Piemonte, le nuove sfide del consorzio di tutela della frutta a guscio

frutta a guscio
Stefano Marchisio e Valter Arnaudo
Nuovi canali di commercializzazione, pratiche agronomiche in larga parte da esplorare e un efficace coordinamento del post raccolta sono le priorità secondo il presidente Stefano Marchisio

L’unione fa la forza. L’antico adagio è verità ben nota ai produttori di mandorle e noci del Basso Piemonte, organizzatisi, nel 2023, in un Consorzio di tutela della frutta a guscio. Nato due anni fa da un gruppo di produttori di mandorle, sparsi fra le province di Cuneo, Asti e Alessandria, lo scorso aprile l’ente ha cambiato denominazione, includendo anche i coltivatori di noci. Di recente ha eletto il nuovo direttivo: Stefano Marchisio, 41 anni di Cuneo è stato chiamato a guidare l’ente, assieme al vice Valter Arnaudo e al segretario Franco Sereno. Fra i consiglieri figurano Silvia Demarchi, Giuseppe Meineri, Alberto Milani e Daniel Verruti.

Tra campo e mercato

Nuovi canali di commercializzazione, pratiche agronomiche in larga parte da esplorare e un efficace coordinamento del post raccolta sono le sfide principali, secondo Marchisio. La parabola della sua azienda, 27 ettari di frutteti in frazione San Benigno di Cuneo, è paradigmatica delle trasformazioni in corso nel comparto frutticolo della Granda: «Dopo 60 anni di attività abbiamo deciso di affiancare a peschi, meli e kiwi una produzione innovativa, che riscuote interessi crescenti sul mercato e permette di ridurre la manodopera, con lavorazioni in larga parte meccanizzabili».

Produzione sostenibile

L’avvio della conversione aziendale, con l’impianto dei primi mandorleti, è avvenuto nel 2020: «Oggi ne coltiviamo 4 ettari e mezzo, altrettanti sono stati impiantati a noce». L’attenzione all’ambiente ha fatto il resto, «il mandorlo consente una leggera riduzione dell’impiego di fitofarmaci e del fabbisogno idrico. Ha inoltre dimostrato grandi capacità di adattamento al clima: in pianura, le piante hanno resistito meglio dei peschi ai massicci ritorni di freddo primaverili».

Un complesso di fattori che ha determinato l’incremento costante delle superfici, dalla messa a dimora, nel 2019, dei primi mandorleti a Dronero (nel Cuneese): oggi il consorzio conta 46 associati, in larga parte produttori di mandorle, e 70 ettari complessivi di frutteti, includendo anche i noceti. Sei soci si sono aggiunti nell’ultimo anno, periodo nel quale l’ente di tutela ha “guadagnato” trenta nuovi ettari di colture. «Siamo presenti in modo capillare, con alcuni areali intensivi, in tutta la fascia pedemontana della Granda: dalla zona di Cuneo, al Saluzzese, a Revello, al Dronerese. Ma anche in pianura nell’area di Verzuolo e Savigliano. Ci sono poi l’Alta Langa, nel Cuneese, la Langa astigiana e i rilievi dell’Alessandrino: di recente un socio si è affiliato dal Vercellese».

Nato da spinte “dal basso”, il Consorzio si caratterizza per l’elevato numero di cultivar di mandorli, situazione che non trova riscontro nel caso del noce, dove prevale la varietà Chandler a guscio morbido. Spiega Marchisio: «Le aziende in aree collinari, le prime a piantumare mandorleti, hanno optato per la Tuono, specie storica del Sud Italia, non avendo problemi con le gelate. Le aziende della pianura, in molti casi realtà professionali strutturate, hanno investito sulle varietà Penta e Makako, introdotte di recente dalla Spagna, molto più produttive e ricche di zuccheri e grassi».

Produzione in aumento

La campagna 2023 si è chiusa con 160 quintali di mandorle in guscio e 200 quintali di noci conferiti. La commercializzazione è uno dei nodi da sciogliere. Negli ultimi due anni la maggior parte della produzione è stata ceduta, con accordi di filiera negoziati dal Consorzio, all’azienda Life di Sommariva Perno: 4 euro e 20 centesimi al chilo il prezzo liquidato agli agricoltori per le noci in guscio, 2 euro e 70 centesimi per le mandorle da sgusciare (sei euro per il prodotto sgusciato). Prosegue Marchisio: «Dovremo affiancare al canale della grande distribuzione, vitale per noi in questi anni, altri accordi con medie e piccole aziende interessate al nostro marchio. Le stime di produzione per la prossima campagna sono raddoppiate rispetto al 2023».

Anche le operazioni post raccolta sono al centro di profondi ripensamenti: «Per smallatura ed essiccazione ci siamo affidati a un contoterzista di Cuneo, dove abbiamo fatto confluire il raccolto. Per la sgusciatura abbiamo inviato il prodotto alla Copa nel Viterbese, una realtà cooperativa attrezzata». Un iter laborioso, al quale si vorrebbe ovviare, in futuro, «dotandoci di strutture o appoggiandoci ad aziende locali».

Piemonte, le nuove sfide del consorzio di tutela della frutta a guscio - Ultima modifica: 2024-02-29T00:46:49+01:00 da Simone Martarello

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