Buffer zone per fermare la mosca orientale della frutta

Bactrocera dorsalis
La Campania lavora ad un piano di contrasto per fermare l’insetto alieno attraverso un’attenta gestione del territorio. Timori non solo per la frutticoltura ma anche per la viticoltura

Quella rappresentata dalla mosca orientale della frutta è una minaccia seria che spinge la Regione Campania ad elaborare un piano di contrasto.

Un piano che prevede una gestione accurata del territorio che viene suddiviso in buffer zone. L’elenco è stato diffuso da poco (vedi più avanti).

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Della nuova minaccia che si presenta per l’ortofrutta in generale è stato informato il Ministero per le Politiche agricole, così come si attende un piano operativo di contrasto da parte della struttura regionale, che ha allestito un tavolo di crisi per affrontare la nuova questione.

Il monitoraggio del Cnr di Portici

Il rischio dell’incursione della mosca orientale è stato affrontato nel mondo produttivo campano, dove si teme per l’ortofrutta tanto quanto per la viticoltura.

Il Cnr di Portici monitora l’insetto e la sua diffusione, già registrata in alcuni frutteti della provincia di Napoli. Sono stati ritrovati circa 700 esemplari tra Palma Campania e San Gennaro e il centro Nazionale di Ricerche sta verificando la possibilità che l’insetto si sia acclimatato grazie ai cambiamenti climatici. Il caso campano al momento è l’unico in Italia e sta destando la preoccupazione di diversi agricoltori, sollecitati al monitoraggio visivo per individuare possibili casi.

La collaborazione della popolazione

In un breve abstract pubblicato dall’assessorato regionale all’agricoltura della Campania, si citano i siti a rischio da monitorare, ovvero frutteti ed orti, mercati all’ingrosso, grossisti, centri di raccolta collettivi, produttori professionali autorizzati all’uso del passaporto delle piante per Citrus, Fortunella, Poncirus e relativi ibridi, o per il commercio di agrumi con foglie e peduncoli.

Le misure di monitoraggio indicate sono le ispezioni visive, il trappolaggio e i campionamenti. «A causa del ritrovamento di alcuni adulti di B. dorsalis nel 2018 era stata istituita un’area delimitata dal raggio di 8 km si legge nel documento regionale».

Due zone rinforzate

Entro questa zona, seguendo le linee guida contenute nel libro: “Trapping guidelines for area-wide fruit fly programmes predisposto dalla Fao-IAEA, 2018” erano state istituite due zone a monitoraggio rinforzato di 64 km2 costituite da un quadrato di 8 km di lato il cui centro coincide con le trappole risultate positive. Le attività di controllo espletate nel 2019 e nel 2020 nelle due zone e nel resto della regione hanno permesso di accertare che non sono presenti popolazioni di B. dorsalis in Campania, anche se la cattura di alcuni esemplari ha indicato l’introduzione frequente di materiale infestato.

Volendo comunque tenere un livello di allerta alto nel 2020 è stato previsto l’utilizzo di 400 trappole in campo di cui 350 nell’areale di Palma Campania oltre a 50 trappole da posizionare in siti a rischio. Nel 2020 non è stato catturato alcun individuo per cui si è deciso, con il  piano di monitoraggio del 2021, di ridurre ulteriormente il numero di trappole a 45.

Poi i recenti ritrovamenti di Palma stanno togliendo l'illusione di una facile risoluzione del problema.

Bactrocera dorsalis: a) punture per deposizione delle uova su frutto di mango B) femmina Bactrocera dorsalis. (Foto Luc Leblanc dell'(Università dell'Idaho, USA) e Yokohama Plant Protection Station, Giappone).

I Comuni dentro la Buffer zone

La Regione Campania rende noto l’elenco dei comuni ricadenti nella buffer zone per la Bactrocera dorsalis.

Nell’area di Palma Campania in un territorio di 198 km quadrati, dove ricadono i comuni della provincia di Avellino, fra cui Domicella, Lauro, Marzano di Nola, Moschiano, Pago del Vallo di Lauro, Quindici e Taurano. In provincia di Napoli invece i comuni coinvolti sono Boscoreale, Carbonara di Nola, Casamarciano, Liveri, Nola, Ottaviano, Palma Campania, Poggiomarino, San Gennaro Vesuviano, San Giuseppe Vesuviano, San Paolo Bel Sito, Saviano, Scisciano, Somma Vesuviana, Striano, Terzigno e Visciano.

Ricadono nella provincia di Salerno i comuni di San Marzano Sul Sarno, San Valentino Torio, Sarno e Scafati. I comuni in intersezione comprendono un’area di 7 km quadrati e coinvolgono il comune di Poggiomarino in provincia di Napoli, e San Marzano sul Sarno, San Valentino Torio, Sarno e Scafati in provincia di Salerno.

Coinvolta anche l’area di Nocera Inferiore in un’estensione di 198 km quadrati. Qui sono coinvolti i comuni di Casola di Napoli, Gragnano, Lettere Poggiomarino e sant’Antonio Abate in provincia di Napoli. A seguire Tramonti, Vietri sul Mare, Angri, Castel San Giorgio, Cava De’ Tirreni, Corbara, Maiori, Mercato San Severino, Minori, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Ravello, Roccapiemonte, San Marzano sul Sarno, Sant’Egidio del Monte Albino, San Valentino Torio, Sarno, Scafati, Scala e Siano in provincia di Salerno.

Buffer zone per fermare la mosca orientale della frutta - Ultima modifica: 2022-10-19T01:00:18+02:00 da Lorenzo Tosi

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