Rischio rachitismo in carenza di zolfo

zolfo
Di questo mesoelemento sono particolarmente avide Brassicacee e Alliacee

Lo zolfo è uno degli elementi essenziali per i vegetali, essendo componente degli amminoacidi cisteina, cistina e metionina, di alcuni coenzimi e delle vitamine B1 (tiamina) e della biotina (vitamina H o B8). Nella costituzione delle proteine lo zolfo svolge un ruolo fondamentale anche con i ponti disolfuro tra i polipeptidi. Lo zolfo in genere rappresenta nel materiale vegetale circa lo 0,1-0,5% del peso secco.

Il ciclo dello zolfo in natura è assai complesso e coinvolge rilevanti processi biologici. Semplificando molto i passaggi, i solfati presenti nel terreno vengono assorbiti dai vegetali, rientrando, tramite le proteine vegetali, nella alimentazione degli organismi animali. Questi ultimi, in parte nelle urine, in parte attraverso i processi di putrefazione a opera dei batteri aerobi e anaerobi, eliminano, rispettivamente sotto forma di solfato e di idrogeno solforato, lo zolfo, che ritorna così al terreno, ricominciando il ciclo.

Nello strato di terreno esplorato dalle radici la stragrande maggioranza dello zolfo è presente nella sostanza organica, circa il 93-95% del totale. In alcuni terreni sono comunque presenti forme di zolfo inorganico, tra le quali la più rappresentata è il gesso (formula chimica CaSO4·2H2O); in altre situazioni si rilevano anche quantità significative di pirite (FeS2), calcopirite (CuFeS2) e zolfo elementare (S).

Lo zolfo viene assorbito dalle radici allo stato di massima ossidazione, come ione SO42-, ma dopo essersi legato all’ATP subisce un processo di riduzione.

 

Richiesta dell’elemento

La richiesta di zolfo da parte delle colture è di una entità molto simile a quella in fosforo: nei cereali sono asportati da 10 a 30 kg di zolfo per ettaro, mentre nelle leguminose da 25 a 30 kg/ha.

La famiglia maggiormente esigente per quanto riguarda la nutrizione in zolfo è quella delle Crucifere o Brassicacee e che comprende, fra le altre, le seguenti specie coltivate: il colza, il ravanello, la rapa, tutte le specie di cavoli, la rucola, la senape. Da parte delle crucifere sono asportati da 30 a 45 kg/ha di zolfo; questo forte assorbimento di zolfo dipende dal fatto che una loro caratteristica peculiare è quella di produrre particolari composti solforati, i glucosinolati, cui numerosi studi hanno attribuito un effetto protettivo contro l’insorgenza dei tumori e delle malattie neurodegenerative.

Un’altra famiglia molto sensibile alla disponibilità di zolfo è quella delle Alliacee, che comprende aglio, cipolla, porro e scalogno tra le specie maggiormente coltivate. Tutte queste specie presentano composti solforati, che sono quelli che conferiscono loro il caratteristico aroma: ad esempio si tratta del diallil solfuro per l’aglio, mentre per la cipolla il componente solforato è l’ossido di tiolpropano. Queste sostanze svolgono attività antiossidante ed antibatterica riconosciute fin dall’antichità.

 

Apporti di zolfo

Gli apporti naturali di zolfo al terreno derivano dall’aria e dalle precipitazioni atmosferiche.

Nei terreni lungo i litorali è presente una maggiore quantità di zolfo grazie al trasporto di acque marine, ricche di solfati, operato dai venti.

 

* Coordinatore tecnico coop. Terremerse

 

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Rischio rachitismo in carenza di zolfo - Ultima modifica: 2016-02-25T13:30:01+01:00 da Barbara Gamberini

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