Biostimolanti, finalmente arriva un testo di riferimento

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Presentato a Roma all'Accademia dei Lincei il libro Edagricole "I biostimolanti in agricoltura". La presentazione del volume è stata l'occasione per fare il punto su questi prodotti anche alla luce del regolamento Ue sui fertilizzanti recentemente approvato

Fare luce sul mondo dei biostimolanti. Questo l'obiettivo che si pone il libro Biostimolanti in agricoltura edito da Edagricole presentato a Roma, fresco fresco di stampa, nella prestigiosa Accademia dei Lincei.

E così come il nome dell'Accademia richiama l'acutezza della vista di coloro che si dedicano alla ricerca scientifica (una proprietà fisiologica che leggendariamente caratterizza la lince), il nuovo libro Edagricole guarda avanti, con rigore scientifico, sostenendo il futuro biostimolanti.

Il boom di un prodotto “antico”

Eugenio Occhialini, direttore di Edagricole ha presentato il piano editoriale della casa editrice

La giornata (introdotta dal presidente dell'Accademia Giorgio Parisi e dell'accademico Enrico Porceddu), al di là della presentazione del libro, è stata l'occasione per fare il punto sui biostimolanti, un prodotto che di per se non è nuovo nel panorama agronomico, ma che proprio grazie al supporto scientifico ha visto un vero e proprio boom in questi ultimi anni.

Tanto che in Italia il mercato ha ormai raggiunto i 40 milioni di euro.

Michele Pisante

«Il libro - ha detto nel suo intervento Michele Pisante, direttore scientifico della collana Edagricole “Università e formazione” - vuol essere una tappa di un cammino ancora molto lungo.

La scelta dell'argomento biostimolanti non è casuale ma rappresenta la necessità di andare a colmare un vuoto editoriale, con un prodotto molto importante sia dal punto di vista scientifico che della formazione».

Si è partiti con le alghe

Sono state le alghe i primi biostimolanti, inizialmente distribuite tal quali e poi liquefatte a seguito dell'ottenimento dello specifico brevetto.

Antonio Ferrante

«Oggi possiamo dire che, saltando la fase di macerazione in campo di resti di piante, possiamo ottenere, con un processo estrattivo, un prodotto che può avere effetti benefici sulle colture, che poi risulta essere un biostimolante - ricorda Antonio Ferrante (che ha coordinato i 32 autori del libro) –. La fase più difficile è la caratterizzazione di questi estratti per la produzione di biostimolanti.

Per far questo servono tecniche analitiche e metodologie che permettano di ottenere prodotti funzionale con caratteristiche costanti nel tempo».

Serve molta ricerca

Sul mercato sono oggi disponibili molto biostimolanti di ottima qualità, ma «serve molta ricerca per sondare l'efficacia dei prodotti in funzione della risposta delle colture».

Ferrante ha precisato anche che i biostimolanti non vanno a sostituirsi ad altri prodotti, ma servono a migliorare i processi metabolici, come ad esempio l'effiecianza dell'assimilazione degli elementi nutritivi minerali.

Approcci diversi

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Claudio Ciavatta

Il nuovo regolamento Ue sui fertilizzanti (2019/1009) che nasce sulla base dell'esigenza di sviluppo di una economia circolare (riutilizzo dei rifiuti) comprende finalmente anche i biostimolanti, come ha ricordato Claudio Ciavatta, coautore del volume.

Questi prodotti in Europa sono confluiti nel regolamento dei fertilizzanti con un approccio diverso rispetto al Farm Bill americano dove i biostimolanti sono invece compresi nella normativa dei fitofarmaci sia pure in una categoria a parte (not-Fifra).

Arrivano le multinazionali

Lorenzo Gallo

«E' importante che i biostimolanti escano da un limbo normativo – ha detto Lorenzo Gallo, presidente del gruppo Fertilizzanti specialistici di Assofertilizzanti – perché solo così le aziende possano essere spinte a investire nella ricerca e nella sperimentazione su questi prodotti.

Non è casuale, infatti, che oggi siano entrate in Ebic, l'associazione europea dei produttori di biostimolanti, accanto ad aziende medio-piccole, anche alcune multinazionali».

Biostimolanti, ancora molto lavoro da fare

Ma c'è molto da lavorare. Servono infatti enti di notifica per valutare i dossier e rilasciare certificati di conformità. Inoltre devono essere predisposte norme armonizzate per consentire ai centri di saggio di predisporre i test per avvalorare i claim dei nuovi biostimolanti.

Stando così le cose, secondo Gallo, i primi biostimolanti Ue si potranno cominciare a vendere più o meno nel 2024.

Gallo ha apprezzato molto il volume Edagricole ed ha proposto la realizzazione di una versione in lingua inglese perché all'estero non è ancora disponibile un testo di questo tipo. Un'altra proposta riguarda l'ampliamento del testo alle colture estensive.

Biostimolanti, finalmente arriva un testo di riferimento - Ultima modifica: 2019-12-04T23:13:28+01:00 da Alessandro Maresca

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