Biostimolanti: fondamentale valutarne gli effetti

Biostimolanti
Valutazione dei benefici agronomici e aspetti normativi sono due dei punti nevralgici toccati oggi alla prima giornata della Biostimolanti Conference

Biostimolanti: cosa sono? funzionano? Come devono essere applicati? Tre domande apparentemente banali ma che vanno a toccare punti nevralgici di un settore complesso. Si cerca però di dare risposta a queste tre domande alla Biostimolanti Conference, attualmente in corso a Catania, organizzata da Arptra (Associazione Regionale Pugliese dei Tecnici e Ricercatori in Agricoltura) e Fruit Comunication. Due giornate dedicate all'approfondimento di un settore che in prospettiva sarà sempre più strategico. Basti pensare alla definizione stessa di biostimolante, che richiama molti dei principi perseguiti dalle normative europee.

Importante il trasferimento di conoscenze

Gianluca Chieppa

«Arptra guarda sempre al futuro, ci siamo appena lasciati alle spalle la Biocontrol conference e ora siamo qui, in Sicilia, a parlare di un altro settore fondamentale: i biostimolanti, mezzi tecnici molto dibattuti che meritano un approfondimento». Così Gianluca Chieppa, presidente Arptra, ha dato il benvenuto ai partecipanti, ricordando poi che l’obiettivo principale è quello di colmare i vuoti conoscitivi in questo ambito e ridurre la distanza tra chi fa ricerca o produce mezzi tecnici e chi utilizza questi prodotti nelle proprie aziende agricole.

Antonio Ferrante

Anche Antonio Ferrante, presidente Soi, ha sottolineato l’importanza del trasferimento dell’informazione: «Sempre di più c’è bisogno di trasferire le conoscenze che noi ricercatori raccogliamo e approfondiamo all’interno nei nostri laboratori, è importantissimo perché molti, troppi risultati restano chiusi nei cassetti universitari. Questi eventi ci permettono di confrontarci direttamente e più semplicemente condividere informazioni per l’applicazione di questi nuovi mezzi tecnici che ci porteranno a trovare soluzioni alternative agli attuali sistemi di coltivazione, così come richiesto dalle normative europee. Confronto ancora più strategico quando si parla di biostimolanti, che a un primo sguardo possono sembrare semplici, ma che in realtà sono molto complessi».

Valutazione degli impatti e normativa

Tornando alle domande iniziali, gli interventi di Lorenzo Gallo di Federchimica Assofertilizzanti e Giuseppe Colla dell’Università degli studi della Tuscia hanno inquadrato perfettamente il tema.

«Gli effetti prodotti dai biostimolanti sono molteplici: benefici produttivi, benefici ambientali, impatto positivo sulla redditività dell’azienda. Impatti che spesso però non vengono misurati correttamente, se non con una valutazione visiva sommaria. I biostimolanti sono un mezzo tecnico utile per migliorare la sostenibilità dei processi produttivi, ma per ottimizzare correttamente il loro impiego è fondamentale eseguire una accurata valutazione degli effetti agronomici tramite rilievi quanti-qualitativi sulla produzione e il monitoraggio di parametri morfo-fisiologici, biochimici e molecolari. L’utilizzo della tecnica di analisi LCA ha dimostrato che i biostimolanti possono ridurre l’impronta carbonica dei prodotti e anche a migliorare altri indici di efficienza ambientale. Infine, la convenienza dell’applicazione non può prescindere da una analisi economica volta a quantificare il margine operativo lordo e l’indice di efficienza economica».

La verifica dell’efficienza agronomica è un aspetto quanto mai centrale anche perché viene introdotto dalla nuova regolamentazione nel dossier da presentare all’organismo notificato per la valutazione di un biostimolante. Il dossier deve pertanto includere i risultati di prove che dimostrino gli effetti (claims) dichiarati in etichetta.

«Quello dei biostimolanti è un mercato in crescita - ha precisato subito Lorenzo Gallo. Facendo una media di varie fonti, parliamo di una crescita del 10 % all’anno e di un valore di 3,5 miliardi di euro. Con la previsione di un aumento a 6,9 per il 2027. Trend che si traduce a livello europeo in circa 1,5 miliardi di euro e in 50 milioni in Italia. La mancanza di dati univoci è legata alla mancanza di una chiara identificazione normativa dei prodotti, che sono stati venduti in svariati modi. Tra un paio di anni forse si avranno dati più precisi. Quindi il settore è senz’altro interessante, i biostimolanti sono uno degli strumenti che le industrie potranno utilizzare per raggiungere gli obiettivi fissati dalla Commissione europea, ma la materia è complicata da una molteplicità di regole. In primis, l’entrata in vigore del Reg. Ue 2019/1009 si va a sommare alla legge italiana di riferimento la 75/2010 che contiene una definizione e un iter di registrazione diverso rispetto a quello suggerito dall’Ue. A questi due binari quasi mai convergenti, si aggiunge il meccanismo del mutuo riconoscimento (prodotti venduti in un Paese Ue posso automaticamente essere venduti anche in altri Paesi)». La sua relazione è entrata nel dettaglio delle criticità di un contesto che richiede assolutamente un’armonizzazione. Cosa che dovrebbe arrivare (in teoria) entro settembre 2023 per effetto della Legge 4 agosto 2022, n. 127 che delega il Governo ad
adottare, entro dodici mesi, uno o più decreti legislativi per adeguare la normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento UE 2019/1009.

Per quanto riguarda invece la loro applicazione, ogni prodotto è un caso a sé. In tal senso sono state molto utili le relazioni e i dati portati all’attenzione dei partecipanti dai diversi relatori aziendali e che saranno disponibili sul sito della Biostimolanti Conference.

Biostimolanti: fondamentale valutarne gli effetti - Ultima modifica: 2023-03-01T19:47:12+01:00 da Sara Vitali

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