La Regione Piemonte scende in campo per risarcire le aziende frutticole che hanno dovuto estirpare le coltivazioni di kiwi per problemi fitosanitari. E’ aperto per il secondo anno il programma di aiuti a favore delle aziende agricole che riconvertono gli impianti di actinidia. Per il 2021 la dotazione ammonta a 1 milione di euro, risorse già assegnate ad Arpea, l’organismo pagatore regionale, e non utilizzate nel bando dell’annata precedente.
Come prevede l’articolo 9 della Legge regionale 9 del 2015, per ogni ettaro coltivato a kiwi che verrà estirpato nelle stagioni autunno-invernali 2019-2020 e 2020-2021 (dal 30 settembre 2019) e che risulti dichiarato nei piani colturali dell’anagrafe agricola del Piemonte al momento della presentazione della domanda, viene erogato un contributo forfettario in conto capitale di 3mila euro.
I frutteti di actinidia estirpati non possono reimpiantati fino al 30 giugno 2022, pena la revoca e restituzione del contributo.
Tutte le domande in regola verranno finanziate
Possono accedere al bando gli imprenditori agricoli singoli o associati, le cooperative agricole, le società di persone o di capitali. L’aiuto verrà erogato in regime “de minimis” a tutti i frutteti con i requisiti necessari e pertanto non sarà stilata una graduatoria.
Le operazioni di totale estirpo (quindi con l’eliminazione di piante, ceppi, fili, pali) di frutteti di actinidia su una o più porzioni continue di superficie devono raggiungere un’estensione minima di 500 mq per accedere all’aiuto.
Possono essere ammesse a finanziamento le domande che raggiungono un importo minimo di contributo pari a 500 euro. Qualora le richieste superino la dotazione finanziaria prevista dal bando, ci sarà riduzione proporzionale dei contributi. I contributi richiesti non potranno superare il massimale di 25mila euro nell’arco degli esercizi finanziari 2019-2020-2021.
Scadenza del bando
La domanda di aiuto va predisposta e presentata esclusivamente in formato digitale attraverso il servizio Nembo - Aiuti di stato pubblicato sul portale www.sistemapiemonte.it, nella sezione “Agricoltura” entro le 18:00 del 3 settembre 2021.
Le attività regionali di ricerca sulla moria del kiwi
L’allarme legato alla moria dei kiwi in Piemonte aveva portato, ad inizio 2021, alla formazione di un gruppo di ricerca e sperimentazione costituito da Regione Piemonte - Settore Fitosanitario, Fondazione Agrion, Crea It-Torino e Disafa– Università di Torino.
Il gruppo di lavoro regionale sta attualmente lavorando al progetto Kiris, approvato e finanziato dalla Regione Piemonte con l’obiettivo di risalire alle cause che sono all’origine della moria come risposta ai fattori ambientali, agronomici e fitopatologici, trovare delle soluzioni e prevenire l’insorgenza della problematica nei nuovi impianti.
A dicembre 2020 in seno al Mipaaf, in seno al Comitato Fitosanitario Nazionale, si era costituito il gruppo di lavoro nazionale sulla moria del kiwi, coordinato dal Piemonte per gli aspetti tecnici. Il gruppo di lavoro aveva concordato nel considerare lo studio del Piemonte sulla moria come modello di ricerca da integrare e sviluppare sul territorio italiano.
Nel 2015 in Piemonte è comparsa la sindrome denominata “moria del kiwi”. I primi casi sono stati registrati a Borgo d’Ale-Alice Castello e successivamente è comparsa in Provincia di Cuneo nei comuni di Saluzzo e Lagnasco e si è diffusa largamente nel triennio successivo.
Nel 2010 in Piemonte la superfice investita a kiwi era di 5.500 ettari e a fine 2019 ne sono rimasti 3.590 ettari. L’ultima rilevazione del Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara a settembre 2020 indica 3.180 ettari. Di questi si stima che circa un 50% sia ancora produttivo (circa 1.500 ettari), mentre la rimanente parte è in via di disseccamento.