A seconda della data di semina e delle condizioni atmosferiche susseguenti, l’accestimento dei cereali autunno-vernini può essere alle prime fasi oppure essere pressoché completato.
Il nutriente chiave nel periodo di fine inverno-inizio primavera per il frumento è l’azoto: in premessa però sono necessarie alcune considerazioni di fondo, concernenti in particolare quantità e qualità delle produzioni.
Per impostare correttamente la concimazione azotata bisogna avere ben chiaro il realistico obiettivo produttivo, che in alcune aree del Nord può essere di 70 q/ha, mentre in diverse aree del Centro o del Sud solo in annate con un decorso climatico molto favorevole dei mesi di aprile e maggio può superare i 35-40 q/ha.
La concimazione azotata deve essere ponderata su questi elementi guida. Nelle zone più produttive bisogna fare in modo che l’insufficiente disponibilità azotata non diventi il fattore limitante delle rese, mentre nelle zone meno produttive a causa delle condizioni climatiche, le concimazioni azotate devono essere posizionate nei momenti più favorevoli per l’assorbimento evitando distribuzioni eccessive, molto spesso inutili dal momento che nella stragrande maggioranza delle annate non è l’azoto il fattore limitante le rese.
Altro punto cardine da considerare è la tipologia produttiva a cui appartiene il nostro frumento e quindi le aspettative qualitative. Se dobbiamo ottenere granella di pregio va favorito il massimo accumulo proteico e quindi esaltata la disponibilità azotata nella fase che va dalla botticella alla maturazione lattea; se invece le varietà seminate non sono di pregio o sono idonee alla trasformazione da biscotti, l’attenzione per la disponibilità azotata va concentrata nella fase della levata, che è quella che maggiormente influisce sulla resa finale in granella. Un rilievo importante nell’impostazione della concimazione azotata riveste la situazione agronomica, e in particolare la precessione colturale e le condizioni in cui la semina è stata effettuata.
Modulazione degli interventi
Se la coltura che precede i cereali autunno vernini nella rotazione è da ritenersi arricchente (ad esempio foraggere, orticole o comunque colture ben concimate e che hanno lasciato il terreno in condizioni ottimali) si potrà prevedere una entità più ridotta della concimazione azotata, perché si realizzerà nel ciclo del frumento una cessione di azoto da parte del suolo. Se invece la precessione è depauperante (ad esempio sorgo o soia o colture che in generale lasciano il terreno in cattive condizioni) questa influisce negativamente sulla fertilità residua e quindi sarà da prevedere una concimazione azotata irrobustita di 20 o 30 unità.
Un altro aspetto da valutare con attenzione è la condizione in cui è avvenuta la semina. Rispetto a una situazione normale per preparazione del terreno, piovosità ed epoca, si potranno registrare condizioni non ottimali in cui, per un
letto di semina troppo grossolano o per eccessive precipitazioni o per semine fuori periodo, si potrà conseguire un investimento non adeguato di piante per metro quadro; questo, finché l’accestimento è in corso si può cercare di correggerlo con un incremento delle concimazioni azotate in numero (ad esempio con interventi anticipati supplementari a fine gennaio) e in quantità, che vadano a stimolare l’accestimento, con l’obiettivo di arrivare comunque all’auspicato numero di spighe per metro quadro.
Dopo avere detto della grande importanza dell’azoto in questa fase, è bene ricordare che tra i mesoelementi svolge un ruolo determinante lo zolfo, in particolare per la produzione e la qualità delle proteine. Se lo zolfo non è disponibile in quantità adeguate (30-40 kg/ha di SO3), il metabolismo risulta alterato a svantaggio della sintesi proteica, specialmente con riflessi negativi sulla sintesi degli aminoacidi solforati cisteina e metionina: ricordiamo che la cisteina risulta fondamentale per ottenere farine idonee per la panificazione.
Da queste considerazioni deriva che, in particolare nella concimazione di fine accestimento o di levata, è bene privilegiare, laddove possibile, concimi azotati che dispongano anche di una dotazione di zolfo.
Per impostare correttamente la concimazione del frumento bisogna considerare con attenzione i tempi di assorbimento dell’azoto da parte della coltura.
Per una ottimale gestione dell’azoto è necessario considerare che tutte le forme azotate presenti nel terreno o apportate con la concimazione vengono trasformate in forma nitrica, che è molto disponibile per le piante ma, non essendo trattenuta dal suolo, è soggetta a dilavamento e quindi può originare spreco di unità fertilizzanti ed inquinamento delle falde.
La concimazione deve tenere in particolare conto questo aspetto ed assecondare quindi gli effettivi asporti del momento di intervento: in termini pratici ne consegue che si dovrebbe frazionare più possibile gli apporti azotati, ma ciò non è ovviamente attuabile all’estremo perché ogni intervento in campo è un costo e provoca calpestio del terreno e della coltura.
tab. 1 Asporti complessi di azoto (kg)I dati sono relativi ai cereali autunno-vernini (pianta e prodotto) per ogni tonnellata di produzione e per 7 tonnellate di produzione (dai Disciplinari di Produzione Integrata della Regione Emilia-Romagna) | ||
Specie | Asporti per 1 t | Asporti per 7 t |
Grano tenero panificabile | 29,6 | 207 |
Grano duro | 31,1 | 218 |
Orzo | 22,4 | 157 |
Le epoche di distribuzione dell’azoto
Può essere necessario intervenire anticipatamente con una concimazione azotata se si ravvisano problematiche agronomiche. Uno dei casi in cui più frequentemente s’impone un intervento azotato precoce è nei campi in cui è stata effettuata la semina su sodo, in quanto la presenza dei residui della coltura precedente aumenta l’avidità e la richiesta di azoto da parte della coltura.
In condizioni normali si può considerare che per il primo apporto azotato si può attendere la metà-fine dell’accestimento, con una quota del 25-30% circa del totale previsto.
La fase caratterizzata dal maggiore assorbimento azotato da parte dei cereali autunno-vernini è quella di inizio levata-spiga al secondo nodo, in cui è bene distribuire la massima parte dell’azoto previsto (circa il 65-70% del totale) in una forma di assimilazione relativamente pronta (nitrato ammonico o urea). Se coltiviamo grano duro o varietà di grano tenero di pregio è bene riservare una discreta quota di azoto (25-30 unità) per la fase della botticella: l’adeguata disponibilità di azoto in questo stadio è determinante per l’accumulo proteico nella spiga.
Quanto detto in precedenza vale per frumento tenero e duro: per l’orzo, essendo necessari apporti più contenuti, in genere si effettua una unica somministrazione azotata ad inizio levata.
Nell’ottica di mantenere una buona copertura del fabbisogno azotato nel tempo pur riducendo il numero dei passaggi, che nel frumento possono essere 2 o 3, un aiuto importante viene dall’utilizzo di fertilizzanti a cessione graduale dell’azoto, che sono assai meno esposti al rischio di dilavamento in quanto rendono disponibile l’azoto in modo progressivo, assecondando i flussi di assorbimento delle colture.
La cessione graduale dell’azoto viene ottenuta mediante diversi sistemi:
- impiego di inibitori dei microrganismi del suolo, che rallentano la trasformazione delle tipologie di azoto apportato nelle forme meglio assorbite dalle piante;
- copertura dei granuli con pellicole di varia natura che con la loro barriera fisica ritardano la messa in soluzione dell’azoto;
- forme azotate più complesse (es. metilenurea o altre) che comportano un allungamento dei tempi per la loro trasformazione in forme semplici da parte dei microrganismi del suolo;
- fertilizzanti organo-minerali che, grazie alla sostanza organica, graduano la messa a disposizione dell’azoto rispetto ai fertilizzanti chimici tradizionali.
Nei cereali autunno-vernini i fertilizzanti a cessione graduale si prestano per la concimazione azotata di metà-fine accestimento, in cui le richieste del frumento sono abbastanza limitate ma protratte nel tempo. In linea di massima, date le caratteristiche di questa categoria di fertilizzanti, è possibile aumentare fino al 40-60% dell’azoto totale la distribuzione azotata con questi prodotti, riservando la quota restante alla levata con fertilizzanti azotati a pronto rilascio (nitrato ammonico o urea) oppure, per varietà di pregio, spostandola più in avanti, a metà levata.
È buona norma approfittare di tutti i passaggi effettuati con le irroratrici per la difesa o il diserbo per distribuire fertilizzanti miscibili con gli agrofarmaci che possono essere a base di solo azoto, di mix di macro e microelementi, oppure di alghe o altri prodotti biostimolanti. In particolare la concimazione fogliare in epoca levata-botticella, fornendo nutrienti prontamente disponibili consente di stabilizzare e di incrementare le rese ed i tenori proteici: ciò è di interesse in particolare per le varietà con caratteristiche molitorie di pregio.
Ricordiamo che per sfruttare questa modalità applicativa senza inconvenienti è necessario verificare che i fertilizzanti da miscelare siano ben compatibili con gli agrofarmaci che sono da distribuire, siano essi erbicidi, fungicidi, insetticidi.