ha acquistato centinaia di bovine.
Sino all'anno scorso nel suo allevamento Apostolo Valtulini contava 200 vacche da latte. Ma «per dare un futuro ai figli» ha edificato una nuova e ben più grande stalla, con 460 cuccette e soluzioni costruttive d'avanguardia, e ha acquistato centinaia di nuove bovine. Nuova anche la sala di mungitura, un grande impianto da 40 poste arricchito di sistemi informatici per la zootecnia di precisione.
Intuibile dunque quanto sia stato impegnativo l'investimento. Che già farebbe notizia per la sua entità se non fosse per un'altra importante situazione: l’azienda si trova a Quarantoli, frazione di Mirandola (Mo), nel pieno centro della zona colpita dal terremoto del 2012.
Da Modena la si raggiunge percorrendo una strada statale affiancata a destra e a sinistra da decine e decine di capannoni industriali (del biomedicale, o dell'agroalimentare) abbandonati perché irrimediabilmente lesionati dalle scosse, o al contrario evidentemente appena ricostruiti. Per non parlare degli esercizi commerciali, molti dei quali ancora tristemente chiusi, o delle decine di abitazioni ancora puntellate da sostegni di legno, o delle scuole che proprio in questi giorni si stanno abbattendo. A un anno e mezzo dal sisma.
Un comprensorio dove il lavoro è un culto ma dove le lesioni a edifici e impianti dovute al terremoto e le conseguenti perdite patrimoniali e commerciali hanno costretto tante imprese, industriali, agricole, del terziario, ad arrendersi alla necessità di ridimensionare la propria attività produttiva, o addirittura purtroppo a rinunciarvi. E nel cuore di questo incredibile territorio trovare una storia imprenditoriale di segno positivo come quella di Valtulini, che investe milioni di euro in nuove strutture produttive per aumentare, raddoppiare la propria offerta, e quindi per radicare nel territorio la propria famiglia, onestamente fa ancor più notizia.
Anche per questo la rivista Informatore Zootecnico ha attribuito ad Apostolo Valtulini il titolo di Allevatore dell'Anno 2013.
E quando la nuova stalla è stata inaugurata, il 22 ottobre scorso, a brindare sono accorsi in centinaia: numerosi colleghi agricoltori, il parroco, che ha benedetto la struttura, il presidente della Coldiretti di Modena, l'assessore provinciale all'agricoltura, i dirigenti del caseificio da parmigiano cui Valtulini conferisce il latte, fornitori di primissimo piano come Agricow, Bellucci o Raggio di Sole. E soprattutto i parenti, a sottolineare un aspetto decisivo di questa esperienza imprenditoriale, l'appartenenza familiare: è per i figli che Valtulini ha fatto questa scommessa, non per niente quel giorno ha posato volentieri davanti ai fotografi assieme alla moglie, ai figli e alla madre.
La nuova stalla
Uno sguardo ai dettagli tecnici dell’investimento effettuato da Valtulini forniranno altre motivazioni a conforto della scelta della nostra rivista di attribuire proprio a lui il riconoscimento di Allevatore dell’Anno: l’imprenditore infatti ha voluto dotare il proprio allevamento di soluzioni costruttive all’avanguardia, sia dal punto di vista della gestione della mandria sia da quello del benessere animale. Ed è spinto il ricorso all’informatica in sala di mungitura. Decisioni che mettono ancora una volta in evidenza la caparbietà con la quale Valtulini sta guardando al futuro.
Iniziamo dalle caratteristiche della nuova stalla, progettata e realizzata da Agricow. Intanto la copertura: si tratta di un tetto a doppia falda, la cui pendenza, del 33%, è più accentuata rispetto a quella media delle stalle padane. In tal modo si è più sicuri che la struttura risponda alla portata/mq per il vento e per la neve definite dalla normativa e suggerite dai attuali mutamenti climatici. Anche il cupolino è più largo del solito: ne deriva una migliore ventilazione e quindi maggior benessere animale.
Ma una delle soluzioni costruttive più importanti è rappresentata dalla collocazione delle corsie di alimentazione: non c’è n’è una centrale, come spesso avviene, ma ce ne sono due, situate all’esterno. In tal modo queste possono offrire agli animali più aria e più luce. Il vento poi non è un problema per le corsie di alimentazione: queste zone sono riparate da tende plastiche verticali avvolgibili installate lungo tutto il lato della stalla.
Il capitolo benessere animale però non si esaurisce con la ventilazione, la luce e la possibilità di riparare dal vento le corsie di alimentazione. Importanti in quest’ottica anche le caratteristiche delle cuccette, sempre realizzate da Agricow. La loro lunghezza è regolabile, sono dotate di ginocchiera in pvc, hanno un materassino di latex alto 7 cm.
Uno dei due lati corti della stalla è parzialmente protetto da un originale tamponamento in alluminio: evita l’entrata in stalla dell’acqua piovana ma non blocca l’arrivo di aria e luce (le tre foto di pagina 19 lo descrivono al meglio). All’esterno avviene la raccolta delle deiezioni e qualche decina di metri oltre si trova il vascone per la raccolta dei liquami.
L’altro lato corto è dominato dalla presenza di un ampio ingresso alla sala di mungitura, arricchito da un invitante pavimento in gomma; la sala di mungitura è coassiale rispetto all’asse maggiore della stalla.
La sala di mungitura
Il grosso investimento di Valtulini, dunque, non ha riguardato soltanto l’edificazione della nuova stalla e l’acquisto di centinaia di bovine da latte, ma anche la costruzione di una nuova grande sala di mungitura da 40 poste (2x20) e l’installazione dei relativi refrigeratori del latte. Sala e refrigeratori sono stati forniti da Gea Ft Westfalia / Bellucci Modena.
L’ingresso delle bovine alla sala di mungitura è libero. E come abbiamo anticipato piuttosto ampio, in modo che i capi raggiungano velocemente e senza stress le rispettive poste.
Quando l’ultimo animale è entrato nella sala il cancello di ingresso si chiude, ottimizzando il posizionamento del gruppo di bovine. Dopo la mungitura, poi, l’uscita dei capi dalla sala sarà particolarmente rapida grazie al sollevamento della barriera frontale; e un’uscita rapida significa rendimenti produttivi più elevati.
Questo impianto non si limita alla semplice mungitura: è provvisto di sistemi informatici in grado di rilevare dati produttivi (e non solo produttivi, come vedremo) utili per la gestione della stalla e per il controllo di ogni singola bovina. Il dispositivo dotato di display che vediamo nella foto di pagina 20, infatti, raccoglie informazioni come quantità di latte prodotto, conducibilità del latte, eccetera, per ogni singola bovina e le invia al computer aziendale per una loro elaborazione. Lo stesso sistema informatico può visualizzare anche dati relativi alla mandria, fra i quali il numero di bovine via via munte, la quantità di latte munto in un’ora (kg/h), il tempo passato dall’inizio della mungitura.
Il sistema informatico però è in grado di rilevare e trasmettere al computer aziendale anche informazioni relative a situazioni diverse dalla produzione, anche in questo caso relative a ogni singola bovina: è presente la possibilità di visualizzare date relative ai calori, alle fecondazioni, ai trattamenti, e altro.
In conclusione queste dotazioni dell’impianto di mungitura permettono all’allevatore di analizzare con calma, in ufficio, la routine di mungitura, le curve di flusso e le produzioni di ogni singolo animale; e le relative deviazioni dalla media. E poi anche altre informazioni: non solo quelle sulla produzione, ma anche quelle sulla riproduzione.
Sostiene la ripresa del caseificio
«L’investimento del nostro socio Apostolo Valtulini non è soltanto un caso di spirito imprenditoriale da additare ad esempio. E’ anche un grande valore per la cooperativa casearia alla quale l’allevatore di Quarantoli conferisce il latte». Parole di Andrea Nascimbeni, presidente del caseificio Quattro Madonne di Lesignana di Modena. La cooperativa produce Parmigiano Reggiano in quattro stabilimenti, situati a Lesignana, Medolla, Arceto e Varana di Serramazzoni.
Spiega il presidente: «La stalla Valtulini sta raddoppiando il numero dei capi, dunque quando sarà a regime raddoppierà anche la produzione di latte, dagli attuali 17-18mila quintali a circa 35-40mila quintali. Almeno due le conseguenze positive per il nostro caseificio, che ne accoglie i conferimenti: in primo luogo le spese fisse del caseificio potranno ripartirsi su una maggiore quantità di prodotto; in secondo luogo l’aumento della potenzialità produttiva del caseificio gli darà più sicurezza, consoliderà la sua ripresa post-terremoto».
Sì, perchè le scosse del 20 e 29 maggio 2012 avevano colpito duramente questo caseificio, con danni per 7,5 milioni di euro. A Lesignana erano cadute 16mila forme; tra perdita di prodotto e rottura delle scalere il danno era stato stimato in almeno 5 milioni di euro. A Medolla, dove erano state perse 3mila forme e avevano subìto danni anche le sale di lavorazione del latte, il conto era stato di 2,5 milioni di euro. Il magazzino interno era stato dichiarato inagibile; così nelle prime settimane dell’emergenza le 100 forme di parmigiano prodotte ogni giorno dovevano essere portate in magazzini esterni presi in affitto. Ma poi la ricostruzione è stata veloce e l’attività della cooperativa casearia è tornata alla normalità.
Di rilievo il fatto che, per reagire, i soci del Quattro Madonne hanno investito oltre 750mila euro per installare nuove scalere antisismiche nel magazzino per la stagionatura del Parmigiano Reggiano e per realizzare un nuovo spaccio di vendita al pubblico. Solo per acquistare e montare le nuove scalere antisismiche la cooperativa ha speso oltre 500mila euro. Queste sono state installate nel magazzino di Lesignana, che contiene 33mila forme di Parmigiano.