La nocciola Mortarella di Avellino presenta un alto contenuto di proteine e un più basso contenuto lipidico rispetto ai valori riportati in letteratura per le altre cultivar.
Si tratta di un elemento determinante che il centro di Ricerca irpino aggiunge al plico delle relazioni tecniche già inoltrate alla Regione Campania per ottenere il riconoscimento Igp della nocciola irpina.
Lo studio condotto sui campioni di nocciola dalla ricercatrice dell’Istituto di Scienze dell’alimentazione Maria Grazia Volpe all’interno del laboratorio del Cnr di Avellino ha acclarato che la produzione corilicola della provincia campana è unica nel suo genere. Le indagini chimico nutrizionali e degli aspetti nutraceutici di ecotipi di nocciola del territorio hanno acclarato che la Mortarella irpina contiene il 17% di proteine e il 53% di contenuto lipidico.
Il confronto con gli altri ecotipi
I risultati della analisi effettuate sugli ecotipi, in particolare sulla Tonda Bianca, Tonda Rossa, Camponica e Mortarella, hanno evidenziato in particolare per la Mortarella, che rappresenta la cultivar prevalente come percentuale nel raccolto, con specifiche caratteristiche. Vediamo quali.
Il primo elemento è un alto contenuto in macro elementi in particolare magnesio e potassio, che sono i minerali che hanno effetti benefici sulla salute dell’uomo e parallelamente basso contenuto in sodio, ma anche un alto contenuto proteico (maggiore del 17%).
La Mortarella presenta un maggiore contenuto di acidi grassi insaturi (UFA), in particolare maggiore contenuto di acidi grassi polinsaturi (PUFA) rispetto ad altre cultivar territoriali che conferiscono un valido contributo nutrizionale.
Oltre alla più bassa concentrazione di acido oleico tra i campioni analizzati e la più alta concentrazione di acido linoleico suggerendo che questa sia una caratteristica distintiva di questa cultivar così presente in questo territorio. Ma anche un minor contenuto di acidi grassi saturi (SFA) nella maggior parte delle cultivar analizzate rispetto a dati di letteratura.
Dal profilo delle molecole volatili (VOC), è stata evidenziata una maggiore espressione delle componenti aromatiche che danno maggiore presenza delle componenti chetoniche, di alcol a corta catena e terpeni nel profilo dei VOC che indicano un flavour di qualità e parallelamente una minor presenza di molecole espressione di degradazione lipidica.
L’alto contenuto di polifenoli riscontrato nelle nocciole probabilmente proteggono le nocciole irpine analizzate dall’ossidazione durante la fase di conservazione, “questo è anche uno dei motivi che dovrebbero spingere il consumatore a inserire le nocciole in una dieta bilanciata” aggiunge la ricercatrice.
Polifenoli specifici
Sono stati riscontrati alcuni polifenoli specifici individuati nella cultivar Mortarella rispetto alla Tonda Bianca che potrebbero essere utilizzati come marker per la tracciabilità. “Inoltre il contenuto di fibre riscontrato, è assolutamente importante nella dieta alimentare per i benefici intestinali, così come l’assenza di micotossine che, al contrario, sono state riscontrate spesso in nocciole di esportazione. Le nocciole sono state analizzate durante la shelf life al fine di verificare il mantenimento degli attributi di qualità nel tempo. Infine, è stata rilevata l’assenza di micotossine che vengono spesso riscontrate in concentrazioni superiori ai limiti imposti dalla normativa nei campioni di nocciola che provengono dall’estero” ha argomentato Volpe.
Con la presentazione e divulgazione dei dati emersi, il Cnr collabora nell’attuazione di strategie di valorizzazione per supportare lo sviluppo di una filiera della nocciola irpina e di prodotti trasformati, sia dolci che salati, a base di nocciola irpina che mostra ottime qualità organolettiche-aromatiche e un elevato valore nutrizionale. “Per quanto attiene la diffusione delle conoscenze scientifiche sulla nocciola irpina IGP, saranno adeguatamente supportate da documenti di ricerca scientifica sui benefici nutrizionali e relativi utilizzi, e anche claims nutrizionali in modo da informare adeguatamente il consumatore” continua.
Il confronto della cultivar Nocciola Mortarella di Avellino è stato fatto con altre cultivar italiane, come la Nocciola Giffoni IGP (Campania), la Tonda Gentile Romana DOP (Lazio), la Tonda gentile Trilobata IGP (Piemonte), la Siciliana o Nostrale (Sicilia).
LE ANALISI SU CAMPIONI DI NOCCIOLA MORTARELLA DI AVELLINO
Sui campioni di Nocciola Mortarella di Avellino sono state effettuate le seguenti analisi:
- Il tenore di umidità % mediante metodo gravimetrico;
- Il contenuto di azoto totale % con metodo di Kjeldahl;
- Il contenuto lipidico % con metodo Soxhlet;
- Profilo acidico mediante gascromatografia (GC)
- Il contenuto in polifenoli totali mediante metodo spettrofotometrico UV/vis Folin-Ciocalteu;
- L’attività antiossidante mediante metodo spettrofotometrico del DPPH;
- Il contenuto in ceneri % mediante metodo gravimetrico;
- Le molecole volatili mediante gascromatografia accoppiata alla spettrometria di massa (GC/MS)
LA VALORIZZAZIONE DELLA NOCCIOLA IRPINA
TRA LE INIZIATIVE DEL CENTENARIO DEL CNR
I dati sono stati divulgati presso l’istituto di Scienze dell’Alimentazione del CNR di Avellino nell’ambito di un evento organizzato con l’Università degli Studi di Salerno (Difarma) e l’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Avellino che ha ottenuto il patrocinio del Centenario del Cnr, sulla valorizzazione della Nocciola d'Irpinia con approfondimenti dal punto di vista chimico, nutrizionale e sensoriale di questa eccellenza agroalimentare.
L’iniziativa rientra più in generale, nell’ambito dei festeggiamenti del centenario del CNR la cui fondazione avvenne il 18 novembre 1923. Il programma Porte aperte al CNR (previsto tra marzo e ottobre 2023) prevede un calendario di incontri/dibattiti organizzati presso le sedi del CNR disseminate sul territorio nazionale, da Venezia a Palermo, dedicati a grandi problematiche e a grandi domande della società a cui la scienza può dare risposte.
L’obiettivo è valorizzare il passato, il presente e il futuro del CNR e far conoscere l’Ente e la sua capacità di contribuire al progresso scientifico e culturale del Paese e dell’umanità. Le parole chiave individuate per la richiesta del patrocinio del Centenario, fanno riferimento alla sostenibilità, biodiversità, scienze della vita, one health che caratterizzano la corilicoltura, settore che riveste un’estrema importanza per l’economia campana e, in particolare, per l’Irpinia.
LA RICHIESTA DI RICONOSCIMENTO DELLA NOCCIOLA D’IRPINIA IGP
Nel corso del 2022 è stato avviato anche il processo di riconoscimento della “Nocciola d’Irpinia IGP” con il contributo tecnico-scientifico dell’Università degli Studi di Salerno e dell’Istituto di Scienze dell’Alimentazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Avellino. “Le caratteristiche chimico-nutrizionali, la rilevanza socio-economica del comparto, il ruolo che la corilicoltura svolge nella conservazione delle risorse naturali in aree collinari e montane, l’indotto determinato dalla stessa coltivazione nel settore turistico-culturale e l’elevata sostenibilità ambientale delle produzioni ottenute, sono certamente pilastri per sostenere un processo di valorizzazione che troverebbe nella certificazione dell’Indicazione Geografica Protetta la sua naturale conclusione” commenta la ricercatrice del centro, che conclude: “Riconoscere la Nocciola d’Irpinia come prodotto IGP significa esaltare un’eccellenza del territorio irpino e valorizzare il lavoro delle filiere coinvolte nella sua realizzazione”.