Ad oggi nonostante siano stati presentati ben due protocolli di sicurezza in ambienti di lavoro, uno per la fase 1 ed uno per la fase 2, nessuna specifica indicazione è stata resa nota per chi lavora in campagna.
L’unica regione ad aver stipulato un accordo in tal senso è stata la Basilicata, attraverso il suo assessore all’Agricoltura Francesco Fanelli insieme alle organizzazioni sindacali dei lavoratori (Cgil, Cisl e Uil) e quelle dei datori di lavoro (Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Copagri e Aci Agroalimentare Basilicata).
Tale accordo mira a contrastare e contenere il diffondersi del Covid-19 negli ambienti di
lavoro che risultano autorizzati a svolgere la loro attività anche nella fase emergenziale. L’accordo sottoscritto si rifà al Protocollo nazionale del 14 marzo 2020 sottoscritto tra il Ministero della Salute, quello dell’Economia, le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria del comparto agricolo-alimentare.
I punti rilevanti dell’accordo
Sono state previste indispensabili misure precauzionali per assicurare alti livelli di protezione per i lavoratori nei luoghi dove operano uno o più lavoratori, attraverso gli ausili indispensabili per ogni singolo dipendente e le indicazioni di buna condotta prescritte dall’Istituto superiore della Sanità per contrastare il COVID-19. Accanto a queste precauzioni generali sono stati stabiliti alcuni punti interessanti in quanto riferiti al particolare svolgimento del lavoro agricolo.
Il primo punto riguarda i lavori agricoli che vengono svolti all’aperto, come ad esempio la potatura degli alberi di ulivo, l’aratura dei terreni, etc.
In questo caso è stato previsto che, considerando il tipo di lavoro da svolgere, di volta in volta si dovrà decidere con il lavoratore quale debba essere la soluzione più idonea e consona per svolgere il lavoro, tenendo presente che è necessario dover preservare e proteggere chi deve lavorare.
Trasporti da ridurre al minimo
Il secondo punto riguarda le precauzioni e protezioni da adottare nel caso di trasporto dei dipendenti dal loro domicilio al luogo di lavoro.
E’ chiaro che questo si dovrà concretizzare nel prevedere distanze minime di sicurezza negli autobus od altri mezzi aziendali, in modo tale da evitare che si abbiano contatti sociali, soprattutto nel caso di trasporto di lavoratori da regioni limitrofe alla Basilicata. Per provare a superare questa difficoltà è stato stabilito che nel caso in cui le strutture dell’azienda agricola lo consentano, in alternativa al trasporto, il datore ed il lavoratore potranno accordarsi per ospitare il lavoratore e non farlo viaggiare quotidianamente.
Liste di prenotazione per favorire manodopera locale
Il terzo punto è quello di favorire il più possibile l’impiego di manodopera proveniente dalla Basilicata, in modo da evitare al minimo l’incontro con lavoratori provenienti da altre regioni. Per dare attuazione a tale impegno l’accordo prevede l’istituzione delle liste di prenotazione presso i centri per l’impiego, già istituita nel 2011 nella vicina Puglia. In pratica attraverso le liste di prenotazione si offre la possibilità ai lavoratori di potersi iscrivere, in maniera del tutto volontaria, in appositi elenchi di prenotazione, istituiti su base provinciale per essere assunti o riassunti presso le imprese agricole.
Tavolo permanente per evitare le baraccopoli
L’ultimo punto è relativo all’istituzione di un tavolo permanente presso le prefetture al fine di evitare la formazione di “ghetti” composti da lavoratori migranti, che possano causare assembramenti in luoghi dove l’inesistenza di servizi igienico sanitari, rende più facile il propagarsi del contagio.