Ci sono macchine agricole progettate espressamente per fare distribuzione di reflui. Due sono già note da tempo, il Terragator di Challenger e lo Xerion Claas in versione liquami. Ma dallo scorso anno è scesa in campo anche la Talpa di Maschio-Unigreen.
Terragator
Il primo è (o meglio era, come vedremo tra breve) il solo mezzo costruito appositamente per la distribuzione di liquami, fanghi e simili. Si tratta di una macchina ad alte prestazioni, capace di interrare 16 metri cubi di liquido in meno di due minuti.
La versione più nota, anche se non molto diffusa in Italia, prevede tre ruote: due posteriori e una anteriore. Questo per migliorare la manovrabilità e ridurre il compattamento, dal momento che i tre pneumatici – ovviamente extralarge e dotati, di serie, di telegonfiaggio – non passano mai sulla stessa traccia.
Questo modello di Terragator, peraltro, è stato oggetto di recente revisione e si presenta dunque con un nuovo motore e una nuova cabina sul mercato italiano. Il primo arrivato nel nostro paese è andato ad arricchire la collezione di Adriano Chiari, contoterzista bresciano specializzato in gestione reflui. Parliamo di collezione dal momento che con il Tg 835 di cui stiamo parlando Chiari arriva a quattro macchine, a dimostrazione del livello di specializzazione raggiunto dalla ditta bresciana.
Xerion
Altro “storico” mezzo per la distribuzione dei liquami è lo Xerion, il porta-attrezzi di Claas, attrezzato con un allestimento specifico, formato da botte sull’assale posteriore e pompa ad alta portata sul sollevatore anteriore.
Come per il Terragator, allo Xerion si possono abbinare diversi attrezzi: erpici a dischi o ad ancore, testate a dischetti per un interramento a profondità ridotta, barre con calate per distribuzione superficiale e così via.
Talpa
Dallo scorso anno c’è tuttavia un terzo concorrente in campo: è la Talpa di Maschio-Unigreen, un semovente creato apposta per fare distribuzione di reflui di vario genere. Nelle dimensioni si avvicina al Terragator: 9,5 metri di lunghezza, 26 tonnellate di peso a pieno carico (una decina in meno del semovente di Challenger, ndr) e 12 metri cubi di cisterna. Interessante, soprattutto, la luce da terra: oltre un metro e mezzo, aspetto che rende possibile lavorare anche su colture già piuttosto alte.
Notevole anche il raggio di svolta: 4,5 metri, il migliore tra le macchine citate. Mosso da un motore John Deere da 250 cv, è dotato di trasmissione idrostatica e di una pompa da seimila litri al minuto, con attacco a tre punti posteriore cui si possono abbinare diversi attrezzi.
Due limiti
Data per scontata l’efficienza in lavorazione, due sono i limiti principali per tutti e tre i mezzi. Il primo è legato al peso, sempre superiore ai 200 quintali e che quindi richiede soluzioni appropriate per evitare il compattamento del terreno.
Il secondo limite è il rapporto tra tempo di distribuzione e tempi morti: mediamente, tutte e tre le macchine scaricano la cisterna in meno di due minuti e ne occupano circa tre per recarsi a bordo campo, caricare e ripartire. Il lavoro effettivo risulta dunque inferiore al 50% del tempo di attività totale.