpo di sole diretto sugli acini può provocare un tipico sintomo denominato “colpo di pollice”, che si presenta come una piccola infossatura simile a un colpo di pollice.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Prevenzione

Tra i fattori all’origine della fisiopatia ci sono: rese elevate, diradamento tardivo al momento o dopo l’invaiatura, irrigazione troppo intensa o troppo ridotta, vigoria troppo elevata in confronto alla media, condizioni climatiche estreme, forte riduzione della superficie fogliare (es. cimature drastiche, patologie fungine). Recenti ricerche sono finalizzate allo studio dell’importanza di specie reattive dell’ossigeno o dell’azoto nello sviluppo dell’alterazione. Eventi pedoclimatici e colturali stressanti per la pianta possono condurre alla produzione e traslocazione di radicali liberi, potenzialmente tossici, nelle bacche, con conseguenti fenomeni fisiopatologici riferibili a berry shrivel. Tutte le operazioni colturali condotte in tempo e con corretti criteri agronomici sono da considerarsi azioni preventive per contrastare la fisiopatia.

Vite, berry shrivel difficile da identificare - Ultima modifica: 2024-09-30T08:14:33+02:00 da Roberta Ponci

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