Vite, il meteo fa temere attacchi di peronospora

peronospora
Grave attacco di peronospora su grappolino in fase di fioritura e tipici sintomi “a macchia d’olio” su foglia
Freddo e piogge insistenti accendono il disco rosso in vigneto, ma niente panico

Per diversi anni le condizioni climatiche primaverili sono state sfavorevoli allo sviluppo della peronospora della vite con i mesi di aprile e maggio scarsamente piovosi e con temperature ben al di sopra delle medie stagionali.

Quest’anno la situazione sembra diversa, poiché le abbondanti piogge del mese di aprile, che hanno fatto seguito a un marzo abbastanza piovoso e, ancor più, le precipitazioni di inizio maggio, fanno temere per possibili attacchi di peronospora fin dalle prime fasi di sviluppo della vite.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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La malattia

La peronospora della vite (Plasmopara viticola) sopravvive in assenza dei tessuti dell’ospite, durante l’inverno, differenziando strutture quiescenti, le oospore. Da esse, a inizio stagione vegetativa e in condizioni ambientali favorevoli, si originano le infezioni primarie sui tessuti fogliari di vite neoformati. La germinazione delle oospore è fortemente influenzata dalle condizioni climatiche anche pregresse; un andamento climatico piovoso prima della ripresa vegetativa determina una pronta germinazione delle oospore con formazione dei macrozoosporangi contenenti le zoospore, fonte di inoculo primario per il patogeno.

Per quanto concerne le temperature, le prime oospore sono pronte a germinare quando la somma delle temperature giornaliere superiori agli 8 °C, calcolata a partire dal primo gennaio, supera il valore di 170. Dopo la germinazione delle oospore, con la prima pioggia utile, sporangi e zoospore sono trasportati sulle foglie con gli schizzi d’acqua e qui le zoospore flagellate nuotano verso gli stomi dove avviene la penetrazione per mezzo di un tubetto miceliare. Il periodo di incubazione (tempo che intercorre tra l’infezione e la manifestazione dei sintomi della malattia), va dai 3 ai 18 giorni in funzione della temperatura e dell’umidità atmosferica.

La gravità delle infezioni secondarie, agamiche, è anch’essa condizionata dagli eventi climatici; pioggia o bagnatura fogliare persistente hanno un effetto favorevole allo sviluppo del patogeno e al verificarsi di infezioni secondarie. Le condizioni ideali per la sporulazione, che avviene solo di notte, sono: temperatura intorno ai 18-20 °C e umidità relativa elevata (superiore al 93%). Recenti studi hanno evidenziato che le infezioni primarie continuano in maniera scalare per tutta la stagione vegetativa anche se il loro ruolo decresce rispetto alle infezioni secondarie con l’avanzare della stagione.

Sintomi e danni

La peronospora è una delle malattie più gravi della vite europea (Vitis vinifera). L’oomicete attacca tutti gli organi erbacei della vite dove sono presenti gli stomi e su di essi provoca danni più o meno importanti. Gli attacchi su foglia determinano una perdita di qualità per una ridotta capacità fotosintetica delle piante, mentre l’attacco sui grappolini può portare alla perdita totale del raccolto. Sulla pagina superiore delle foglie compaiono macchie tondeggianti di colore verde chiaro che assumono un aspetto traslucido (“a macchia d’olio”) e, in condizioni di elevata umidità, si può osservare la presenza di una muffa bianco-grigiastra sulla pagina inferiore, dove si sviluppano gli sporangiofori. In fase avanzata le macchie necrotizzano e, in caso di forti attacchi, si possono avere gravi filloptosi. Le foglie più vecchie risultano meno sensibili agli attacchi e, nel caso di manifestazioni sintomatologiche, si evidenziano con la forma cosiddetta “a mosaico”.

L’attacco sui grappoli, se l’infezione avviene dalla fase di prefioritura fino a fine fioritura, determina un imbrunimento e un ripiegamento a uncino della parte terminale del grappolino, con successiva comparsa di una muffetta bianco-grigiastra. Quando l’acino raggiunge un diametro di circa 2 mm (fase di “acino pepe”), l’infezione può avvenire solo indirettamente attraverso il peduncolo e si sviluppa la cosiddetta “peronospora larvata”, in cui si assiste a un imbrunimento degli acini che perdono il loro turgore e avvizziscono fino al completo disseccamento.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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I trattamenti vanno ben calibrati

La difesa fitosanitaria, grazie ai numerosi principi attivi disponibili, consente di raggiungere buoni risultati. Tuttavia, bisogna rispettare una regola fondamentale: la peronospora si combatte in maniera preventiva, anticipando con gli interventi fitoiatrici, le infezioni primarie che possono essere previste anche con modelli previsionali, sempre più affidabili. I principi attivi a disposizione sono numerosi per la difesa integrata. Fino alla prefioritura si può intervenire con prodotti di copertura prima dello scadere del periodo di incubazione. In caso di difficoltà nell’eseguire i trattamenti tempestivamente, si possono utilizzare miscele contenenti principi attivi endoterapici da distribuire entro 2-3 giorni dall’inizio della presunta infezione.

Vite, il meteo fa temere attacchi di peronospora - Ultima modifica: 2023-05-12T10:55:37+02:00 da K4

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