Cascina Casoni, l’allevamento gestito da Giuseppe Elias, si trova a Caviaga, una frazione di Cavenago d’Adda (Lo), e conta 220 ettari di terreno sui quali è stata costruita la stalla che attualmente ospita circa 220 bovine, quasi tutte Frisone. La cascina fa parte della societa Gestione Aziende Bianchini ss, 600 ettari investiti a cereali e oleaginose e suddivisi in tre grossi corpi aziendali che si estendono tra le province di Lodi e Milano.
Un percorso innovativo che parte negli anni sessanta
«L’attività agricola nella mia famiglia – ha spiegato Elias – nasce nei primi anni del 900, quando il mio bisnonno investì i propri risparmi acquistando lotti di terra. Negli anni 60, nel dopoguerra, il mio bisnonno ha deciso di intraprendere un percorso di agricoltura e di allevamento innovativo di precisione, percorso che abbiamo continuato noi a partire dal dicembre del ’98. La nostra è stata una delle prime stalle ad avere le vacche slegate già alla fine degli anni 60. Tuttavia, quando ho preso in mano io l’azienda – ha continuato – in stalla esistevano grossi problemi. Uno dei più significativi era quello di non poter avere dati oggettivi. Ognuno di noi in stalla valutava con i propri occhi e di conseguenza il dato che ne scaturiva era di tipo soggettivo».
Così Elias ha deciso di rinnovare la sala di mungitura che ormai era vecchia di 25 anni e ha optato per un impianto di mungitura standard (70 gradi, 20 poste) in abbinamento agli strumenti di raccolta dati intelligenti di Afimilk. «Ho scelto così di investire molto nelle componenti informatiche che mi permettono di fare valutazioni oggettive su tutte le mie analisi e su tutte le mie scelte».
Il software che Elias impiega all’interno della sua azienda gli consente di ottenere facilmente indicazioni sulla necessità di effettuare interventi veterinari. Anche questo è un aspetto che consente di risparmiare tempo e intervenire in modo mirato e tempestivo.
«Il lattometro che noi impieghiamo – ha aggiunto Elias – è un modello classico, in grado di misurare, tra le altre cose, anche l’analisi della conducibilità elettrica. Oggi abbiamo anche l’ultimo programma uscito sul mercato che calcola il rapporto tra grasso e proteine e individua le vacche in chetosi». Infine, come già anticipato, questi e molti altri dati si incontrano in un unico software, uno strumento sofisticato davvero utile, l’Afilab, un sistema Nir che trasmette all’allevatore una serie di dati utili (a esempio relativi alla qualità latte).
Il rilevamento dei calori
A Cascina Casoni, per il rilevamento dei calori e il riconoscimento delle bovine, sono impiegati podometri wifi che consentono di leggere i dati ogni due ore circa e questo ci permette di avere dati più precisi riguardo il calore: il rilevamento è così immediato e preciso, così come la previsione dei parti. Il sistema separa poi in automatico le vacche in calore spostandole tutte all’interno dello stesso paddock, in questo modo l’allevatore sarà facilitato al momento dell’inseminazione. Le manze vengono fecondate per la prima volta intorno ai 13-14 mesi di età.
L’importanza dell’utilizzo dei dati
«Gestire la mandria attraverso le innovative soluzioni tecnologiche che abbiamo scelto di impiegare sicuramente ci consente di avere grandi risultati soprattutto se tutti gli attori (allevatore, veterinario, alimentarista, podologo, ecc) sono in grado di implementare e leggere in maniera corretta tutti gli strumenti».
È importante che l’allevatore che usa il sistema, ha spiegato Elias, «non si soffermi solo sul dato di produzione giornaliera, paragonandolo al dato del giorno prima. È invece fondamentale – ha rimarcato Elias – che si utilizzino anche tutti gli altri dati, anche a distanza di tempo.
Quali vantaggi
«I vantaggi che abbiamo riscontrato a seguito dell’introduzione delle soluzioni tecnologiche innovative in stalla – ha precisato Elias – sono molti. Innanzitutto gli animali risultano più sani e presentano meno problemi, di conseguenza il veterinario effettua molte meno visite. Inoltre, abbiamo animali più produttivi e che si ingravidano con più facilità. L’investimento che abbiamo fatto più o meno il ritorno lo abbiamo avuto in 3-4 anni».