Nella notte tra il 23 e il 24 marzo le temperature sono scese sotto lo zero e una gelata ha colpito i frutteti in tutta la pianura friulana. Quello che si temeva, dopo che è appena terminato uno degli inverni più caldi della storia recente, è accaduto. E così nella notte tra lunedì e martedì, la temperatura notturna ha raggiunto i -4 °C dalla zona collinare alla pianura con il rischio di un fenomeno non isolato ma destinato a ripetersi nelle prossime notti. I danni saranno calcolabili tra una settimana analizzando le conseguenze sulle gemme presenti sulle piante di melo, pesco e kiwi che avevano già avviato il proprio ciclo vegetativo. Per i vigneti, ancora nella fase di “pianto”, le valutazioni si faranno più avanti.
L’efficacia degli impianti antibrina
L'episodio ha confermato, comunque, l'importanza degli impianti antibrina per i fruttiferi, ovvero i sistemi di irrigazione a pioggia che, attivati prima della gelata, consentono di creare un involucro di ghiaccio attorno alle piante limitando la temperatura all'interno a 0 °C.
«Abbiamo attivato gli irrigatori fin dalle ore 23 di lunedì 23 - commenta Peter Larcher, titolare dell'azienda melicola “Pomis” di Chiasiellis di Mortegliano (Udine), una delle più importanti della regione -. Più a rischio sono le varietà che hanno già avviato il ciclo vegetativo, come le Gala, le Granny Smith, le Pink Lady e altre minori».
Persa il 50% della produzione
«I frutteti non dotati di impianto antibrina – valuta Larcher - subiranno un danno attorno al 50% della produzione. Per fortuna la gran parte dei nostri meleti sono dotati di questo sistema, ma esistono ancora frutteti che ne sono sprovvisti in quanto non collegati alla rete di irrigazione. È assai probabile, stando alle previsioni – conclude Larcher – che nelle prossime notti si ripeteranno questi sensibili abbassamenti di temperature per una durata temporale che andrà a ridosso del periodo pasquale».