La stragrande maggioranza delle aziende agricole italiane vive ormai da anni il problema della mancanza di personale, tanto per i profili più qualificati, quanto per quelli operativi. Il decreto flussi recentemente approvato (vedi Terra e Vita 31/2023 e 30/2023) cerca di rimediare al problema, ma spesso non si sa come agire. Ne abbiamo parlato con Antonio Leonetti, avvocato specializzato in responsabilità medica e immigrazione decreto flussi.
Avvocato Leonetti, qual è il motivo della carenza di manodopera agricola ormai cronica?
È inutile girarci intorno: la verità è che molti italiani, soprattutto giovani, non vogliono più lavorare nel settore agricolo, almeno da subordinati, neanche dopo la forte riduzione del reddito di cittadinanza. Tanto è vero che l’allarme riguarda non solo il centronord, dove il numero dei percettori era inferiore, ma interessa soprattutto il sud.
Come si risolve il problema?
La soluzione c’è ma è vista con occhio critico a causa delle lungaggini burocratiche: sono i decreti flussi, strumenti ancora perfettibili, ma senza dubbio migliorati negli ultimi due anni.
I tempi tecnici per l’istruttoria delle pratiche accolte dopo la “lotteria del click day” hanno bisogno comunque di mesi. Tra l’altro questi procedimenti purtroppo non sempre rispettano i tempi previsti nel provvedimento governativo. Si tratta in realtà di verifiche ad ampio raggio. Ma sia chiaro, questo strumento non ha mai risolto il problema dell’immediato bisogno di operai.
Cosa possono fare le aziende agricole?
Possono programmare in tempo le assunzioni. Mi spiego meglio: gli imprenditori agricoli conoscono bene le fasi che caratterizzano tempo per tempo l’attività produttiva aziendale che porta poi al momento finale della raccolta, quindi sono consapevoli di quanti lavoratori necessitano stagionalmente. Possono a tal fine essere previdenti, avvalendosi in modo concreto del decreto flussi.
In pratica?
Il Decreto del presidente del consiglio pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 3 ottobre 2023 ha previsto la data del 12 dicembre 2023 per il “click day” dei lavoratori stagionali agricoli. Gli imprenditori agricoli possono indicare nella domanda i numeri degli addetti necessari nei vari momenti di lavorazione.
Purtroppo, però, lo strumento dei flussi non viene utilizzato utilmente dagli imprenditori, magari per la mancata conoscenza del percorso normativo e anche per una sfiducia nel decreto. Bisogna invertire la rotta, facendo subito i passi giusti per predisporre e istruire le pratiche che vedranno il loro traguardo nel click day di dicembre, con la consapevolezza che anche i lavoratori provenienti dai paesi dell’est Europa, come Bulgaria, Moldavia e Romania, dopo anni di lavoro nei campi, preferiscono lavorare in altri settori e che non resterà altro che sperare nella forza lavoro asiatica e africana.
Questa programmazione servirà?
Bisogna darsi la possibilità di dimostrare che l’immigrazione regolamentata è possibile. Più fiducia si darà agli strumenti legali, più potremmo constatare che alla fine bastava solo cambiare strategia e forse mentalità per far funzionare il sistema.
Le aziende ne gioverebbero, la forza lavoro tornerebbe e gli immigrati si imbatterebbero meno in situazioni di fortuna, in attesa che i datori di lavoro li chiamino a coprire i posti vacanti legalmente e senza rischi come succede in gran parte dei paesi nel mondo.
Manodopera, le aziende agricole cercano (e non trovano) addetti specializzati